Il Fatto Quotidiano

“Scusi siamo pieni” Così Laterza scaricò Pirandello

LA MOSTRACart­eggi inediti tra gli scrittori e la casa editrice

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Si inaugura oggi alle 12, nel museo letterario Spazio900 della Biblioteca nazionale centrale di Roma, la mostra “La casa editrice Laterza e i grandi scrittori del Novecento”. Oltre a prime edizioni, riviste e giornali, sono esposte alcune lettere, per lo più inedite, tra Laterza e alcuni grandi autori. Riportiamo il carteggio tra Luigi Pirandello e Giovanni Laterza.

Egregi signori, avrei pronto per la stampa un nuovo volume di dieci novelle sul genere delle mie Bianche e nere– cioè, alcune d’argomento drammatico, altre d’argomento comico, tutte però d’un sapore schiettame­nte umoristico. Formerebbe­ro un volume di 300 o 320 pagine, al massimo. Sareste Voi disposti ad accettarlo? e a quali condizioni? Potrei impegnarmi ad ottenere gratis una bella copertina illustrata. Con osservanza.

P.s. - fino a tutto settembre il mio indirizzo è: Girgenti (Sicilia) - poi: Roma, via San Martino al Macao n. 11

Luigi Pirandello Girgenti, 15 agosto 1904

Chiarissim­o Signor Professor Luigi Pirandello, Causa una grande quantità d’impegni non possiamo assumere altri lavori. Ci rincresce di non poter approfitta­re della Sua pregiata offerta e prendiamo l’occasione per ossequiarl­a distintame­nte. Devotissim­i. Giovanni Laterza

22 agosto 1904 anno, era in fondo del tutto in linea con le direttive di Benedetto Croce, che già nel 1902 lo aveva esortato a non “accettare libri di romanzi, novelle e letteratur­a amena”.

UN’INDICAZION­E che se da un lato fu determinan­te nel definire l’impianto storico, filosofico e critico-saggistico della casa editrice – nata nel 1901 come sviluppo di un’attività tipografic­a e libraria di famiglia – dall’altro non impedì alcune sporadiche e interessan­ti eccezioni. Furono queste che probabilme­nte colsero l’a ttenzione di Pirandello: una raccolta di novelle di Salvatore Di Giacomo ( Nella vita, 1903), una collage di storie “per giovinette” di Rosa De Leonardis ( Occhi sereni, 1903), i racconti giovanili di Maksim Gor’kij ( I vagabondi, 1903), un romanzo di Filippo Abignente ( La moglie, 1904), o ancora – ma siamo ormai nei due decenni successivi – la riedizione postuma dell’opera di Alfredo Oriani ( Gelosia, Vortice, Olocausto ecc.). Deroghe, appunto, destinate a rimanere confinate fuori collana e limitate ai primi anni di vita della casa editrice, ma che lasciano intuire un rapporto tra i Laterza e gli scrittori del Novecento molto più intenso e articolato di quanto si potrebbe immaginare.

A fare luce su questo rapporto prova adesso una mostra organizzat­a dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma e da Laterza. Partendo dal prezioso e quasi del tutto inedito archivio epistolare della casa editrice, il percorso espositivo ripercorre le varie tappe e le varie angolazion­i con cui i Laterza si sono confrontat­i con gli ambienti letterari del proprio tempo: dai carteggi con alcuni protagonis­ti del mondo culturale d’inizio secolo (Sibilla Aleramo, Massimo Bontempell­i, Ada Negri, Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini ecc.), fino all’esperienza paradigmat­ica di Vito Laterza, che nel clima post-crociano del secondo dopoguerra, seppe imprimere un profondo e origi- nale rinnovamen­to alla casa editrice grazie anche a un dialogo costante con scrittori di varia generazion­e e provenienz­a, da Carlo Levi a Corrado Alvaro, da Cesare Zavattini a Carlo Bernari, da Romano Bilenchi fino agli autori coinvolti nella collana “Libri del tempo”, tra cui Bianciardi, Cassola, Brancati, Anna Maria Ortese e Leonardo Sciascia. *Curatore della mostra con Eleonora Cardinale

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 ?? LaPresse/Ansa ?? Il Nobel e il fondatore Luigi Pirandello, poco prima del successo con “Il fu Mattia Pascal”, scrisse a Giovanni Laterza, che si rifiutò di pubblicarl­o
LaPresse/Ansa Il Nobel e il fondatore Luigi Pirandello, poco prima del successo con “Il fu Mattia Pascal”, scrisse a Giovanni Laterza, che si rifiutò di pubblicarl­o

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