FI ormai evapora: Salvini ha perso il secondo forno
I risultati in Trentino e Alto Adige non migliorano i rapporti tra gli ex alleati: Salvini mangia Silvio ma non è autonomo
Nonostante il successo della Lega e la débâcle di Forza Italia, l’ordine di scuderia in via Bellerio è di non esultare troppo. Niente toni trionfalistici, per non umiliare l’alleato. Tanto che ieri i commenti dei leghisti alle elezioni a Trento e Bolzano si contavano sulle dita di una mano e l’unico a lasciarsi andare, parlando di risultato eccezionale, è stato il segretario umbro Virginio Caparvi. Il capovolgimento dei rapporti di forza è impressionante: a Bolzano, Lega a 11,1% e FI all’1%; a Trento, Lega al 27 e FI al 2,8; sul totale dell’Alto Adige, Lega al 17,1% e FI all’1,5, superata anche da Casapound all’1,6. Male anche FdI (1,5%), erede di un partito, l’Msi, che qui viaggiava sopra il 10% grazie alla difesa dell’italianità. La linea di Salvini – che non sta nella pelle dalla gioia – è quella di non far innervosire gli azzurri. Per due motivi. Il primo è che buona parte dei voti guadagnati dalla Lega in Trentino sono sottratti a Forza Italia, quindi il saldo del centrodestra resta invariato. In secondo luogo, il leader leghista considera l’al lean za
Macerie e altre liti Biancofiore si dimette da coordinatrice a Bolzano, Toti e Carfagna: frecciate a colpi di Nanni Moretti
con gli azzurri in stand by, ma ancora viva, solo con pesi e contrappesi capovolti.
In Forza Italia, naturalmente, l’aria è tetra. Ma anche qui si fa un po’lo stesso ragionamento. “Se la Lega aumenta e noi arretriamo, per il centrodestra non c’è da esultare. Il Carroccio non dovrebbe aver alcun interesse a spianarci, perché da solo Salvini non vince”, osserva Giorgio Mulè, ex direttore di Panoramaoggi deputato azzurro. Che aggiunge: “Il risultato va visto in prospettiva: ci sono intere aree del Sud dove la Lega non sfonda e dove siamo noi a essere avanti. La vittoria di Fugatti è anche nostra, fare un derby tra di noi non conviene a nessuno”.
Il pessimo risultato forzista, però, ha prodotto due effetti im- mediati. Da un lato ha fatto ri-sprofondare l’umore di Berlusconi, che ci aveva messo la faccia. Tanto che ora l’ex Cav. sta rivalutando la possibilità di non candidarsi alle Europee. Dall’altro, ha riacceso lo scontro interno. Con Giovanni Toti all’attacco. “Temo che con questa classe dirigente non vinceremo mai”, dice Toti, usando le stesse parole di Nanni Moretti nel 2002 in piazza Navona, contro i vertici del centrosinistra. “Se Toti vuol citare Moretti, gli consiglio Ecce Bombo: mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente…”, la risposta pepata di Mara Carfagna. “Toti non giochi allo scaricabarile, le responsabilità vanno condivise”, afferma Mariastella Gelmini.
SECONDO il governatore ligure, FI arretra perché critica troppo il governo, schierandosi così con Bruxelles, “cosa che fa venire l’orticaria ai nostri elettori”. L’altro fronte, compreso Berlusconi, la pensa all’opposto: i voti calano perché non critichiamo abbastanza l’esecutivo gialloverde. Due posizioni inconcilia- bili. Tanto che il governatore ligure era pronto a uscire e fare un nuovo partito solo due settimane fa, con tanto di annuncio nella sede della stampa estera a Roma. Poi si è fatto due calcoli e ha cambiato idea: meglio stare in minoranza dentro Fi e fare da sponda alla Lega che fondare un inutile partitino “alla Alfano”. Visione, dicono, condivisa anche da Salvini. Intanto, mentre Michaela Biancofiore si è dimessa da coordinatrice del Trentino, sono saltati gli stati generali azzurri del Sud previsti questo fine settimana a Ischia: “Condizioni meteo avverse”. E non solo.
Ci sono intere aree del Sud dove la Lega non sfonda, fare un derby tra di noi non conviene a nessuno
GIORGIO MULÉ