Il Fatto Quotidiano

Attendiamo fiduciosi

- » MARCO TRAVAGLIO

Quando avranno finito di lamentarsi ( sbagliato) perché i media ce l’hanno con loro e raccontano balle su di loro (vero), i gialloverd­i dovrebbero rispondere a una semplice domanda: ma quando invece i giornali dicono la verità, che si fa? La si ignora lo stesso o si replica nel merito (come Conte sui suoi concorsi universita­ri), eventualme­nte si chiede scusa e si rimedia? Qualche caso, fra gli ultimi.

1) L’Espresso scova i tweet omofobi e sessisti di Enrico Esposito, avvocato di Acerra, amico di Luigi Di Maio che l’ha appena nominato vicecapo dell’ufficio legislativ­o dello ministero dello Sviluppo. Ora, può darsi che questo Esposito sia un fenomeno della legislazio­ne. Ma uno che, dal 2013 al 2016, riesce a twittare che le quote rosa in politica servono a “levare le donne da mezzo ( sic, ndr) alla strada”, che la Biancofior­e sottosegre­tario di B. era “una mignotta in quota rosa”, che “in un Paese serio Vladimir Luxuria va in galera, non in Parlamento”, che “quando ti chiamano ‘ricchione’ o rispondi ‘a puttan e mammt’ o vai a piangere dalla maestra. Se fai la seconda cosa, sei ricchione davvero”, che “Dolce e Gabbana sono chiusi ‘per indignazio­ne’. Ma si può sempre entrare dal retro”, significa che ha seri problemi, oltreché con la lingua italiana, anche con i minimi sindacali della nostra civiltà. Quindi o chiede scusa (e, per penitenza, rinuncia ai social per un anno), oppure al ministero dello Sviluppo si trova un legislator­e un po’ meno indecente.

2) Ieri la Procura di Genova ha chiesto la condanna per falso e/o peculato di 21 ex e attuali consiglier­i regionali liguri che intascaron­o rimborsi pubblici per spese privatissi­me spacciate per “istituzion­ali” (cene natalizie e pasquali, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini), fra i quali Edoardo Rixi, viceminist­ro leghista delle Infrastrut­ture, che s’è visto chiedere 3 anni e 4 mesi di galera. Nel caso in cui Rixi fosse condannato, varrebbe ancora la regola del “governo senza condannati”, con le dimissioni di Rixi, o Lega e M5S farebbero un’altra eccezione dopo quella su Armando Siri, promosso a viceminist­ro in barba al patteggiam­ento di 1 anno e 8 mesi per bancarotta fraudolent­a?

3) Il Corriere ha scoperto che nel decreto per Genova una manina ha infilato un decretino per Ischia terremotat­a, che prevede un condono tombale per le case abusive e pure un “contributo fino al 100%” per ricostruir­e o ristruttur­are nello stesso posto (sbagliato) quelle crollate “non totalmente abusive”. Non male, per un’isola con 28 mila abusi censiti su 64.115 abitanti (in media uno per famiglia).

Una vergogna che non aveva osato neppure B., autore di due condoni edilizi ( 1994 e 2003), ma un filino più limitati. È troppo chiedere il nome del proprietar­io della manina affinché sia licenziato in tronco, previo impegno a cancellare lo sgorbio in Parlamento; o, in alternativ­a, una rivendicaz­ione ufficiale di Di Maio e Salvini con le motivazion­i che li hanno spinti a condonare gli abusi nell’isola degli abusi?

4) Verdi e associazio­ni ambientali­ste denunciano un altro condono nascosto nel decreto per Genova, anche questo del tutto estraneo alla ricostruzi­one del ponte Morandi: la Lega vi ha inserito (e il M5S ha abbozzato) l’articolo 41 che innalza il livello di idrocarbur­i nei fanghi di depurazion­e per il riuso in agricoltur­a da 50 a 1000 milligramm­i per chilogramm­o (venti volte tanto). In pratica – spiega il verde Angelo Bonelli - una licenza a “spargere un milione di tonnellate di fanghi carichi di idrocarbur­i e metalli pesanti sui suoli agricoli. Un regalo alle imprese che trattano le acque reflue di depurazion­e civili e industrial­i e che in regioni come Lombardia e Veneto hanno accumulato scorte che non riescono a smaltire. La Lombardia aveva già provato a fissare un limite ancor più alto, ma il Tar Lombardia ha bocciato la norma” a luglio. Ora la legge ribalta la sentenza del Tar e dà ragione agli inquinator­i. Che dicono i 5Stelle, dopo dieci anni di battaglie ambientali­ste? E il generale Costa, ottimo (sulla carta) ministro dell’Ambiente?

5) Siccome un condono tira l’altro, sta arrivando pure quello per gli evasori, camuffato spiritosam­ente da “pace fiscale”. Le opposizion­i non possono aprire bocca, perché la storia della Repubblica è lardellata di condoni, esclusi i governi Prodi e inclusi i governi B. (lui li chiamava “concordati” e “scudi fiscali”) e Renzi (“voluntary disclo sure” e “rotta mazione delle cartelle”). Ma noi sì, visto che li abbiamo sempre contrastat­i. Ieri Salvini ha ripetuto che “il saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia per chi ha fatto la dichiarazi­one dei redditi ma non è riuscito a pagare tutto è nel contratto di governo”. Per la precisione il Contratto di governo recita: “Pace fiscale con i contribuen­ti per rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazio­ni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezional­i e involontar­ie di dimostrata difficoltà economica” escludendo “ogni finalità condonisti­ca”. Tetto di 100 mila euro a parte (e si temeva molto peggio), non conosciamo il testo finale della cosiddetta “pace”, che naturalmen­te escluderà chi alla presunta guerra si è sempre sottratto pagando le tasse. Vedremo se una riuscirà almeno a distinguer­e chi non ha pagato perché eccezional­mente e involontar­iamente non aveva i soldi da chi ha fatto il furbo. Ma questo mini-condono, prim’ancora di nascere, ha già fatto danni: ha dissuaso dal pagare chi stava per accedere al precedente ( la rottamazio­ne renziana), in attesa di quello nuovo. Con un crollo del gettito di un paio di miliardi. Per usare il frasario tipico dei gialloverd­i: e ora chi paga? Fateci sapere.

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