Il Fatto Quotidiano

Al Tg1 la sorpresa Sciarelli, alla Lega il Tg2, al Pd il Tg3

Salvini annuncia: “Non epuriamo i renziani” e fa arrabbiare Di Maio Ma i giochi sono quasi fatti: Sangiulian­o al Tg2, al Tg3 resta Mazzà

- ROSELLI E TECCE

Settimana decisiva per le nomine Rai, anche se tutto è ancora in sospeso per gli attriti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Nel M5S non sono piaciutele parole del leghista al Messaggero :“Noi non siamo epuratori, anzi per me qualcuno di quelli nominati da Renzi dovrà restare”. “Basta fare i fenomeni, le nomine non le fa Salvini. Salini e Foa sono garanzia di imparziali­tà e competenza”, la risposta dei grillini.

IL PUZZLE per le direzioni di reti e tg però è quasi completo, manca solo qualche limatura, con Salvini e Di Maio d’accordo sul puntare sugli interni, anche per evitare possibili contenzios­i con la Corte dei Conti. Il Cda decisivo potrebbe essere convocato per giovedì o ve- nerdì, mentre questa mattina Giovanni Tria sarà ascoltato in Vigilanza. La novità delle ultime ore riguarda il Tg1, per la cui direzione, in quota 5 Stelle, circola il nome di Federica Sciarelli. Non Alberto Matano e nemmeno Andrea Bonini di Sky, dunque, ma la giornalist­a conduttric­e di Chi l’ha visto sarebbe il nome su cui Di Maio punta per il Tg più importante. In corsa c’è anche Franco Di Mare, ma su di lui ci sarebbe un veto della Lega, mentre Sciarelli è molto apprezzata anche da Salvini (che non si perde una puntata di Chi l’ha visto). La rinuncia al Tg1 da parte della Lega comporterà un ulteriore contropart­ita per il Carroccio. Innanzitut­to il Tg2, dove in pole position c’è il vicedirett­ore del Tg1, Gennaro Sangiulian­o. Ma Salvini potrà ottenere anche la radio, con Ludovico Di Meo o Luciano Ghelfi. Più la pol- trona che ha già incassato al Tgr con Alessandro Casarin. Nel mirino leghista ci sono anche Rai pubblicità, con il manager Matteo Tarolli (spinto da Giancarlo Giorgetti), Rai Cinema e Rai fiction. Ma di queste caselle ci si occuperà in un secondo momento.

Contropart­ite La Lega rinuncia alla poltrona più pesante, ma sarà risarcita anche con il giornale radio

LO SCHEMAdell­e reti si concludere­bbe con Rai Uno alla Lega (Marcello Ciannamea) e Rai Due ai 5 Stelle (Carlo Freccero o Maria Pia Ammirati). Mentre Rai Tre resterebbe com’è: alla rete Stefano Coletta e al Tg Luca Mazzà, i “renziani” che, secondo Salvini, conservano il posto (anche se Mazzà ha già incontrato il “Capitano” con la mediazione della Isoardi). In casa 5 Stelle, invece, negli ultimi giorni si fa anche il nome di Giuseppina Paterniti, che potrebbe sostituire Antonio Di Bella a Rainews. E, con insistenza, quello del direttore di Fan- page, Francesco Piccinini, molto apprezzato da Di Maio, che potrebbe andare a dirigere il sito www.rainews.it. Dove però, in attesa che diventi una testata autonoma, dovrebbe accontenta­rsi di una condirezio­ne. La carica offerta e rifiutata, a suo tempo, da Milena Gabanelli, da cui è scaturito il suo addio a Viale Mazzini. Grande attenzione sui criteri di nomina, con una lettera al Cda, è stata infine chiesta dal consiglier­e eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà.

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Ansa Chi l’ha visto La Sciarelli dirige la trasmissio­ne dal 2004

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