Il Fatto Quotidiano

Assange ospite sgradito: gatto compreso

Il fondatore di Wikileaks fa causa all’Ecuador che lo accoglie nell’ambasciata da sei anni

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Santuario.

Esilio dorato. Prigione dorata. Prigione senza scampo: sono le tappe dei sei anni di Julian Assange n el l ’ ambasciata dell’E cu ador a Londra. Ospite ormai indesidera­to, ieri ha annunciato che farà causa per “violazione dei suoi diritti fondamenta­li e delle sue libertà” al governo di Quito.

Il fondatore di Wikileaks accusa l'Ecuador di aver “tagliato in modo sommario ogni accesso al mondo esterno, negato a giornalist­i e organizzaz­ioni dei diritti umani il permesso di vederlo e installato tre dispositiv­i per impedirgli di telefonare ed accedere ad internet”. Limitazion­i che, secondo il legale di Assange Baltasar Garzon, rendono la sua permanenza in ambasciata “disumana”. Nel 2012 Assange aveva ottenuto la protezione dell’allora presidente dell’Ec uador Rafael Correa, che tuttora lo sostiene. Ma il neo presidente Montero ha molto a cuore l’alleanza con gli Stati Uniti, che vogliono processare Assange per spionaggio, e da sette mesi i rapporti si sono deteriorat­i in modo irreparabi­le.

LA SCORSA settimana l’ospite si è visto recapitare una lettera dell’ambasciata con ulteriori limitazion­i. Uno dei passaggi dà l’idea dello stato della convivenza: “Per garantire l’igiene dell’a mbasciata, il signor Julian Assange e i suoi visitatori si occuperann­o della pulizia del bagno e degli altri spazi che utilizzano. Il signor Julian Assange si occuperà del benessere, dell’alimentazi­one, del- la pulizia e della cura del suo animale domestico”. Povero gatto. Dettagli dal peggiore dei divorzi, dati in pasto alla stampa. Ma al di là delle note triviali, il documento contiene condizioni precise: chiunque voglia vederlo deve condivider­e con le autorità ecuadorian­e dettagli come i propri usernamesu­i social e i numeri seriali di telefoni e tablet, da “condivider­e con altre agenzie”. L’intento sembra chiaro: alzare il livello dello scontro fino a rendere inevitabil­e l’abb an do no dell’ambasciata. Senza alternativ­e per Assange se non l’arresto da parte della polizia britannica. E l'estradizio­ne negli Stati Uniti.

Le cose cambiano L’ex presidente Correa lo tutelava, Montero invece privilegia i rapporti con gli Usa

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Ansa Rischio estradizio­ne Gli inglesi potrebbero consegnare Julian Assange agli Usa che lo accusano di aver divulgato notizie top secret
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