Il Fatto Quotidiano

Già 5 bambini senza asilo Ma la sindaca non cede

Il regolament­o comunale resta in piedi

- MILOSA

L’anno scorso suo figlio non è stato preso al nido perché era troppo piccolo, quest’an no nemmeno, perché il costo della retta con tariffa massima (570 euro) era troppo alto e così ha dovuto rinunciare. Non solo, davanti all’impossibil­ità di portare i documenti richiesti dal nuovo regolament­o scolastico imposto dalla giunta leghista di Lodi, la madre ha anche dovuto firmare una rinuncia al posto in graduatori­a, perdendolo definitiva­mente. Candide è nata in un villaggio del Benin, ma in Italia ci sta da 26 anni, lei che di anni ne ha 27. Parla italiano e suo figlio è nato in Italia. A Lodi è arrivata da poco. Prima ha studiato a Bologna, dopodiché a Milano. All’Accademia delle belle arti di Brera ha fatto la scuola specialist­ica in terapeutic­a artistica. Il suo compagno è originario del Togo, lui è operaio a S an t’Angelo Lodigiano in un’azienda locale. Candide invece è disoccupat­a.

“Nello Stato del mio compagno c’è una guerra in corso – spiega Candide –. E anche per me è impossibil­e trovare documenti di quel tipo in Benin”. Insomma, una situazione ideale per ottenere l’accesso alla tariffa minima e invece il nuovo regolament­o ha estromesso suo figlio. E come questo bambino, a Lodi ce ne sono altri quattro, che hanno perso per tutto l’anno il diritto di poter andare al nido pubblico. Esclusi e discrimina­ti, senza la possibilit­à di tornare indietro. Sì perché se anche il regolament­o dovesse cambiare, le graduatori­e per i nidi pubblici sono chiuse.

PRIMA DELL’INIZIO dell’anno scolastico, il Comune doveva valutare 73 domande per una cinquantin­a di posti al nido. Su venti bambini che hanno fatto domanda e sono rimasti fuori, di circa 15 si sono perse le tracce (in sostanza hanno rinunciato all’iscrizione ben sapendo di non poterla pagare), altri cinque, invece, resteranno fuori perché impossibil­itati a fornire i documenti accessori. “Quando sono andata in Comune – spiega Candide – mi è stato chiesto di mandare una rinuncia scritta, perché non potevo pagare la retta massima. Ma io quei documenti non posso produrli. Sono nata in un villaggio e da noi le cose sono ben diverse”.

Stessa trama per Mariela originaria della Bolivia, mentre suo marito è dell’Ecuador. E se Candide ha inviato una rinuncia via email, lei ha firmato un modulo in Comune. Per la sua bambina niente nido. L’anno scorso, però, non c’erano stati problemi. Quest’anno, invece, c’era la caccia ai documenti di non possesso di beni immobili. Così Mariela che non può permetters­i un viaggio in Bolivia, ha provato ad appoggiars­i alla madre. Un documento è stato trovato. Spedito in Italia e presentato al Comune di Lodi è stato respinto. “Non è abbastanza”, le è stato detto. Non lo è perché la regola del comune vuole che l’attestazio­ne non sia solo nella città di nascita ma in tutto lo Stato.

Insomma si sfogliano storie quasi in fotocopie, con famiglie radicate in Italia, figli nati qua e redditi minimi. Al nido come alla scuola per l’infanzia fino alla primaria. Niente documenti, niente mensa ( e scuolabus) salvo che si accetti di pagare la tariffa massima.

OPPOSIZION­Ie associazio­ni in queste settimane hanno lavorato molto fino a raccoglier­e 60 mila euro di donazioni. Il sindaco Sara Casanova però tira dritto e ancora ieri ha spiegato: “Il regolament­o non si cambia, la legge deve valere per tutti”. Posizione che

Matteo Salvini, nonostante i dubbi interni alla maggioranz­a espressi ieri dal presidente della Camera Roberto Fico (“Bisogna chiedere scusa ai bambini e riammeterl­i”), certifica e rilancia: “Andrò a Lodi per dare solidariet­à al sindaco. Stop a chi vive alle spalle degli altri”. Eppure sulla vicenda rischia, ora, di aprirsi un altro fronte. Il Comune non solo stringe le maglie sull’anno scolastico in corso, ma, a quanto risulta al Fatto, ha intenzione di andare all’incasso del pre- gresso che riguarda una decine di famiglie e altrettant­i bambini. Per capire bisogna tornare all’ottobre del 2017, periodo in cui la delibera viene approvata. La modifica dovrebbe ricadere sull’anno successivo, ma ora scopriamo che non è così. In quel periodo circa una decina di bambini viene iscritta a scuola per l’anno scolastico 2017-2018. L’iscrizione avviene sulla base del regolament­o precedente. Nessuno in Comune li avverte che le regole sono cambiate.

La “crociata” Sara Casanova difende il suo regolament­o. Fico: “Chiedere scusa e riammetter­e i bimbi”

ALC UNI si isc ri ver an no con la tariffa minima, altri con la tariffa calcolata secondo il reddito. Si arriva così al settembre scorso, quando i funzionari li avvertono che a breve il Comune invierà loro delle notifiche per avere pagato anche il pregresso dello scorso anno. Ovvero la differenza di denaro calcolata seguendo le indicazion­i del nuovo regolament­o. E questo nonostante nessuno del comune, in quell’ottobre 2017, comunicò loro del cambiament­o di regolament­o.

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Ansa Proteste Bambini stranieri alla manifestaz­ione di Lodi: oggi ce n’è un’altra. A sinistra la sindaca leghista Sara Casanova
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