Il lungo abbraccio dei lettori dopo la condanna di Firenze
Le lettere al Fatto/2 Ancora centinaia di messaggi e offerte d’aiuto Il direttore e la società: “Il sostegno più utile è acquistare il giornale”
Dopo la sentenza del Tribunale di Firenze che ha condannato Il Fatto, il suo direttore e una giornalista a pagare 95mila euro a Tiziano Renzi per un titolo e due aggettivi (senza mettere in dubbio i fatti), continuano ad arrivare lettere di sostegno da parte dei lettori. Ne pubblichiamo qui alcune in cui ci viene offerto anche “aiuto” economico. Come hanno già spiegato Marco Travaglio e la società editoriale, “grazie di cuore a tutti”, ma non ce n’è bisogno: l’unico modo per darci una mano è comprare il giornale in edicola, farlo più spesso se lo si fa saltuariamente, abbonarsi o regalare un abbonamento a qualcuno e allargare così la comunità del Fatto. D’altra parte, l’abbiamo detto spesso, siamo nati per avere un solo padrone: i lettori.
Le sentenze e la verità
La verità brucia. Totale e piena solidarietà per la iniqua decisione del primo grado. Le sentenze si rispettano ma la verità si afferma. GIANFRANCO NITTI (ASSOCIAZIONE STAMPA ESTERA)
Tutti i lacci del potere
L eg ge nd o l’editoriale di Marco Travaglio relativo alla sentenza di condanna per gli articoli su Tiziano Renzi, ci si rende conto di quanto sia difficile fare informazione in questo Paese. Senza dare giudizi sulla sentenza alla quale penseranno gli avvocati, la facilità con la quale chi ha potere può cercare di fermare, a torto o a ragione, i giornalisti che cercano di scoprire i loro affari, è esasperante e avvilente. Poi ci si chiede perché l’informazione, tranne alcune eccezioni, sia spesso sfacciatamente dalla parte del potere, della politica o di chiunque faccia comodo per non incorrere in cause milionarie o per essere meglio pagati. Solo i lettori possono valutare chi merita la loro attenzione e scegliere da che parte stare. MONICA STANGHELLINI
Teniamo in vita le idee
Diamo una mano a questi professionisti della verità che sono l’ultima diga contro l’arroganza, le bugie e la democrazia... teniamo in vita le nostre idee e la vera morale. Non dovete vergognarvi di chiedere un sostegno da chi vi ammira e vi segue... Siamo noi a essere in obbligo con voi... GIANNI DAL CORSO
Difendiamo il giornale
Voglio esprimere la mia più profonda e convinta solida- rietà al Direttore del Fatto Q uo t id i a no e ai giornalisti che sono stati condannati in primo grado nel processo intentato da Tiziano Renzi per diffamazione. Non ho e non ho mai avuto dubbi sull’onestà intellettuale di Travaglio e della redazione, che insieme a pochissimi altri giornali hanno scelto di raccontare i fatti così come sono e di rispondere del loro lavoro solo alla loro coscienza e ai lettori che acquistano il quotidiano. È e- vidente che in questo Paese fare questo tipo di giornalismo dia fastidio e si traduca in un attacco quotidiano. Dobbiamo perciò difenderlo con le unghie e con i denti. Per parte mia sono disposto ad associarmi, insieme ad altri che la pensano come me, per evitare che situazioni come queste mettano a rischio l’esistenza del nostro giornale. Ringrazio di cuore il Direttore e tutti i giornalisti. Una abbraccio e se serve... ci sono. LEONARDO GENTILE
Per continuare a leggervi
Cari Amici de Il Fatto, sono rimasta particolarmente colpita e turbata nell’a pprendere della sentenza del Tribunale di Firenze che vi ha condannati a risarcire la somma di 95 mila euro per aver scritto fatti veritieri. Vi chiederei cortesemente di indicarmi un recapito Iban o altra idonea modalità, attraverso cui io possa partecipare con un mio piccolo contributo. Leggere Il Fatto è per me una gioia immensa nonché un regalo che mi faccio ogni giorno, e vorrei che fosse così sine die. Nell’esprimervi la mia gratitudine e la mia riconoscenza, Vorrei salutarvi con un estratto di una lettera che, il mio adorato Donatien- Alphonse- François Marchese de Sade scrisse dal carcere, nel 1783, alla Marchesa De Sade: “Bisogna essere proprio pazzi per adottare un modo di pensare subordinato agli altri... Non è certo il mio modo di pensare che mi ha reso infelice, ma, al contrario, quello degli altri”. MARCELLA VALENTINI
La libertà di critica
Egregio Direttore, con rincrescimento e rabbia ho appreso la notizia della condanna del quotidiano per presunta diffamazione ai danni del noto personaggio. Credo anch’io che la libertà di stampa e di critica non sia sufficientemente tutelata nel nostro Paese. Evidentemente la “c u ra ” che certa classe politica ha applicato al Paese per 20 anni e più ha permeato anche quelle aree che avrebbero dovuto restarne immuni. Poiché credo che il diritto a una corretta informazione sia un cardine della democrazia, mi dichiaro disponibile a contribuire al pagamento della pena pecuniaria comminata. Fornitemi un IBAN e provvedo quanto prima.
Totale e piena solidarietà per questa decisione iniqua Le sentenze si rispettano, la verità si afferma
GIANFRANCO NITTI Raccontare il potere si traduce in un attacco quotidiano, rispondete solo alla vostra coscienza
LEONARDO GENTILE