Il Fatto Quotidiano

Terzo Valico Le ragioni per non fermarlo si chiamano Salini-Impregilo e Condotte

- GIANNI MARINOZZI GERMANA MARTANO DIRETTORE GENERALE ANASF GIORGIO MELETTI B.S. PAOLO ANNUNZIATO PRESIDENTE DEL CIRA VDS

DIRITTO DI REPLICA Intervenia­mo a proposito dell’articolo “Non lasciamo l’educazione finanziari­a ai soliti banchieri” pubblicato il 17 ottobre. Il mese dell’educazione finanziari­a nasce su impulso del Comitato istituito dal Mef, che si è posto come obiettivo quello di impostare e condivider­e una strategia volta a innalzare la cultura finanziari­a degli italiani. Un’iniziativa deprecabil­e? Non secondo noi. Numerose ricerche evidenzian­o uno scarso, e quindi allarmante, livello di cultura finanziari­a tra i risparmiat­ori del nostro Paese. Promuovere l’educazione finanziari­a dei cittadini significa contrastar­e questo radicato atteggiame­nto attribuend­o a ogni singolo cittadino non responsabi­lità, quanto piuttosto consapevol­ezza delle proprie scelte. Anasf si impegna dal 2009 in questo senso, con economic@mente – metti in conto il tuo futuro, progetto rivolto agli studenti delle scuole medie superiori di secondo grado. L’iniziativa, completame­nte gratuita per tutte le scuole che vi aderiscono, ha come scopo quello di fornire ai giovani gli strumenti di conoscenza del mondo del risparmio, partendo LEGGO SUL “FATTO” che le analisi tecniche del ministero delle Infrastrut­ture dicono che il Terzo Valico va fatto “perché tornare indietro costerebbe più che continuare”. Peccato però che una regola managerial­e, e di buon senso, dica che le decisioni si prendono sui soldi ancora da spendere, non su quelli già spesi. Se la nuova ferrovia da Genova a Tortona non si giustifica economicam­ente non va fatta, punto. Se chi deve decidere sulle Grandi opere ragiona in questo modo continuere­mo a buttare via soldi che potrebbero invece essere utilizzati per investimen­ti utili che stanno in piedi anche economicam­ente. IL COSIDDETTO TERZO VALICO, caro Marinozzi, è una storia esemplare dal 1991, cioè da 27 anni. Che serva a qualcosa non lo ha mai pensato nessuno. Ad agosto 1991 l’operazione Alta velocità nacque per la T, Torino-Venezia e Milano-Napoli. Il gigantesco affare fu spartito senza gara ma con purissimo “metodo sticazzi” tra Iri, Eni e Fiat. Raul Gardini, che aveva appena pagato la tangentona Enimont, reagì: “Con tutti i soldi che vi ho dato mi lasciate fuori?”. A fine 1991, tre mesi prima dell’inchiesta Mani pulite, si inventò per la Montedison la Genova-Milano, treno veloce che avrebbe consentito di lavorare a Milano vivendo in Riviera. Per vent’anni i conti non sono tornati e nessuna banca ha avuto il coraggio di finanziarl­o. Nel 2011 il governo Monti, mentre ci infliggeva la riforma Fornero per evitare il default, stanziò 6,2 miliardi per l’opera che non si sosteneva economicam­ente. I 6,2 miliardi bastano per arrivare a Tortona, 52 chilometri. Per Milano ne mancano altri 100, in tutto saranno 20 miliardi. Finora hanno speso 1,5 miliardi. Nel frattempo nessuno dice se serviranno per le merci o i passeggeri. Siccome spendere 20 miliardi per i passeggeri è dalle loro esigenze. Chi sono i formatori? Sono nostri associati che hanno seguito a loro volta con Progetica un percorso di abilitazio­ne a entrare in aula. Nessun riferiment­o alle società di appartenen­za, nessun cappello e nessun brand, se non quello della nostra Associazio­ne, a garanzia dell’abilitazio­ne a incontrare i ragazzi e a erogare i moduli formativi. Nessun compenso, infine. A ulteriore testimonia­nza della bontà del nostro progetto ci sono i numeri: 891 corsi av- assurdo (costerebbe meno andare a prendere ciascuno a casa con la limousine), si racconta la bubbola delle merci che, sbarcate al porto di Genova, raggiunger­ebbero il centro dell’Europa alla velocità del suono, spezzando le reni al porto di Rotterdam (a proposito, staranno già razionando il Gouda in vista della miseria?). In verità c’è una sola ragione per non fermare i cantieri del Terzo Valico. Si colpirebbe­ro le due imprese che da sempre, senza gara e per investitur­a divina, detengono l’appalto da 6,2 tendenti a 20 miliardi: Salini-Impregilo e Condotte, due delle aziende più amate dai politici italiani, che ne sono riamati. Una catena di affetti che neanche il M5S può spezzare, soprattutt­o nella versione “statisti per caso”. viati in 84 provincie italiane, per un totale a oggi di 340 scuole, molte della quali (131) hanno tenuto il nostro progetto in più classi, svolgendol­o in almeno due anni scolastici diversi. Non stupisce che i promotori (ovvero venditori) finanziari s’industrino per tirare l’acqua al proprio mulino. La cosa indecente è che il Comitato Edufin e a monte il mistero dell’Economia e della Finanza (MEF) appoggino iniziative inficiate da così gravi conflitti d’interessi. Comunque il numero degli interventi dell’Anasf nelle scuole non dice nulla della loro qualità.

Si spiega piuttosto con la sciagurata alternanza scuola-lavoro. Per coprire il monte-ore imposto dalla c.d. Buona Scuola, gli studenti sono stati dirottati dappertutt­o: in agenzie assicurati­ve a fare gli stagisti, a feste di partito a fare i camerieri, in conferenze e corsi di ogni genere ecc. L’articolo riportava fedelmente quanto segnalato dalla Corte dei Conti (con riferiment­i anche alla gestione finanziari­a del 2017) che sottolinea­va anche ulteriori e molteplici punti critici – rischi di conflitto d’interessi, ex direttore pagato come fosse in carica in virtù di un accordo precedente, necessità di ulteriori valutazion­i di sostenibil­ità finanziari­a – che, a questo punto, non possiamo fare a meno di sperare siano anch’essi in fase di risoluzion­e.

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Ansa Inutile dal 1991Monti stanziò 6,2 mld per l’opera

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