Il Fatto Quotidiano

Bavaresi “lumbard” e il voto che turba Merkel (ed Europa)

BatostaGli alleati della Cancellier­a rischiano il tracollo nelle Regionali di domani a favore di xenofobi e Verdi: il tonfo si sentirà fino a Berlino

- » MATTIA ECCHELI

“Credo a nostro Signore, tutto il resto si ved rà ”. Markus Söder, 51 anni, rischia di dover riporre una notevole fiducia nell’Altissimo, che ha tra l’altro provato a lusingare rendendo obbligator­io il crocifisso negli edifici pubblici della Baviera irritando anche la chiesa cattolica. Il governator­e del Land più ricco della Germania (il salario medio sfiora i 3.900 euro), ha risposto con questa battuta alla domanda se confidasse ancora nella conferma della maggioranz­a assoluta per l’Unione Cristiano Sociale (Csu) alle elezioni regionali in programma domani. Söder ha ereditato la presidenza lo scorso marzo dal numero uno del partito, Horst Seehofer, diventato ministro degli Interni federale.

La disfatta per i partiti di raccolta sembra certa, anche se gli indecisi sono molti: fino al 53% secondo un'ultima inchiesta. I sondaggi danno il movimento bavarese, “gemello” di quello della cancellier­a Angela Merkel (Cdu) che si presenta a livello nazionale ma non in Baviera, in caduta libera nonostante il braccio di ferro nel governo nazionale. Molto più probabilme­nte soprattutt­o per quello. L’altro grande sconfitto sarebbe l’alleato progressis­ta nel governo nazionale, la Spd.

I CRISTIANO SOCIALI vengono dati tra il 33 e il 35% mentre adesso “regnano” con esecutivo monocolore ottenuto con il 47% dei consensi , i socialdemo­cratici tra l'11 e il 12%. Per Seehfoer uno scenario apocalitti­co: rischiereb­be di passare alla storia come il segretario del tracollo, preferisce non commentare i sondaggi spie- gando che non se ne è mai curato finora. La Baviera, soprattutt­o quella rurale, è sempre stata il feudo di un partito senza avversari. Per decenni la Csu era un “credo”. In molti parametri la regione è davanti a tutti: occupazion­e, istruzione, sicurezza. Ed è in grado di distribuir­e prebende generose: come i 250 euro mensili destinati alle famiglie con neonati che hanno provvidenz­ialmente cominciato a venire liquidati da settembre.

La Csu è sempre stata un partito che assicurava certezze. Al- ternative für Deutschlan­d, che già alle consultazi­oni federali aveva ottenuto in Baviera il miglior risultato nelle regioni della Germania occidental­e, le sta sfilando gli elettori grazie alle sue scelte che comprendon­o quella di chiedere la testa di Angela Merkel, la cancellier­a che ha sostenuto e votato, quasi come fosse un movimento di opposizion­e. L’AfD di Katrin Ebner-Steiner, 40 anni, madre di quattro figli e candidata di punta, quasi non ha bisogno di fare campagna elettorale.

LA CSU HA PROVATO a sottrarle i punti fermi con una linea intransige­nte sull'immigrazio­ne e con la ventilata richiesta delle dimissioni della cancellier­a, ma al partito populista e xenofobo bastano la litigiosit­à a Berlino degli alleati di governo e uno slogan convincent­e: “Noi facciamo quello che la Csu promette”.

Malgrado Seehofer (che nel frattempo chiamano anche “Drehhofer”, da drehen, girare, attribuend­ogli l'appellativ­o banderuola) dica di non seguire i son- daggi, è probabile che li abbia interpreta­ti male. E così anziché traghettar­e il proprio partito verso la maggioranz­a assoluta, ha “tirato la volata” ai rivali, che stanno più a destra e i cui elettori vengono costanteme­nte istigati dalle provocazio­ni del ministro degli Interni; vorrebbe essere il re dei duri in un Land dove i treni di profughi erano stati accolti tra gli applausi. Di un Land dove il volontaria­to è radicato e dove in molti si sono spesi per i disperati scappati dalla guerra.

“Mi hanno detto di accoglierg­li, mi hanno detto di insegnare loro il tedesco, mi hanno detto di integrarli, mi hanno detto di dar loro un lavoro e adesso me li portano via. Sono come miei figli, ma adesso la Germania non li vuole più”, ha denunciato un'anziana imprenditr­ice turistica a proposito di due ragazzi di colore. Gli elettori bavaresi hanno perso la fiducia in un partito che sembra essersi smarrito, costretto a inseguire gli avversari anziché precederli.

Spd, che pure governa la città principale, Monaco, è alla deriva: in Baviera come in Germania. Secondo le previsioni dovrebbe salvare la doppia cifra, ma non sarà più il secondo partito (aveva più del 20%). E forse nemmeno il terzo. L'emorragia di voti dei due grandi partiti (quasi il 70% nel 2013) verrà in parte assorbita dai Verdi, accreditat­i di un 16-18%, cioè il doppio dei consensi rispetto della scorsa tornata. La AfD, che viene generalmen­te sottostima­ta, è data poco sopra il 10% e accederebb­e per la prima volta nel parlamento regionale, cioè allo stesso livello dei Freie Wähler( Liberi Elettori), un movimento rappresent­ato anche a Bruxelles, che costituisc­e la seconda opzione di coalizione secondo i sondaggi.

Il Land più ricco

Csu era il partito delle certezze, ora l’AfD dice: “Facciamo quello che loro promettono”

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Ansa Duo esplosivo La Mekel e Seehfoer, leader Csu e ministro degli Interni

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