La ragazza di provincia che sembrava aver vissuto più dei suoi 16 anni
La vittima nel racconto dei compaesani
Asentirla raccontare da amici, compagni di scuola, vicini di casa, la vita di Desirèe sembra ben più lunga dei suoi sedici anni. Troppo, troppo pochi per morire ancora non si sa come in un edificio abbandonato a Roma, eppure abbastanza, nel suo caso, per aver sofferto patemi familiari e personali che oggi, sapendo com’è finita, suonano come la peggior premessa per la vita di un’adolescente. All’istituto San Benedetto di Latina, dove Desireè l’anno scorso frequentava l’indirizzo alberghiero, sfilano silenziosi docenti e personale della segre- teria. Qualcuno fa finta di niente, dice di aver appreso in giornata dal preside la notizia della morte di un’ex alunna. I ragazzi, invece, si fermano. Un’ex compagna di classe racconta di come fosse riservata e persino schiva, quasi mai con la voglia di confidarsi.
Eppure, ammette una ragazza dell’is ti tu to , non era difficile intuire che avesse dei problemi. Sigarette sì, alcol sì, canne pure, magari nel cortile di scuola. “Ma chi non lo fa? Mica ti immagini finisca così”, allarga le braccia un alunno. E figurarsi se potevano immaginarlo in via Procida, zona residenziale a Cisterna Latina appena dietro ai palazzoni popolari. Lì, al civico 18, Desirèe viveva con i nonni, la madre e la sorellina piccola. Ieri, per volere della famiglia, vigili e polizia hanno sorvegliato tutto il pomeriggio l'ingresso della casa, lasciando entrare soltanto alcuni amici arrivati a dar conforto ai Mariottini.
IL NONNO OTTAVIO, storico dirigente della Cisl locale, in paese è conosciuto da tutti. Insieme alla moglie Patrizia ha aiutato Barbara, la mamma di Desirèe di cui la ragazza ha tenuto il cognome, nel momento della separazione dal marito e padre della giovane, Gianluca Zuccheddu. Vita difficile, quella di Zuccheddu, dentro e fuori dal carcere per vicende di droga – nel 2014 era stato condannato all'obbligo di soggiorno a Cisterna per tre anni – e recentemente denunciato dalla ex moglie per stalking. “Gianluca ha mille problemi – giura un commerciante del paese – ma alla figlia non ha mai fatto mancare nulla”. Qualche mese fa, per tentare di proteggerla, si era rivolto insieme alla moglie ai servizi sociali, denunciando le difficoltà di Desirée con la droga. La ragazza però, raccontano in paese, non aveva reagito bene, rifiutando l’aiuto degli specialisti.
Storia recente e già così lontana da quel 2016, quando assieme a tre compagni di classe dell’istituto Cattaneo di Cisterna Desiréèe era stata premiata dal sindaco e da Aido (l’associazione italiana per la donazione degli organi) per la vittoria del concorso “Donare è...”. A convincere la giuria era stato video di quattro minuti realizzato in stile cartoon, con un bambino stilizzato che andando in cielo svanisce, ma dona il proprio cuore a un altro ragazzo rivivendo così in lui. “Donare è vita”, si leggeva nel filmato prima delle firme. E prima che tutto precipitasse.
La vittima Nella sua biografia un padre non facile e qualche problema con la droga