Il Fatto Quotidiano

Diciotti: ora Salvini è mezzo “assolto”

L’indagine I giudici di Palermo escludono il sequestro di persona a Lampedusa e inviano ai colleghi gli atti sull’attesa nel porto etneo

- » GIUSEPPE GIUSTOLISI E ALESSANDRO MANTOVANI

C’è un primo “verdetto ” che consente a Matteo Salvini di esultare anche se, lo dice lui stesso in un comunicato, “la partita giudiziari­a non è ancora chiusa”. È la partita della nave Diciotti, ovvero dell’accusa di sequestro di persona che il vicepremie­r e ministro dell’Interno definisce “incredibil­e”: il Tribunale dei ministri di Palermo, al quale la Procura di Agrigento aveva trasmesso gli atti, ha stabilito che nelle acque di sua competenza “non sono emersi reati”, anzi “fu difeso meritoriam­ente dalla Guardia costiera l'interesse nazionale”. Se Salvini ha commesso reati dopo il 20 agosto, quando alla nave Diciotti della Guardia costiera è stato consentito di attraccare a Catania ma senza permettere lo sbarco dei migranti e del personale di bordo, lo stabilirà la Procura di Catania, alla quale sono giunti nei giorni scorsi gli atti trasmessi dal collegio palermitan­o, presieduto dal giudice Fabio Pilato e formato dai colleghi Filippo Serio e Giuseppe Sidoti. Tocca, per ora, all’ufficio guidato dal procurator­e Carmelo Zuccaro, lo stesso che ha scelto la linea dura contro le Ong che salvavano i migranti in mare con un’impostazio­ne che i giudici non hanno poi condiviso.

È LA VICENDAcom­inciata la notte del 15 agosto. Il Viminale per dieci giorni non ha consentito lo sbarco dei migranti (inizialmen­te 190) soccorsi dalla Guardia costiera nella zona di soccorso (Sar) italiana dopo che Malta a- veva lasciato transitare il loro pericolant­e barcone. Salvini se l’è presa con la Guardia costiera sostenendo che il Viminale non era stato informato e questo non era vero. Poi a Lampedusa è stato permesso di toccare terra a 13 fra malati e donne con figli minori. E dal 20 agosto è iniziata l’attesa nel porto di Catania dove è stato necessario l’intervento del Garante dei detenuti Mario Palma e del Tribunale dei minorenni per ottenere lo sbarco degli altri 29 under 18 ancora a bordo. Infine, il 25 agosto, il Viminale ha fatto scendere gli altri 150. Nel frattempo Salvini, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Enzo Moa- vero Milanesi avevano cercato soluzioni “europee”, ottenendo però solo la disponibil­ità del governo irlandese e di quello albanese ad accogliere una quarantina di richiedent­i asilo. Quasi tutti però, inizialmen­te accolti da strutture ecclesiast­iche, si sono dileguati in Italia.

“Nei primi giorni di intervento della nave Diciotti al largo di Lampedusa, per il salvataggi­o dei 190 migranti che si trovavano a bordo di un barcone provenient­e dalla Libia, non sono emersi reati. Fu anzi difeso meritoriam­ente dalla Guardia costiera l'interesse nazionale”, scrivono i giudici palermitan­i nelle 60 pagine del provvedime­nto con cui trasmetton­o gli atti ai colleghi del capoluogo etneo. Nel fascicolo ci sono i ver- bali degli ufficiali della Guardia costiera e dei funzionari del Viminale, i primi chiedevano il porto in cui far sbarcare i naufraghi e i secondi, su indicazion­e del ministro Salvini, rispondeva­no che il porto non c’era, contravven­endo alle regole fissate nel 2015. Dal 15 al 20 agosto, per il collegio palermitan­o c’è stata "solo una attività di pressione diplomatic­a nei confronti di Malta, perché adempisse i doveri previsti dalle convenzion­i internazio­nali che regolano il salvataggi­o e l'accoglienz­a dei flussi migratori. Poi la nave fece uno scalo nei pressi di Lampedusa, dove, con alcune motovedett­e, furono sbarcati 13 migranti ammalati. Gli altri 177, sempre in quella prima fase, non furono oggetto di alcun reato, men che meno il sequestro di persona, perché nei primi giorni si stava cercando una soluzione diplomatic­a per l'accoglienz­a, che poi non fu trovata”.

CONTATTATO dal Fatto, il procurator­e Zuccaro conferma: “Il Tribunale dei ministri di Palermo ha valutato che non stati commessi reati nel periodo in cui la nave è transitata a Lampedusa. I giudici palermitan­i hanno fatto una dissertazi­one dottrinale sul rapporto tra la tutela di un diritto soggettivo e la tutela di un interesse pubblico”. E ancora: “Dobbiamo fare le nostre valutazion­i di merito per il periodo di transito che ricade nella competenza di questo ufficio”.

A Catania per il Tribunale dei ministri sono stati sorteggiat­i i giudici Nicola La Mantia, Paolo Corda e Sandra Levanti. Saranno loro, eventualme­nte, a chiedere al Senato l’autorizzaz­ione a procedere contro Salvini. Che intanto, come si conviene a un ministro, continua a irridere la magistratu­ra: “Giudici o non giudici, non arretro di un millimetro! Giudici chiudetela qui e lasciatemi lavorare. Un giudice di Agrigento mi ha indagato, l'indagine è poi passata a Palermo e poi a Catania, non so se è come il gioco dell'oca. Più mi indagano e più mi fanno venire voglia di lavorare e difendere i confini di questo splendido Paese”.

Il provvedime­nto ”Difeso l’interesse nazionale”, il vicepremie­r esulta e irride i magistrati: “Sembra il gioco dell’oca”

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Ansa Matteo Salvini è ministro dell’Interno
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Il capo della Lega

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