“Marra aveva un ruolo, altro che passacarte”
Sentita un’investigatrice sull‘incarico al fratello del dirigente. Il 23 parla la sindaca
Raffaele
Marra “non era un semplice passacarte”. Così in aula Maurizia Quattrone, dirigente della Squadra mobile di Roma, ha difeso le indagini che hanno portato all’impianto accusatorio nei confronti di Virginia Raggi, ora a processo per falso documentale per la nomina (poi revocata) a capo del dipartimento Turismo di Renato Marra, fratello dell’ex braccio destro della sindaca, Raffaele. La Quattrone, ieri, in aula, ha spiegato che nella procedura di interpello che portò nel 2016 alla formazione della nuova macrostruttura del Campidoglio, Raffaele Marra ebbe un “ruolo attivo”. D’altronde, in quel momento, era capo del Personale. Un ruolo che – ed è questa l’accusa dei pm di Roma – la sindaca, in una risposta all’allora responsabile prevenzione della Corruzione del Campidoglio, definì “di mera e pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali”. Da qui l’accusa di falso.
MA CHE MARRA ebbe un ruolo nella nomina del fratello lo hanno riferito anche altri testimoni. Il punto è che – ed è questa la difesa della Raggi – da capo del Personale si relazionava con gli assessori e non direttamente con la sindaca, la quale, a sua detta, non era a conoscenza delle trame in quel momento in Campidoglio. Per dimostrare ciò, la difesa punta su alcuni messaggi con Raffaele Marra in cui la sindaca si stupiva dell’au- mento di stipendio del fratello.
Alcune di queste chat, insieme ad altre conversazioni intercettate fra giugno e novembre 2016, sono state lette in aula dalla Quattrone. “Presidenti di municipio, assessori e persone che facevano parte degli uffici di diretta collaborazione della sindaca, si sono rapportati con Marra per fornirgli nominativi di persone di loro gradimento e incarichi che gli venissero assegnati”, dice la dirigente della Squadra mobile. “Il loro punto di riferimento – aggiunge – era Marra e non De Santis (delegato dalla sindaca per il personale, ndr)”. “Ma è successo solo in sei casi su 191 posizioni organizzative da sistemare”, hanno ribattuto gli avvocati di Raggi ottenendo la risposta affermativa della teste.
Sull’interpello per il nuovo comandante della Polizia Locale – il fratello di Raffaele guidava il gruppo Gssu – secondo quanto riportato da Quattrone, Raggi dice a Marra che promuovere Renato all’interno del Corpo sarebbe stato inopportuno dal punto di vista mediatico. Il 12 novembre 2016, la sindaca su Telegram chiede a Raffaele Marra: “Ma sta sempre con Adriano (Meloni, ndr)?”. Qui secondo la lettura di Quattrone, “la sindaca avrebbe dovuto sapere dove si trovava Renato Marra, visto che le posizioni le aveva decise lei”. Inoltre Raffaele aveva detto in chat alla Raggi di averle già chiarito che il compenso di Renato sarebbe stato uguale a quello che avrebbe percepito se fosse stato promosso a vicecomandante dei vigili. “Infatti abbiamo detto vice no”, aveva risposto la Raggi lasciando intendere, secondo la difesa, che non fosse a conoscenza della crescita stipendiale.
LA SINDACA sarà in aula il 23 ottobre. Due giorni dopo, il pm Dall’Olio ha chiamato Raffaele Marra (che potrebbe astenersi). La sentenza sarà il 9 novembre.