Ischia: sanatoria confermata, ma perde pezzi
AbusivismoUn emendamento della maggioranza conferma la sanatoria nel decreto Genova
Idue
condoni targati Salvini e Di Maio corrono ormai appaiati in Parlamento sotto l’ala protettiva dell’accordo sulla pace fiscale e di tutto sanno tranne che di cambiamento. Anche la ricostruzione a spese dello Stato, con condono integrato, per gli immobili abusivi nei Comuni di Ischia colpiti dal terremoto si richiama, con un preciso riferimento di legge, alla sanatoria varata dall’esecutivo guidato dal segretario del Psi, Bettino Craxi, nel 1985. Perfino le associazioni ambientaliste sono costrette a tornare all’attacco rispolverando antichi slogan. E nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, dove è all’esame il provvedimento, grillini e leghisti cercano di indorare la pillola con qualche colpo di maquillage. Un nuovo emendamento al dl Genova presentato dai due relatori Gianluca Rospi (M5S) e Flavio Di Muro (Lega) dispone che, entro sei mesi, le autorità competenti dovranno chiudere le procedure di sanatoria presentate ai sensi del condono del 2003 e, in ogni caso, gli aiuti di Stato per la ricostru- zione non saranno concessi per aumentare il volume degli immobili oggetto di condono. Inoltre le domande di sanatoria ancora pendenti, saranno definite previo rilascio del parere dell’autorità di tutela del vincolo paesaggistico. Non sarà poi concessa nessuna sanatoria nel caso in cui il proprietario risulti condannato con sentenza definitiva “per i reati di associazione di tipo mafioso, riciclaggio o impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita”.
L’EMENDAMENTO di maggioranza che conferma i contributi pubblici per gli edifici abusivi, supera ogni immaginazione e continua a evocare fantasmi. “Nonostante le parole rassicuranti del vicepremier Luigi Di Maio, secondo il quale nel decreto Genova non c'è nessuna sanatoria per Ischia, il condono edilizio esiste – ribadisce il presidente di Legam- biente, Stefano Ciafani –. Basta leggere l’articolo 25 dove si prevede una sanatoria tombale per l’isola campana secondo la quale si devono concludere i procedimenti ancora pendenti facendo riferimento alle sole disposizioni del primo condono, ossia la legge 47/1985 approvato dal governo Craxi: una norma che consentirebbe di sanare edifici che perfino i due condoni approvati dai governi Berlusconi nel 1994 e 2003 vietavano, proprio perché posti in aree pericolose da un punto di vista idrogeologico e sismico, oltre che vincolate paesaggisticamente”. L’emendamento poi all’articolo 25 “è un imbro- glio, perché non modifica il testo ma aggiunge un passaggio, il nulla osta paesaggistico, già previsto e obbligatorio nella normativa del 1985”. L’associazione ambientalista invita i parlamentari ad abrogare il riferimento al condono di Craxi “una sanatoria tombale che domani potrebbe essere estesa a tutta Italia, come è stato già proposto per le aree del cratere del terremoto del Centro Italia”. “Siamo di fronte a un condono vero e proprio con caratteristiche nuove e particolari come se Ischia fosse una repubblica autonoma – rincara l'esponente Verde Angelo Bonelli – nemmeno Berlusconi ai tempi del Piano casa era arrivato a tanto”.
L’eredità di Craxi La norma a cui si richiamano i gialloverdi è una legge del 1985. Legambiente: “Abrogatela”