Il Fatto Quotidiano

Solférino addio, i socialisti vanno in banlieue

Parigi Il Ps lascia la storica sede e si sposta in periferia: vendita necessaria per coprire un “buco” di 100 milioni di euro

- » LUANA DE MICCO

Solférino adieu. I socialisti francesi hanno passato le ultime settimane a riempire scatoloni e ieri hanno consegnato le chiavi della sede storica della rue de Solférino, numero 10, a due passi dall’Assemblée Nationale e dal musée d’Or sa y, per traslocare in banlieue.

Il Ps lascia la Parigi più bella per Ivry-sur-Seine, comune della periferia popolare sud, uno degli ultimi bastioni del partito comunista, con la sua rue Lenin, per “ritrovare le radici popolari” del movimento, ha detto Olivier Faure, il suo segretario generale. Di fatto vendere Solférino era diventato necessario per fare cassa. Il partito era uscito esangue dalle elezioni del 2017, presidenzi­ali e legislativ­e.

Il taglio delle sovvenzion­i statali – passate da 28 milioni di euro annui a 8 milioni – ha generato un “b uc o” di 100 milioni su 5 anni, secondo i calcoli del tesoriere Ps, Jean-François Debat. Il palazzo era stato acquistato nel 1980 per la campagna elettorale di François Mitterrand per l’Eliseo. Ma quella era l’âge d’or del Ps. Dopo i cinque anni disastrosi di François Hollande e la batosta elettorale, il partito non si può più permettere di spendere quattro milioni di euro all’anno solo per la gestione della sede.

A dicembre l’hôtel particulie­r di 3.000 metri quadri è stato dunque venduto, ripreso per 45,5 milioni di euro dal gruppo immobiliar­e Apsys.

SI AGGIUNGE che circa la metà degli impiegati, 57 persone, sono stati licenziati. La nuova sede, invece, stando a Olivier Faure, è costata “solo” 7 milioni, compresi i lavori. Da Solférino i socialisti si sono portati dietro la scrivania di Mitterrand, poi “er e d it a ta ” da Lionel Jospin, ma poche altre cose. La maggior parte dell’arredament­o è stato ceduto a delle associazio­ni. Gli archivi sono stati affidati alla Fondation Jean Jaurès. Pare che nella frenesia del trasloco stava per essere gettato via un libro di Mitterrand con la sua dedica manoscritt­a, che un gruppo di militanti, alla ricerca di “reliquie”, avrebbe riesumato dalla spazzatura.

Quello che per i socialisti doveva essere un “nuovo inizio” però non è molto glorioso. I lavori a Ivry saranno terminati solo a novembre per cui, nell’attesa, i socialisti si ritrovano a lavorare in uno spazio di co-working, a Montreuil. Proprio ieri uno dei responsabi­li socialisti, Emmanuel Maurel, dell’ala più a sinistra, ha annunciato che lascia il partito, forse per avvicinars­i all’ “indomito” Jean-Luc Mélenchon, e che porterà con sé in questo divorzio “tanti militanti e centinaia di dirigenti”. Quanti sono non si sa, ma alcune fonti parlano di 500 persone.

Intanto, sul fronte del rimpasto, il presidente Macron tiene coperte le carte: le cose “vanno avanti al giusto ritmo”, ha detto a France 24 e Rfi a margine del suo viaggio in Armenia. La Francia attende ormai da dieci giorni di conoscere il nuovo governo.

Altri tempi La storica sede socialista al numero 10 di via Solférino, e gli ex presidenti Francois Hollande e Francois Mitterrand

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