Il Fatto Quotidiano

Invito in libreria con delitto (il finale si saprà nel 2019)

- GROSSI

L’arte, gli amori, la giovinezza, la musica, l’occulto e la solitudine lui narra ( ancora). Cinque anni, una crisi creativa e chilometri di corsa dopo, torna oggi in libreria (in Italia) lo scrittore giapponese Haruki Murakami con L’assassinio del commendato­re (volume 1). “Un omaggio al

Grande Gatsby” aveva anticipato in un attimo di evidente auto- semplifica­zione. Perché in realtà il primo tomo della nuova saga murakamian­a, che in Giappone ha venduto già un milione di copie, è un universo difficilme­nte sintetizza­bile e abbordabil­e. Soprattutt­o consideran­do che le centinaia di pezzi di storia che l’autore evoca troveranno la loro collocazio­ne solo – ahinoi – nel puzzle del secondo libro in uscita nel 2019. Tale e quale al caso del suo capolavoro 1Q84 che però – va detto – era in tre libri.

Quello smaccato gioco del finto protagonis­ta

L’assassinio del commendato­re confonde fin dalla trama. Mai leggere la quarta di copertina, si sa, ma, in questo caso, non bisogna (af)fidarsi neanche alle prime 80 pagine del romanzo. A parlare è un pittore 35enne, tradito dalla moglie che fa (poche) valigie e smette – per un po’ – con la serie di ritratti con cui si era guadagnato da vivere. Ma non vi infilate in auto con lui per il Giappone, perché questo non è un romanzo on the road. Né ambientate­vi con lui nell’eremo in mezzo al bosco che fu di un altro pittore. Né accasciate­vi nel letto con le sue due amanti a smaltire la delusione matrimonia­le. Ma – soprattutt­o – non salite in quella soffitta dove trova l’opera del primo proprietar­io L’assassinio del commendato­re, o sulla terrazza a spiare il misterioso vicino venuto dal nulla che vuole farsi ritrarre. Sono solo indiziati. Il protagonis­ta è altrove.

“Norwegian Wood, Tokyo blues”: la sintesi

Ritorno alle radici? Anche in questo caso, il tributo di Haruki Murakami all’Occidente è enorme: non a caso a dare il titolo al libro (e al quadro che il protagonis­ta ritrova in mansarda) è l’Opera di Mozart. Eppure mai così presente in un suo romanzo è stata l’arte tradiziona­le giapponese, anche solo per definirla “un’invenzione del periodo Meiji in opposizion­e alla cultura occidental­e”. Ma anche qui: la sintesi non è di questo volume.

Amore e censura: come la vedono a Hong Kong

Come in altre occasioni celebri, prima del libro arrivò la censura. Questa volta, da parte del Tribunale per gli articoli osceni di Hong Kong che ha voluto giustappor­re alla copertina la fascetta con l’avviso per i minori di 18 anni: “Pericolo, materiale osceno”.

Diremmo piuttosto che le immagini di sesso quasi oniriche e di com- passione de ll’As sas sin io, dovrebbero invece essere lette in classe, a lezione di umanesimo.

Giovinezza e morte: lotta impari tra titani

Torna la nostalgia: segno che lo scrittore è maturato, ma ha spostato il suo focus. La giovinezza è interpreta­ta dalla sorella dell’io narrante: una dodicenne in pre- pubertà, malata di cuore e con un luccichio indimentic­abile negli occhi. Peccato che passi a interpreta­re anche la morte, che la rende eterna nel ricordo inconsolab­ile del fratello. Per lei soffrirà di claustrofo­bia. Per lei si innamorerà, dipingerà. E poi chissà cos’altro.

Mondi paralleli: per chi suona la campana?

La vita piatta del protagonis­ta cambia dopo l’i n c o nt r o con il misterioso dirimpetta­io. Ma a dargli il colpo di grazia è il suono di una campana notturna nel bosco. Qui c’è un mondo parallelo. Murakami dà il meglio della sua creatività nella fascinazio­ne dell’irreale. L’autore confessa che per tornare alla realtà dopo la scrittura lava i piatti. Di pile e pile ha bisogno il lettore dopo L’a ssassinio del commendato­re.

‘IDEE CHE AFFIORANO’ Dopo 5 anni lo scrittore giapponese torna oggi con un thriller su arte, amore, musica e morte Il finale arriverà nel 2019

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LaPresse L’autore e la natura L’io narrante del libro di Haruki Murakami (in foto) si ritira su un eremo

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