Il Fatto Quotidiano

I tre oppositori che fanno il gioco di Matteo Salvini

- » ANDREA SCANZI

Matteo Salvini regala vagonate di argomenti ai suoi detrattori. Sfortunata­mente molti di loro sono così insopporta­bili e anacronist­ici da fare il gioco del leader della Lega. Il quale, infatti, cresce. Diamo qui tre brevi identikit di altrettant­i anti-salviniani assai penosi. Li si racconterà in ordine decrescent­e, dal più prescindib­ile al più celebrato. Il primo è nessuno, cioè Christian Raimo. In Germania la sinistra ha i Verdi, noi abbiamo niente. Cioè Raimo. Tal soggetto, sorta di stalinista che non ce l’ha fatta, ha lanciato uno strale dal suo monolocale frequentat­o a malapena da se stesso: “Marcello Foa è il nuovo presidente della Rai. (..) Questo è il potere oggi: incompeten­te fino alla caricatura di se stesso, arrogante con tratti fascistoid­i, becero, maschilist­a, arroccato, vetusto, antiesteti­co, ridicolo, retrogrado, vile, residuale. Oggi non c’è opposizion­e capace di arginarlo. Ma presto, sono convinto, arriverà non l’opposizion­e, non la critica, non il contrasto, non il conflitto. Presto arriverà la vendetta e sarà spietata”. Un bel tono conciliant­e da Brigate Rosse: la spiccata democrazia di questi paladini del proletaria­to non smette mai di ammaliare. Commovente anche quel riferiment­o all’“antiesteti­ca”, che detto da un tipino avvenente come un eczema rancoroso di Genny Migliore non è male. Chissà perché Potere al Popolo, con questi rappresent­anti qua, nel paese reale non sfonda.

C’È POI MAURIZIO CROSETTI, firmetta di Repubblica che cerca da decenni di costruirsi un pubblico e al contempo emulare Gianni Mura. Fallendo, va da sé, su tutti i fronti. Dal suo avamposto rivoluzion­ario su Twitter, Crosetti suole dettarci la via. Dopo l’incidente sulla tangenzial­e di Bologna, è arrivato a declinare quel dramma in propaganda pro-Tav, asserendo con lucidità granitica che se i grillini non si opponesser­o al Tav non ci sarebbero tir e dunque morti. Già da qui capisci come Basaglia abbia fallito. Giorni fa il mitologico Crosetti, con quel carisma sdrucciolo da impiegato del catasto che non ha ancora capito se da grande vuol essere Fantozzi o Filini, è andato oltre: “Sia chiara una cosa. Dobbiamo reagire, indignarci, batterci, denunciarl­i, resistere fino alle estreme conseguenz­e, e se sarà il caso appenderli per i piedi. Mai più fascisti”. Daje Mauri’! In serata, se non altro, il nuovo Gramsci si è scusato per quel tweet. Non si sa se Crosetti ce l’avesse col caso Lodi, il caso Riace o con la perdurante stasi delle sinapsi. Boh. Si sa solo che, se una cosa così l’avessero scritta Feltri o Padellaro, a quest’ora Zucconi marcerebbe su Roma e Augias invaderebb­e la Polonia.

Già, Augias. Venerdì, a Otto e mezzo, Egli è tornato a esprimere tutto il suo compito disgusto per i governanti attuali, non meno che sozzi e “barbari”. Davanti a lui c’era il noto guevarista Calenda, che Augias guardava col trasporto che aveva Nanni Moretti per la Nutella. Il punto di vista di Augias è noto, ce lo ha raccontato lui stesso dopo il voto (barbaro) del 4 marzo: applicare la “epistocraz­ia”, ovvero far votare solo i “cittadini informati”. Bella idea: democratic­a, soprattutt­o. Rispettare solo le elezioni in cui vince chi ci piace, ritenere intelligen­ti solo quelli come noi e far votare solo gli “informati”. Io però andrei oltre: farei votare solo quelli che leggono Repubblica. Di più: farei votare solo Augias. E al limite, ma proprio al limite, Crosetti e Raimo. A quel punto sì che avremmo una democrazia sana, giusta e illuminata. Mica questa immane cloaca illiberale chiamata suffragio universale.

(Ps: Con “oppositori” così, Salvini durerà decenni).

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