LA RAGGI RIMANGA: GIUDICHIAMOLA A FINE MANDATO
Inviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 - lettere@ilfattoquotidiano.it
Ancora lettere di solidarietà dopo la sentenza del Tribunale di Firenze che ha condannato Il Fatto, il suo direttore e una nostra giornalista a pagare 95mila euro a Tiziano Renzi. Ne pubblichiamo qui alcune.
Grazie al “Fatto” possiamo essere “lettori critici”
Mi ha fatto molto piacere, ma in fondo non mi ha sorpresa, la solidarietà espressa dai lettori per la condanna del Tribunale civile di Firenze subita dal Fatto . Se questa vicenda è servita per farvi sapere quanto noi lettori ci sentiamo una comunità, ha avuto anche un aspetto positivo. Siamo consapevoli che, grazie al vostro giornale, molto difficilmente ci ritroveremo ad essere degli hooliganso degli hobbit nei confronti dei partiti politici. Riconosco che questa definizione, che riguarda gli elettori, di Jason Brennan nel suo saggio “Contro la democrazia” (anche se la sua teoria non mi piace affatto) è abbastanza calzante. Non essere né passivi né tifosi ma critici, anche nei confronti di una forza politica alla quale magari si è data fiducia, è importantissimo per noi cittadini.
È molto utile, come stimolo, anche a chi sta al governo e all’opposizione. Leggere sul Fatto articoli con posizioni molto diverse fra loro, anche se all’inizio sembra confonderti, ti abitua a operare delle scelte, a ragionare con la tua testa, diversamente dall’ “i nd o tt r in amento” al quale in genere si è condannati. ENZA FERRO
Il “mio” giornale ha molti nemici, ma gli amici sono di più
Abbiamo permesso la nascita di “Servizio Pubblico” di Santoro, con somme ben più cospicue dei 90 mila euro di multa per il Nostro Giornale, condannato sul metodo e non certo sul merito delle cose riportate. Cara, anzi carissima redazione del Fatto , dovete solo darci il via e son sicuro che arriverebbero molti più euro di quelli coi quali dovreste risarcire queste persone perbene... Per quel che mi riguarda non ho mai perso nemmeno un editoriale del Fatto , ovunque mi trovassi. Lo compro sempre, e la domenica due copie, avendo cura di lasciarne una in luoghi frequentati.
Anche durante un periodo di ricovero ospedaliero, grazie al cappel- lano dell’ospedale (che me lo comprava con gioia) pure lui sovranista, populista, demagogo, ecc. potevo godere del piacere di leggere il mio giornale di prima mattina. E in quei giorni era ancora più prezioso, perché oltre a tenermi informato mi aiutava per un po’ a dimenticare dov’ero in quel momento. Per me siete come familia- ri, e ritengo il vostro lavoro e il vostro impegno preziosissimi. Unici nello smontare la controinformazione che mai come in questi anni era arrivata ad un tale livello di bassezza. Avete molti, moltissimi nemici, ma vi assicuro che gli amici non sono pochi, e siamo pronti ai sacrifici, se necessari, per impedire che sentenze discu- tibili, oltre al mainstream imperante, possano privarci dell’unica voce credibile del panorama giornalistico italiano, mai così scadente dai tempi dell’Istituto Luce. Lunga vita al Fatto Quotidiano. PAOLO SANNA
Le querele non limiteranno la nostra informazione
È insopportabile quello che sta accadendo a un giornale libero e letto da moltissimi. Aiutarvi economicamente – se fosse necessario – è uno dei modi per cercare di creare un mondo migliore. Un mondo in cui certe persone non hanno alcun potere di impedire la libera informazione. Vi seguo dal primo numero e non vorrei che mi fosse impedito di farlo per ingiuste questioni di querele. FRANCA NICOLETTI
Ci siamo noi a difendere il giornalismo libero
Caro Marco e cara redazione tutta, col cavolo che voi chiudete! Ci siamo noi a non permetterlo. È una sentenza folle che verrà sicuramente ribaltata in appello. Me lo auguro. Ho una tale stima e fiducia nel vostro gruppo e nel vostro modo di fare giornalismo che nei prossimi giorni mi muoverò per sostenervi. Anche perché senza Il
Fatto perdiamo tutti qualcosa. ALBERTO FORNI
Cara redazione, avanti così: hanno sbagliato bersaglio
Sono una vostra abbonata dal primo numero. Ho seguito il consiglio di Travaglio. Ieri non avevo monete da mettere nella macchinetta del parcheggio. Ho cambiato 20 euro in edicola acquistando una copia del Fatto e l’ho lasciata su una panchina.
Caro Tiziano Renzi, hai sbagliato bersaglio: il Fatto Quotidiano non è solo un giornale, è una comunità, un punto di riferimento per tanti che hanno voglia di un’informazione libera e non sarai né tu né nessun altro a far sì che sparisca. Avanti così ragazzi, la mia stima per voi è sempre intatta.