Il Fatto Quotidiano

La scelta di Sophia e i guai del compagno Mélenchon

Gauche in panne Chikirou, ex direttrice della campagna elettorale di France Insoumise, accusata di aver gonfiato le fatture per 1,2 milioni di euro

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Quando alle 7 del mattino del 16 ottobre gli agenti di polizia sono entrati nell’appartamen­to di Jean- Luc Mélenchon con un permesso di perquisizi­one, il leader della France Insoumise non era solo. Con lui c’era una sua stretta collaborat­rice, Sophia Chikirou. La notizia non è emersa subito, l’ha rivelata più tardi Mediapart, e del resto chi passa la notte a casa di Mélenchon è una questione che riguarda la pubblica opinione. L’attenzione si è concentrat­a sugli scatti d’ira del leader della gauche radicale contro i blitz dei poliziotti, anche nella sede del partito. Ma la notizia del giornale online ha senso: l’ex direttrice della campagna elettorale di Mélenchon è infatti al centro dell’inchiesta sui finanziame­nti della campagna del 2017.

I GIUDICI sospettano che la Chikirou abbia gonfiato le fatture emesse dalla sua società di comunicazi­one, Mediascop, circa 1,2 milioni di euro. Avrebbe per esempio fatturato 250 euro per caricareon line ogni discorso di Mélenchon. Una cifra sproporzio­nata per un’operazione che richiede pochi minuti. Avrebbe anche fatturato 6.000 euro per realizzare dei brevi video di campagna. Gli inquirenti ipotizzano contro di lei i reati di truffa e abuso d’ufficio.

Ma chi è Sophia Chikirou? Fino a qualche mese era la “donna all’ombra” di Mélenchon. I francesi conoscono il suo volto dal settembre 2017, da quando ha co-fondato la web tv, Le Média, di cui si è parlato molto all’epoca. L’esperienza è durata poco. Sei mesi dopo, Chikirou lascia infatti Le Médiatra polemiche e litigi, reclamando il rimborso di 120.000 euro. Sophia Chikirou, 39 anni, di padre e madre algerini, cresce in un paesino dell’Alta Savoia. Già a 16 anni si iscrive al partito socialista. A 23, con una laurea di scienze politiche in tasca, si trasferisc­e a Parigi dove lavo- ra come assistente parlamenta­re del deputato socialista Michel Charzal. È in questo periodo che incontra Mélenchon, anche lui socialista all’epoca.

NEL 2009 lo segue nella creazione del nuovo Parti de Gauche, diventato La France Insoumise nel 2016. Nel 2011 è promossa addetta stampa. Fonda dunque la sua società, con la quale cura tra l’altro anche l’immagine dell’ex trader Jérôme Kerviel. Nel 2015 parte per gli Stati Uniti per osservare la campagna del democratic­o Bernie Sanders. Nel 2016, come direttrice di campagna di Mélenchon, svecchia l’immagine del candidato, 67 anni, convincend­olo a fare l’elogio della quinoa sulla copertina di Gala . Sua è l’idea dei meeting con l’ol ogr amm a. Molti ritengono che se Mélenchon ottiene il 19% dei voti al primo turno delle Presidenzi­ali è anche grazie a lei. Mediapart sostiene che tra i due esiste “una relazione extraprofe­ssionale di lunga data” e l’informazio­ne, se vera, acqui-

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