Immunità pure per la fellatio simulata
D’Anna offese la Lezzi, ma ora nega. Il giudice: “Non sono opinioni”
Ricordate il famoso gesto scurril-sessuale che tanto scandalo fece, quello che tutti intesero come un invito alla fellatiodel senatore Vincenzo D’Anna alla collega Barbara Lezzi del M5S, al tempo in dolce attesa, durante un dibattito a Palazzo Madama? Allora costò una sospensione di cinque gior- ni al parlamentare di Ala, l’Alleanza liberal popolare-autonomie fondata da Denis Verdini. Solo che adesso, a distanza di tre anni, D’Anna si proclama innocente e candido come un giglio. Anzi, pare di capire, addirittura vittima di una persecuzione parlamentare e giudiziaria. Dato che quel- le mani, se proprio si trovarono lì, ad altezza pantaloni, fu solo per caso. O, tutt’al più, come fallo di reazione alla postura assunta dall’at tuale ministro pentastellato per il Mezzogiorno. Insomma, un gesto tutt’altro che offensivo.
Ricordate il famoso gesto sessuale che tanto scandalo fece, quello che tutti intesero come un invito alla fellatio del senatore Vincenzo D’Anna alla collega Barbara Lezzi dei 5 Stelle, al tempo in dolce attesa e oggi ministra, durante un dibattito a Palazzo Madama? Al tempo costò una sospensione di cinque giorni al parlamentare di Ala, l’Alleanza liberal popolare-autonomie fondata da Denis Verdini. Solo che adesso, a distanza di tre anni, D’Anna si proclama innocente e candido come un giglio. Anzi, pare di capire, addirittura vittima di una persecuzione parlamentare e giudiziaria. Dato che quelle mani, se proprio si trovarono lì, ad altezza pantaloni, fu solo per caso. O, tutt’al più, come fallo di reazione alla postura assunta dall’attuale ministro pentastellato per il Mezzogiorno.
Insomma, un gesto tutt’altro che offensivo giustificato dalla foga oratoria mentre la Lezzi lanciava invettive nel corso di una seduta d’aula particolarmente concitata. Almeno questo sostiene D’Anna nella memoria difensiva spedita alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, che dovrà valutare se l’ex senatore dovrà subire un processo per quel gesto – riferito come “disgustoso”– dal gip di Roma Tamara De Amicis.
SECONDO D’ANNA, che per evitare di finire nelle aule di giustizia ha inviato ai suoi ex colleghi anche diversi link per rivedere su Youtube e Facebook la scena incriminata, si tratta insomma di un maledetto equivoco. Strumentalizzato per di più ad arte dai parlamentari del M5S. E usato come una clava nei suoi confronti dal magistrato che, sempre secondo l’interessato, avrebbe motivi di inimicizia nei suoi confronti, dato che con la De Amicis, il focoso verdiniano D’Anna, aveva già avuto a che fare in passato.
Ma riavvolgiamo il nastro di quel giorno: è il 2 ottobre 2015, al Senato si parlava di riforme costituzionali. Esplode una querelle tra il senatore Lucio Barani ( anche lui di Ala) e la Lezzi. D’Anna non sta nella pelle e dopo 20 minuti entra in scena con il suo gestaccio. “Sono intervenuto – dice l’ex senatore nella memoria – contestando l’atteg- giamento pretestuoso dei colleghi del gruppo M5S. In particolare contestavo alla senatrice Lezzi, che pure si agitava animatamente, indicando il pancione da donna incinta, la contraddizione tra la sua condizione, bisognevole di riposo e la violenza verbale dei gesti che lei e alcune sue colleghe stavano producendo nel tentativo di far saltare la seduta”.
Proprio su questi attimi dovrà decidere la Giunta, magari ricorrendo alla moviola, come si fa per gli episodi calcistici più contestati. Secondo la Lezzi, rivolgendosi a lei “il senatore D’Anna, in piedi, indica con entrambe le mani i propri genitali, mimando il gesto che l’interlocutore avrebbe dovuto abbassare il capo verso le sue parti intime”. Insomma un chiaro riferimento al sesso orale. D’Anna giura invece che le immagini “ritraggono prima la collega Lezzi con entrambe le mani nella tasca del cardigan che indossava mimando il suo stato interessante. E io che, in evidente polemica, ne mimavo la condizione indicando il ventre, la pancia, ma non certo i genitali, come subdolamente si vuol lasciar intuire”. Queste le due versioni, va detto, molto discordanti.
PER VINCENZO D’ANNA escludere l’insindacabilità per una vicenda tutta insita “nella normale contrapposizione parlamentare creerebbe un pericolosissimo precedente, tale da condizionare l’espressione del pensiero di ciascuno di voi, non più liberi di esprimere voti e opinioni”. Si rischierebbe insomma un “vulnus per il Parlamento intero”. Visto che in gioco ci sarebbero “le guarentigie di deputati e senatori previste dalla Costituzione a tutela dei rappresentanti del popolo”, che “devono essere sottratti a rischio di punizione per l’espressione delle proprie opinioni e per le azioni poste in essere a causa e nella funzione di parlamentare”.
Reggeranno le sue argomentazioni? Non resta che attendere: martedì l’ex senatore verrà audito dalla Giunta, che dovrà verificare se colpo basso e fallo di mano c’è stato. Magari anche alla moviola.
DALLA MEMORIA DEL SEN. D’ANNA
Si vede Lezzi con le mani nella tasca del cardigan mimando il suo stato interessante. E io che, in polemica, ne mimavo la condizione indicando il ventre, mica i genitali