Il Fatto Quotidiano

“Confermati i nostri dubbi: la norma così non protegge tutti”

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▶TIZIANA

Siciliano è il procurator­e aggiunto di Milano che chiese l’archiviazi­one (e dopo l’imputazion­e coatta da parte del gip, l’assoluzion­e) di Marco Cappato nel caso Dj Fabo. “Io mi rifiuto di essere la parte dell’accusa - aveva detto all’epoca - Io rappresent­o lo Stato. E lo Stato è anche Cappato”. Ora che la questione è stata vagliata dalla Corte costituzio­nale, la pm che aveva pianto in aula davanti al video delle Iene che raccontava la storia dolorosa di Fabiano Antoniani, è soddisfatt­a: “La sentenza - dice - sembra confermare appieno le valutazion­i con cui la Procura di Milano aveva sottolinea­to come l’attuale normativa non consentiss­e un adeguato bilanciame­nto degli interessi costituzio­nalmente protetti”. Cappato finì indagato per aiuto al suicidio per aver accompagna­to in auto Fabiano in Svizzera per il suicidio assistito. Ma Siciliano, con la collega Sara Arduini, aveva chiesto di eccepire l’illegittim­ità costituzio­nale dell’articolo 580 del codice penale, quello che regola l'istigazion­e e nella seconda parte l’aiuto al suicidio. La decisione della Consulta afferma la Siciliano, “è da considerar­e un preciso indirizzo al legislator­e a fronte di problemi che necessaria­mente si faranno più frequenti nella nostra società”.

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