Il Fatto Quotidiano

Ecco chi sono le sei cercatrici d’oro in finale mondiale

MONDIALI Stamattina l’ultima sfida contro la Serbia, l’unica squadra che finora ha battuto l’Italia (che però era già qualificat­a). Ieri la partita al cardiopalm­a contro la Cina olimpica

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

La palla cade a terra e a terra cadono anche le azzurre travolte dall’entusiasmo e dalla commozione. Ieri mattina, a Yokohama, l’Italia della pallavolo femminile ha vinto la semifinale del Mondiale contro la Cina, in una partita molto combattuta e si è aggiudicat­a un posto per la finale di oggi contro la Serbia. La “solita” Paola Egonu (per chi ancora non la conoscesse, è la ragazza alta 190 cm, capace di schiacciar­e a 90 e passa chilometri orari), ha messo a segno il suo 45° punto personale (record per una giocatrice in maglia azzurra e record per un Mondiale femminile) e ha chiuso il quinto e ultimo set, tiratissim­o, sul 17-15. Prima ha difeso una schiacciat­a dell’opposto cinese Gong Xiangyu e poi è andata ad attaccare una palla difficile che la difesa cinese non è riuscita a contenere. Istanti di incredulit­à vengono rotti dall’abbraccio di Miriam Sylla e Ofelia Malinov, che circondano la loro “bomber”. Poi arrivano le riserve e tutte le altre per un grande abbraccio. Tutte giù per terra a festeggiar­e piangendo. Questa giovanissi­ma Italia, età media sotto i 23 anni, torna in finale dopo 16 anni dal primo oro iridato e si prende la rivincita della sconfitta nella semifinale del Mondiale di quattro anni fa a Milano.

LA PARTITA era sembrata iniziare in scioltezza contro le campioness­e olimpiche allenate da una vecchia conoscenza per l’Italia, Jenny Lang Ping, ex giocatrice a Modena, Novara e Jesi e migliore pallavolis­ta del XX secolo. Le azzurre avevano già battuto la Cina nella fase iniziale del torneo, ma sapevano che le avversarie erano cresciute nel corso della competizio­ne. La squadra capitanata da Cristina Chirichell­a si aggiudica il primo set abbastanza facilmente ( 25- 18), perde di misura il secondo (21-25), si aggiudica il terzo staccando le avversarie di nove punti (25-16) e nel quarto set rischia di rovinarsi la partita: spreca due ma tch-ball permettend­o alle cinesi di recuperare, poi inseguono e alla fine perdono col risultato 29-31. Le azzurre allenate da Davide Mazzanti, però, sembrano non risentirne, conducono per quasi tutto il tie-break, sul 14-12 potrebbero chiudere la partita, ma si fanno riprendere. In difesa il libero Monica De Gennaro e le schiacciat­rici Lucia Bosetti e Miriam Sylla non lasciano cadere niente, Malinov in questi attimi gestisce il gioco puntando quasi tutto su Egonu che, alla fine, la mette giù.

Oggi alle 12.40 (ora italiana, diretta su Rai2) sfideranno la Serbia, argento a Rio nel 2016 e campioness­a d’Europa, l’unica squadra capace di battere l’Italia dopo le dieci vittorie consecutiv­e (ma l’Italia era già qualificat­a).

PER LE SERBEè la prima finale in un Mondiale, mentre per l’Italia è la seconda a 16 anni da quella di Berlino nel 2002, quando le giocatrici allenate da Marco Bonitta sconfisse- ro al quinto set gli Stati Uniti e conquistar­ono il primo oro iridato. “Abbiamo qualche sassolino da toglierci con la Serbia – è la dichiarazi­one di guerra di Sylla (23 punti per lei) –, come ad esempio la prima gara di Rio 2016. Ci sono tante cose che noi quest’anno vogliamo riprenderc­i”. “Dobbiamo studiare la Serbia e vedere il match giocato contro l’Olanda – spiega con più freddezza l’allenatore Mazzanti –. Cercheremo di individuar­e delle situazioni per metterle in difficoltà”. Non sarà una sfida affatto facile. La Serbia è data sin dall’inizio del Mondiale giapponese come una delle possibili vincitrici e ha giocatrici molto veloci e potenti. Se l’Italia ha Paola Egonu, loro hanno Tijana Boskovic, opposto di 21 anni alta 193 centimetri e dotata di grande potenza.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy