Più per i valori che per il clima: in Europa il risveglio-eco parte dalla sinistra perduta
Dalla Francia all’Olanda vengono ormai considerati credibili e non ideologici
Di lotta lo sono, per storia e tradizione ecologista in favore della società aperta ai migranti. Di governo lo sono diventati, e non da oggi. I Verdi d’Europa a colpo d’occhio si presentano come un’alternativa spesso giudicata credibile dagli elettori ai partiti tradizionali di centro o di sinistra. Con la peculiarità di non mollare sui loro temi, ma allo stesso tempo di non essere mai chiusi al dialogo.
In Francia i Verdi hanno un passato importante con molti momenti buoni e cattivi. Tradizionalmente forti nelle consultazioni proporzionali ( regionali ed europee), hanno attraversato un momento di crisi quando si sono associati all’ex leader socialista francese Benoit Hamon, candidato sconfitto alle presidenziali del 2017, ma sono tornati alti nelle quotazioni dei sondaggi, con percentuali intorno al 7-8. Anche la recente uscita dal governo del ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot, in polemica con Macron, ha rafforzato il movimento. Un altro importante esponente ecologista francese è stato José Bové, due volte europa rlam enta re, che ha portato avanti a Strasburgo la causa del movimento contadino.
Sorprendente nella tornata elettorale di domenica scorsa il risultato degli Ec olo nel Belgio francofono, e dei loro c or r is p o nd e nt i fiamminghi. Nella capitale Bruxelles, hanno conquistato tre municipalità, tra cui quella di Ixelles molto vicina al quartiere europeo. Un successo a scapito sia dei Socialisti, di cui i Verdi belgi hanno a lungo denunciato episodi di corruzione, che dei Liberali, alla guida del governo federale. Anche nei vicini Paesi Bassi, gli ambientalisti hanno ottenuto risultati importanti.
NELLE ELEZIONIpolitiche dello scorso anno, il leader Jesse Klaver, classe 1982, ha raggiunto il 12% dei consensi, rispetto al 4 della precedente consultazione. Nelle amministrative di marzo, i Verdi sono diventati il primo partito ad Amsterdam.
Singolare invece la situazione in Austria. Il partito è andato in sofferenza a causa della doppia campagna elettorale per eleggere il presidente della Repubblica Alexander Van Der Bellen. Lo storico leader dei Gruenen aveva infatti vinto la prima competizione, superando di misura l’estrema destra nel maggio 2016, ma a causa di un ricorso la sfida si è ripetuta 6 mesi dopo. Il movimento ambientalista sembra aver pagato in termini politici l’impegno in una campagna elettorale forzatamente moderata e non necessariamente centrata su temi forti per i Verdi.
“Tutte queste realtà non sono espressione di volontà di
Conservazione Soprattutto nei Paesi a ovest gli ambientalisti sono considerati difensori del bello