L’alternativa tedesca: assunzioni massicce e nuovo sistema d’istruzione professionale
Oggi la Germania investe 11 miliardi, qui in Italia 750 milioni
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio hanno detto di voler riformare i centri per l'impiego italiani in modo da farli assomigliare a quelli tedeschi. L'idea di “co p i ar e ” dalla Germania, dove il sistema nato nel 2004 con il Piano Hartz funziona, è condivisa da chi si occupa di servizi per il lavoro; tutti gli esperti, però, la giudicano troppo ambiziosa, e con tempi lunghi.
LA GERMANIAha un'agenzia federale, la Bundesagentur für Arbeit, che gestisce 156 agenzie per il lavoro con 647 filiali sul territorio. A queste si aggiungono 408 job center (105 dei quali in mano alle municipalità). “Gli operatori – spiega Francesco Duraccio, segretario dell'Ordine consulenti del lavoro – sono 110 mila, in Italia solo 8 mila”. Mentre Berlino investe 11 miliardi di euro, nei nostri 536 centri per l'impiego lo stanziamento si ferma a 750 milioni. Il governo Conte vuole aggiungere un miliardo di euro. “Con questo finanziamento – fa notare Luigi Oliveri, dirigente della Provincia di Verona – si possono assumere 30 mila nuovi addetti”. E poi bisognerebbe formarli, aggiunge Oliveri, “migliorare le strutture, sistemare la rete informativa, ci vogliono due o tre anni”.
Deve cambiare anche la qualità del servizio offerto ai disoccupati che cercano lavoro. “Gli operatori dell’agenzia nazionale tedesca non compilano solo scartoffie”, afferma Gianni Bocchieri, docente di Politiche del lavoro all'Università di Bergamo e direttore generale del servizio Formazione e Lavoro in Regione Lombardia. “In Germania i disoccupati vengono presi in carico e seguiti giorno per giorno con un tutoraggio di stampo teutonico”.
L’INCROCIO fra domanda e offerta di lavoro in Germania non avviene solo grazie all'efficienza dei centri per l'impiego, ma è costruito a monte. “I servizi del lavoro tedeschi hanno dietro un sistema educativo e formativo funzionale ai bisogni del mercato del lavoro”, ricorda Michele Tiraboschi, docente di Diritto del Lavoro all'Università di Modena e Reggio Emilia, nonché coordinatore scientifico dell'associazione Adapt. “La funzione dei centri per l'impiego è agevolata dal fatto che si collocano persone che il mercato richiede e che la scuola ha preparato per questo. I tedeschi hanno un sistema duale, l'apprendistato a 15 anni, la vera alternanza scuola-lavoro. In Italia invece ti laurei a
Gli operatori Coi fondi previsti si possono assumere fino a 30.000 persone, poi serve il tempo di formarle