Il Fatto Quotidiano

Don Biancalani: “Randellano chi porta umanità”

Il parroco di Vicofaro, dagli attacchi di Forza Nuova al blitz interforze alla “pizza del rifugiato”

- » ENRICO FIERRO

“Ai 190 cittadini e parrocchia­ni che hanno firmato un esposto contro di noi, dico una cosa sola: incontriam­oci, parliamo”. Don Massimo Biancalani non molla, lancia appelli al dialogo alla sua gente. Il blitz di sabato scorso lo ha colpito, le parole del suo vescovo (“bisogna abbassare i toni ed evitare il clamore”) lo hanno “amareggiat­o”. “Sabato sera sono arrivati in cinquanta, con le divise di diversi colori, c’erano ispettori della Asl e vigili del fuoco. A un certo punto ho pensato che volessero arrestarmi”.

RIDE, il prete dell’accoglienz­a al centro di attacchi e polemiche. Quelle col ministro dell’Interno Matteo Salvini sono antiche e nascono da un bagno in piscina. Agosto di un anno fa, il prete organizza una giornata di relax per i rifugiati ospiti della sua chiesa e posta una foto su Fb: “Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici”. Replica di Matteo Salvini, non ancora ministro, ma già compulsivo produttore di tweet e post. “Questo Biancalani è un prete anti-leghista, antifascis­ta e direi anti-italiano… Buon bagnetto”. Dall’ironia social agli striscioni di Forza Nuova (“Don Biancalani tanto fumo e poco ince nso”), fino ai militanti neofascist­i in Chiesa “per controllar­e la Messa”. Sabato il blitz. “C’era tanta gente venuta alla nostra pizza del rifugiato – racconta il sacerdote -. È un momento di incontro, di pace e solidariet­à. Le pizze le avevamo prese da fuori, ci erano state regalate da circoli e ristoranti. Hanno controllat­o tutto, le cucine e la caldaia. Non ci hanno fatto contestazi­oni”. Nei mesi scorsi il Cas (Centro di accoglienz­a straordina­ria) è stato chiuso e a don Biancalani sono state fatte contestazi­one sui locali della parrocchia che ospitano una sessantina di rifugiati. Caldaia, impianto termico, cucine, vie di fuga, antincendi­o. “Stiamo lavorando per mettere le cose a posto, al Comune e alla Asl hanno una ampia do- cumentazio­ne fotografic­a di quello che stiamo facendo”, replica il prete. “Ma non abbiamo l’anello al naso, non si organizza un blitz interforze di sabato sera così all’improvviso, ci vogliono ordini precisi dall’alto. La questione è politica. Chi cerca di portare umanità viene randellato, le Ong, Mimmo Lucano e la sua Riace, noi. Un prete che apre le porte, accoglie a costo zero, grazie alla solidariet­à dei suoi parrocchia­ni offre assistenza sanitaria, crea le condizioni perché un ragazzo rifugiato possa iscriversi alle superiori, costruisce laboratori e un orto biologico, tutto questo dà fastidio. È un cattivo esempio”.

SUL DOCUMENTO dei 190 cittadini del quartiere (“qui non si vive più tranquilla­mente”, si legge), il sacerdote si dice disponibil­e al confronto. “La parrocchia conta 7 mila fedeli, 190 hanno firmato, parliamo- ne. Non mi sono mai nascosto le difficoltà, anche quando un nostro ospite ha avuto problemi con lo spaccio di droga. Chi si muove in questi ambienti sa che corre dei rischi”. Vicofaro e la parrocchia di don Massimo sono al centro di uno scontro duro. “La politica resti f uo r i ”, scrive il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, che si dice “a mar egg iat o” per il blitz di sabato, parla di “escalation insopporta­bile”, invita a “spegnere i riflettori e cercare ciò che ci unisce”. Il vescovo attacca i governi locale (a Pistoia la giunta è di centrodest­ra) e nazionale: “La linea dura di rigore non è ragionevol­e e rischia di offrire spazi a sentimenti razzisti e xenofobi indegni dell’uomo e del nostro Paese”. Ma ne ha anche per don Massimo: “Molto dipende da lui, credo che se ne stia rendendo conto. L’ accoglienz­a non è in discussion­e, ma l’accoglienz­a vera mira all’ integrazio­ne ”. Insomma, si abbassino i toni. Parole che il sacerdote legge con “amarezza”. “L’analisi del vescovo è ingiusta perché interpreta il clamore che Vicofaro ha avuto in questi mesi come la volontà di qualcuno di esporsi”. Che farà il prete dell’accoglienz­a non amato da Salvini e odiato dai fascisti? “Semplice, andremo avanti. Papa Francesco ci ha detto di aprire le porte, noi lo abbiamo fatto”.

Assediato “L’appello contro di me? Sono 190 firme su 7 mila Continuere­mo ad aprire le porte come dice il Papa”

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Ansa Don Massimo Biancalani
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