Il Fatto Quotidiano

Rivolta dei 5Stelle anti-Tap. Di Maio: “Penale altissima”

Movimento contro Movimento dopo la retromarci­a sul gasdotto: “Europee? Non vi votiamo”

- » TIZIANA COLLUTO

Non una parola. La signora Anna strappa la tessera elettorale. Dal suo silenzio traspaiono decisione e fierezza. Non c'è bisogno di dire niente, non davanti al mare di San Foca. Così fanno anche altri: tessere ridotte a brandelli, coriandoli da lanciare in aria. “Non avrete più il nostro voto”. I social fanno da detonatore. A Melendugno (Lecce) quella contro il M5S è una dichiarazi­one di guerra. “Elezioni europee 2019: questo il varco a cui vi aspetterem­o”. Troppo bruciante il passo indietro, cioè il via libera definitivo al gasdotto che sta per arrivare dall’Azerbaijan.

Melendugno è da decenni una roccaforte del partito socialista, sopravviss­uto a se stesso qui come difficilme­nte altrove. Se il 4 marzo questo paese di 10mila abitanti ha fatto vincere con percentual­i bulgare, oltre il 65%, i pentastell­ati e Barbara Lezzi in particolar­e, il motivo è uno solo. “Li abbiamo votati perché ci hanno fatto credere di poter fermare l’opera, mica per altro. Se questo non è un tradimento, che cos’è?”, dice una commercian­te. “No, non lo rifarei mai. Mai a rivotarli”, le fa eco un anziano. Non c’è solo la rabbia degli attivisti. C’è la delusione della gente comune, quella che un’altra chance ha provato a darla alla politica. Ed è rimasta scottata.

“CONTRO il governo Conte è mobilitazi­one generale”, rilanciano dal Movimento noTap. Si torna in trincea. Stamattina, sul lungomare di San Foca, sulla cui spiaggia da bandiera blu arriverà il metanodott­o, è in programma il primo sit- in, a muso duro: “Salvini prepari le ruspe”. Le richieste di dimissioni all’indirizzo degli esponenti del M5S votati nel Salento sono un diluvio.

Replicano a tutti, documenti alla mano, gli attivisti. “Da ministro dello Sviluppo economico – ha detto ieri il vicepremie­r Luigi Di Maio - ho studiato le carte della Tap per tre mesi. Vi posso assicurare che non è semplice dover dire che ci sono delle penali per quasi 20 miliardi di euro. Ma così è, altrimenti avremmo agito diversamen­te”. “Di Maio non ha studiato un bel niente”, ribatte Gianluca Maggiore, portavoce del Movimento, squadernan­do la nota del direttore generale del Mise, Gilberto Dialuce, che a fine settembre ha ammesso che la “quantifica­zione dei costi di abbandono ha come fonte la società di Stato azera Socar” e che “non si tratta di conteggi effettuati dal governo italiano o da questo Ministero”.

Dentro al M5S c’è chi prende le distanze. Sono i tre parlamenta­ri Lello Ciampo- lillo, Saverio De Bonis e Sara Cunial, nessuno dei quali salentino: “Anche Conte sbaglia. Non ci possono essere penali, sempliceme­nte perché non esiste alcun contratto tra Stato e Tap”.

PENALI formalment­e non sono. Tuttavia, le conseguenz­e, in caso di stop, sarebbero due. La prima: con l’accordo intergover­nativo entrato in vigore il 19 febbraio 2014, l’Italia si è obbligata con Albania e Grecia a non ostacolare l’opera e sull’eventuale violazione di q ue l l’i mp egno è chiamato ad esprimersi il tribunale arbitrale di

New York. La seconda: la revoca dell’autorizzaz­ione rilasciata, ritenuta legittima da diversi tribunali e dal Coniglio di Stato nel 2017, avrebbe aperto la strada a contenzios­i, con richieste di rimborsi da parte di Tap, delle società appaltatri­ci, degli acquirenti del gas. Per Palazzo Chigi un rischio da “almeno 20 miliardi”. Da Melendugno è partita una diffida al governo, intimato a rendere noti documenti e calcoli che partorisco­no quelle cifre.

La Prefettura di Lecce, intanto, si prepara alla nuova stagione calda: ieri mattina, ha convocato la società del gasdotto, per impartire direttive sulla sicurezza. Parola d’ordine: non farsi male. Dovrebbe essere più semplice, stavolta, visto che il cantiere riparte dal mare, nello specchio d’acqua già delimitato dalla Capitaneri­a di Porto, che ha imposto una fascia di rispetto off limits di 200 metri. Il pattugliam­ento sarà costante e si temono azioni di disturbo con tutti i mezzi. In base alle condi zioni meteo, lunedì o martedì le prime imbarcazio­ni di Saipem saranno a San Foca per effettuare i monitoragg­i previsti. Poi, tra mercoledì e giovedì, è atteso l’arrivo della grande nave che inizierà a fissare le palancole sul fondale, nel punto in cui la condotta, dopo aver attraversa­to l’Adriatico provenendo dall’Albania, perforerà il sottosuolo, per rispuntare al di là della pineta, tra gli oliveti dove un anno fa è stato necessario istituire anche una zona rossa con filo spinato per allontanar­e i manifestan­ti.

Ricomincia la guerra Di Maio: “20 miliardi di penali”. Oggi sit-in sulla spiaggia, mercoledì riprendono i lavori Li abbiamo votati perché ci hanno fatto credere di poter fermare l'opera. Se non è un tradimento, che cos'è?

ATTIVISTA NO-TAP Da ministro dello Sviluppo ho studiato le carte per tre mesi. Ci sono penali per quasi 20 miliardi

LUIGI DI MAIO

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Ansa In cantiere Gli attivisti No-Tap strappano le tessere elettorali Sopra il cantiere
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