Il Fatto Quotidiano

L’alternativ­a tedesca: assunzioni massicce e nuovo sistema d’istruzione profession­ale

Oggi la Germania investe 11 miliardi, qui in Italia 750 milioni

- » ROBERTO ROTUNNO

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio hanno detto di voler riformare i centri per l'impiego italiani in modo da farli assomiglia­re a quelli tedeschi. L'idea di “co p i ar e ” dalla Germania, dove il sistema nato nel 2004 con il Piano Hartz funziona, è condivisa da chi si occupa di servizi per il lavoro; tutti gli esperti, però, la giudicano troppo ambiziosa, e con tempi lunghi.

LA GERMANIAha un'agenzia federale, la Bundesagen­tur für Arbeit, che gestisce 156 agenzie per il lavoro con 647 filiali sul territorio. A queste si aggiungono 408 job center (105 dei quali in mano alle municipali­tà). “Gli operatori – spiega Francesco Duraccio, segretario dell'Ordine consulenti del lavoro – sono 110 mila, in Italia solo 8 mila”. Mentre Berlino investe 11 miliardi di euro, nei nostri 536 centri per l'impiego lo stanziamen­to si ferma a 750 milioni. Il governo Conte vuole aggiungere un miliardo di euro. “Con questo finanziame­nto – fa notare Luigi Oliveri, dirigente della Provincia di Verona – si possono assumere 30 mila nuovi addetti”. E poi bisognereb­be formarli, aggiunge Oliveri, “migliorare le strutture, sistemare la rete informativ­a, ci vogliono due o tre anni”.

Deve cambiare anche la qualità del servizio offerto ai disoccupat­i che cercano lavoro. “Gli operatori dell’agenzia nazionale tedesca non compilano solo scartoffie”, afferma Gianni Bocchieri, docente di Politiche del lavoro all'Università di Bergamo e direttore generale del servizio Formazione e Lavoro in Regione Lombardia. “In Germania i disoccupat­i vengono presi in carico e seguiti giorno per giorno con un tutoraggio di stampo teutonico”.

L’INCROCIO fra domanda e offerta di lavoro in Germania non avviene solo grazie all'efficienza dei centri per l'impiego, ma è costruito a monte. “I servizi del lavoro tedeschi hanno dietro un sistema educativo e formativo funzionale ai bisogni del mercato del lavoro”, ricorda Michele Tiraboschi, docente di Diritto del Lavoro all'Università di Modena e Reggio Emilia, nonché coordinato­re scientific­o dell'associazio­ne Adapt. “La funzione dei centri per l'impiego è agevolata dal fatto che si collocano persone che il mercato richiede e che la scuola ha preparato per questo. I tedeschi hanno un sistema duale, l'apprendist­ato a 15 anni, la vera alternanza scuola-lavoro. In Italia invece ti laurei a

Gli operatori Coi fondi previsti si possono assumere fino a 30.000 persone, poi serve il tempo di formarle

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