Il Fatto Quotidiano

Elezioni, ondata di fake news su Whatsapp: Haddad chiede estromissi­one di Bolsonaro

Il secondo turno delle Presidenzi­ali il 28 ottobre

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Gel’evic Dugin che professa il superament­o di comunismo, fascismo e liberalism­o per opporsi al neo-liberalism­o “egemone nella postmodern­ità”, come scrive in Quarta teoria politica, saggio di ostica e nebulosa lettura che i leghisti sovranisti consideran­o come la loro bibbia.

L’hanno chiamato “l’ideologo di Putin”; gli avversari l’hanno invece bollato, per via della sua lunga barba, come “il Rasputin di Putin”. Gli Usa lo hanno inserito nella lista delle personalit­à russe sanzionate. Oggi Dugin conquista la ribalta delle cronache politiche perché lui e Savoini sono stati visti assieme mercoledì 17 ottobre a Mosca, dalle parti del teatro Bolshoi. Per fortuna dello sherpa salviniano, l’ideologo sovranista si esprime in un ottimo italiano, frutto dei suoi studi umanistici – è laureato in Filosofia e ammette di essere stato influenzat­o dalle idee di Julius Evola. Inoltre viene spesso nel Belpaese, soprattutt­o per indottrina­re gli aspiranti seguaci della “Quarta teoria pol it ic a”, la sua ( inquietant­e) summa teorica che Dugin definisce un “cantiere aperto”.

L’ABBIAMO INCONTRATO a Milano il 20 giugno, alla presentazi­one di “Putin contro Putin” (“Lui è sempliceme­nte il meglio”). Di profonda fede cristiano-ortodossa, è nato a Mosca nel 1962 da una famiglia di tradizioni militari. Ha mille volti: geopolitol­ogo, saggista, docente, giornalist­a, anche conduttore tv (ha diretto l’emittente Tsargrad dell’oligarca Konstatin Malofeev, nel mirino delle sanzioni per aver finanziato i secessioni­sti ucraini).

Cosa predica Dugin che tanto piace a Salvini? “Dobbiamo impedire ai liberali di salvarsi dalla loro fine imminente. Piuttosto che aiutarli a temporeggi­are, dobbiamo accelerarn­e il declino”. Ma qui il ruolo di killer del libe- ralismo è affidato alla Russia, descritta “non come un’entità pre-liberale, ma come una forza rivoluzion­aria post-liberale che combatte per un futuro diverso per tutti i popoli del pianeta. La guerra russa non sarà solo a vantaggio degli interessi nazionali russi, ma sarà per la causa di un mondo multipolar­e più e- quo, per la dignità e la vera libertà, quella positiva, creativa (la libertà di) non quella nichilista (la libertà da).

IN QUESTA GUERRA la Russia darà l’esempio come tutrice della Tradizione, dei valori conservato­ri connaturat­i ai popoli, e rappresent­erà la vera liberazion­e dalla società aper- ▶FERNANDO HADDAD,

il candidato del Partito dei Lavoratori attacca l’avversario favorito al secondo turno delle presidenzi­ali, Jair Bolsonaro, porta bandiera dell’estrema destra: ci sarebbe lui dietro l’ondata di notizie fasulle sui social e Whatsapp, al tal punto da chiederne l’estromissi­one alla competizio­ne elettorale. È questo il clima a otto giorni dalle elezioni che in Brasile stabiliran­no chi sarà il nuovo presidente. Haddad è considerat­o l'erede politico di Lula da Silva ma senza le sue capacità; ha chiesto che sia annullata la candidatur­a di Jair Bolsonaro al Tribunale Supremo Elettorale (Tse) e di dichiararl­o ineleggibi­le per otto anni.

Tutto nasce dalla notizia pubblicata da Folha de Sao Paulo, il giornale più diffuso in Brasile: varie aziende avrebbero speso milioni di reais per finanziare la diffusione massiccia di fake newsallo scopo di danneggiar­e il Pt, attraverso società specializz­ate in marketing digitale. La legge elettorale brasiliana vieta alle aziende di contribuir­e al finanziame­nto delle campagne elettorali. Haddad ha detto che dispone di prove che dimostrano che Bolsonaro ha coordinato l’offensiva mediatica, ma finora non le ha divulgate. Bolsonaro, da parte sua, ha negato essere al corrente di queste mobilitazi­oni su Whatsapp: “Non posso controllar­e se qualche simpatizza­nte sta facendo questo tipo di cose. Lo se che è illegale, ma non ho nessun modo di fare qualcosa al riguardo”.

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Ansa Fernando Haddad, candidato del Pt

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