Il Fatto Quotidiano

Paesi Baltici col fiato russo addosso, la Nato replica con i giochi di guerra

In Norvegia la simulazion­e di una invasione

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

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domani nella sua ‘fase calda’ Trident Juncture 18, l’esercitazi­one militare Nato più grande dalla Guerra Fredda: sono giochi di guerra che non migliorano certo le relazioni tra Washington e Mosca, già tese e ormai crit i c h e dopo l ’ a n n u n c i o d e ll ’ intenzione del presidente Usa Donald Trump di uscire dal Trattato Inf, i cosiddetti euro-missili.

Trident Juncture è, in realtà, una risposta della Nato, in scala un ottavo, alle colossali manovre congiunte russo-cinesi Vostock 18, che in settembre videro la partecipaz­ione di circa 300 mila militari (fra cui 3.000 cinesi, con mezzi ed aerei, e un contingent­e mongolo) nella Siberia orientale: l’ultima esercitazi­one simile nelle dimensioni (ma più piccola) risaliva al 1981, quando c’erano ancora l’Urss e la Guerra Fredda. Il rimbalzo dalla Siberia alla Norvegia di manovre record è un segno delle tensioni tra Usa e Russia e, quindi, tra Nato e Russia: l’annessione della Crimea e la guerra nell’Ucraina orien- tale del 2014 sono ferite mai rimarginat­e e che stanno anzi andando in cancrena, complice anche il ruolo giocato da Mosca nell’elezione di Trump nel 2016.

I PRELIMINAR­I di Trident Juncture iniziarono ai primi di ottobre e l’esercitazi­one finirà il 7 novembre. Le manovre coinvolgon­o complessiv­amente 45mila militari di 31 Paesi (i 29 dell’Alleanza più Svezia e Finlandia), 150 aerei, 60 unità navali di 14 Pae- si, 10mila veicoli, coordinati dal comando della Nato di Napoli. Vi saranno osservator­i russi, come da intese sulle forze convenzion­ali. Lo scenario delle operazioni è quello previsto dall'articolo 5 del Patto atlantico: la difesa collettiva da una minaccia – con la simulazion­e di un attacco nemico –. Ma in realtà l’esercitazi­one risponde alle preoccupaz­ioni di Paesi della Nato già membri del Patto di Varsavia – i tre Baltici, la Polonia, l’Ung heria –, che avvertono come una minaccia la vicinanza della Russia e l’attivismo diplomatic­o e militare di Vladimir Putin. La Nato ha già schierato avamposti difensivi nei loro territori (anche l’Italia vi è presente).

La Russia ha già denunciato “l'escalation delle attività militari e politiche Nato nella regione artica, nelle immediate vicinanze della Russia sul territorio della Norvegia settentrio­nale”. Il ministero degli Esteri di Mosca accusa Oslo “d’avere aperto la strada a una militarizz­azione senza precedenti delle sue latitudine nordiche in violazione di tutte le consolidat­e tradizioni di buon vicinato”. La sfida di Trump alla Russia non è solo economica e commercial­e, ma anche militare, come quella di Reagan all’Urss, e passa pure attraverso la creazione di una forza armata spaziale. Mosca non è meno attiva: un contingent­e dell'esercito russo è in Pakistan, alleato degli Usa, e partecipa a un’esercitazi­one militare congiunta.

Sfida sui numeri Gli alleati schierano

45 mila uomini, Mosca denuncia criticità nella regione artica

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