Autonomia A un anno dal referendum molti la vogliono, ma nessuno sa cosa sia
Gentile ministro Di Maio, voglio testimoniare con questa mia la disperazione (il termine edulcora la realtà) delle donne, che a tradimento degli obiettivi perseguiti dai gruppi Movimento Opzione Donna e Opzione Donna Proroga al 2018, hanno saputo dalle amministratrici che una manciata di donne, figlie di un Dio minore, sarebbero rimaste escluse dalla proroga. Parliamo di quelle nate nella seconda parte del 1960 e nella prima parte del 1961. Abbiamo lottato, da 3 anni a questa parte, come le altre e abbiamo condiviso delle parole d’ordine: “Proroga con gli stessi requisiti” e “Non una di meno”. Se, come ci è stato detto, il requisito dell’età anagrafica viene innalzato di un anno, la proroga deve necessariamente essere spostata al 2019, facendo ricadere i costi sul 2020, e non restare bloccata al 2018 con l’esclusione di una parte di noi. Lo dico da donna, da cittadina, da chi vi ha votato. Non lasciateci in mezzo al guado, vi chiedo di onorare la promessa per intero. Metà non basta. Abbiamo creduto in voi, non tradite il cambiamento di cui ci facciamo paladini, non tradite le donne. Un pugno di donne disposte a rinunciare al 30% dell’assegno non può certo essere un problema per il bilancio dello Stato. Lo dico a lei, ministro Salvini: trovi le risorse per colmare questa iniquità che si sta per abbattere sulle nostre vite.
Renzi in tv crede di poterci ingannare come un tempo
Se Renzi continua le sue comparsate in televisione, il Pd, a breve, sarà al 5% scarso. L’ho visto, obtorto collo a causa, forse, di una piccola parte masochistica del mio essere, l’altra sera dal bravo Floris. Il “ragazzo” non ha il minimo sospetto di stare, da un po’ di tempo, per il suo atteggiamento e per le sue azioni, sulle palle alla stragrande maggioranza degli italiani. Crede ancora gli sia possibile, grazie alle false ammissioni sul suo orrendo carattere e sui suoi “piccoli” errori, in- È PASSATOUN ANNO dal referendum consultivo con cui Zaia ha fatto votare i veneti (a loro spese, 14 milioni di euro) sull’autonomia regionale. I cittadini veneti votanti a favore della richiesta furono, per effetto di una comunicazione nebulosa, attratti dall’ipotesi di una maggiore autonomia fiscale e dall’idea che più soldi sarebbero rimasti in Veneto. Sorvolando sull’inutilità della consultazione credo sia ormai evidente che la questione del trattenimento dei proventi fiscali in regione non è mai stata oggetto di discussione e che, anzi, si continua a sostenere da parte di varie fonti ufficiali del governo che una possibile cessione di competenze sarà solo a costo zero per le casse statali: materie in più sì, soldi in più no. SI NAVIGA A VISTA: tutti la vogliono, ma che cosa sia esattamente l’autonomia non è ancora chiaro. Né quali vantaggi effettivamente possa portare. Lo scopriremo solo vivendo, direbbe Lucio Battisti. Il Veneto potrebbe proprio fare da apripista insieme con regioni come l’Emilia Romagna che hanno scelto un approccio diverso (senza referendum). Certo, il referendum – non previsto dalla Costituzione – aveva più che altro un valore politico. Di propaganda, dicono i critici. Il percorso verso l’autonomia veneta prosegue grazie anche a una maggioranza di governo vicina a Luca Zaia. Ma il cammino è lungo. Bisogna innanzitutto arrivare a un accordo tra Stato eRegione. Servirà poi, come ricorda il costituzionalista Andrea Pertici (professore a Pisa), un’approvazione del Parlamento a maggioranza assoluta.
E resta ancora da capire che cosa conterrà in concreto la parola “autonomia”. Zaia chiedeva competenza in tutte e 23 le materie che possono essere delegate alla Regione. Cioè quelle di competenza esclusiva (sanità, ambiente e finocchiarci come gli era riuscito con le promesse di rottamazione di tutto ciò che, essendo obsoleto, rallentava il nostro sviluppo generale ( umano, sociale, economico, ecc...). Ora è diventato impresentabile, improponibile e, soprattutto, inutile. Mi spiace, sinceramente, per la sua famiglia (moglie e figli - i genitori e le sorelle sono un’altra cosa) che non ha colpe e deve subire il personaggio perdente che ha vicino. Si sta avvicinando il redde giurisdizione di pace) più tutte le altre di competenza concorrente. In questi ambiti le regioni potranno trattenere una quota del prelievo fiscale. Che corrisponderà a minori entrate, ma anche a minori spese per lo Stato. E non sarà comunque semplice calcolare a quanto corrispondano le singole voci delegate alle regioni. Un lavoro lungo. Ovviamente vengono fatti salvi i principi sanciti anche dall’articolo 119 della Costituzione. Cioè il riequilibrio tra le regioni, la coesione e la solidarietà. Insomma, le regioni più ricche devono aiutare quelle meno fortunate. Sennò che senso ha lo Stato? Resta comunque la domanda di fondo: ai cittadini l’autonomia conviene? Il dubbio è lecito visto che le regioni sono state negli ultimi anni esempio di cattiva amministrazione e malaffare. rationem. Quando le sue armate verranno sonoramente sconfitte nelle urne, i superstiti gli volteranno le spalle.
Si sono accaniti su Stefano perché tossicodipendente?
Giovedì scorso nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano è stato proiettato il film “Sulla mia pelle” che ricostruisce la triste vicenda relativa a Stefano Cucchi, ar- rivata finalmente, si spera, a conclusione. Impressionante la presenza di numerosissimi partecipanti, soprattutto giovani universitari. Il che mi conferma nella mia idea che quando si offrono argomenti concreti di riflessione le persone partecipano. A tutti noi resta da capire la motivazione per cui un ragazzo come Stefano sia stato ucciso in uno Stato dove, per fortuna, non esiste la pena di morte per nessuno, nemmeno per mafiosi o serial Hanno ormai qualcosa di ridicolo e di patetico le opposizioni di Pd e FI (la Meloni è più defilata), le quali nonostante le grida contro il governo incapace di governare, perdono ancora le elezioni di Trento e Bolzano e continuano a gufare sperando che lo spread e l’Ue mandino a casa Conte & Co. Evidentemente non hanno capito, né Renzi (che addirittura ha inveito dalla Leopolda contro la campagna di odio scatenata contro di lui e la sua famiglia), né l’ormai ingiallito Berlusconi, che la gente li ha conosciuti molto bene, e che non ne vuole più sapere di lorsignori. E i poveretti non capiscono neppure che i sondaggi continuano a darli in calo. Chissà cosa resterà di loro dopo le prossime elezioni europee.