Il Fatto Quotidiano

LA RAGGI RIMANGA: GIUDICHIAM­OLA A FINE MANDATO

Inviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 - lettere@ilfattoquo­tidiano.it

- ▶ ANTONIO PADELLARO

Ancora lettere di solidariet­à dopo la sentenza del Tribunale di Firenze che ha condannato Il Fatto, il suo direttore e una nostra giornalist­a a pagare 95mila euro a Tiziano Renzi. Ne pubblichia­mo qui alcune.

Grazie al “Fatto” possiamo essere “lettori critici”

Mi ha fatto molto piacere, ma in fondo non mi ha sorpresa, la solidariet­à espressa dai lettori per la condanna del Tribunale civile di Firenze subita dal Fatto . Se questa vicenda è servita per farvi sapere quanto noi lettori ci sentiamo una comunità, ha avuto anche un aspetto positivo. Siamo consapevol­i che, grazie al vostro giornale, molto difficilme­nte ci ritroverem­o ad essere degli hooliganso degli hobbit nei confronti dei partiti politici. Riconosco che questa definizion­e, che riguarda gli elettori, di Jason Brennan nel suo saggio “Contro la democrazia” (anche se la sua teoria non mi piace affatto) è abbastanza calzante. Non essere né passivi né tifosi ma critici, anche nei confronti di una forza politica alla quale magari si è data fiducia, è importanti­ssimo per noi cittadini.

È molto utile, come stimolo, anche a chi sta al governo e all’opposizion­e. Leggere sul Fatto articoli con posizioni molto diverse fra loro, anche se all’inizio sembra confondert­i, ti abitua a operare delle scelte, a ragionare con la tua testa, diversamen­te dall’ “i nd o tt r in amento” al quale in genere si è condannati. ENZA FERRO

Il “mio” giornale ha molti nemici, ma gli amici sono di più

Abbiamo permesso la nascita di “Servizio Pubblico” di Santoro, con somme ben più cospicue dei 90 mila euro di multa per il Nostro Giornale, condannato sul metodo e non certo sul merito delle cose riportate. Cara, anzi carissima redazione del Fatto , dovete solo darci il via e son sicuro che arriverebb­ero molti più euro di quelli coi quali dovreste risarcire queste persone perbene... Per quel che mi riguarda non ho mai perso nemmeno un editoriale del Fatto , ovunque mi trovassi. Lo compro sempre, e la domenica due copie, avendo cura di lasciarne una in luoghi frequentat­i.

Anche durante un periodo di ricovero ospedalier­o, grazie al cappel- lano dell’ospedale (che me lo comprava con gioia) pure lui sovranista, populista, demagogo, ecc. potevo godere del piacere di leggere il mio giornale di prima mattina. E in quei giorni era ancora più prezioso, perché oltre a tenermi informato mi aiutava per un po’ a dimenticar­e dov’ero in quel momento. Per me siete come familia- ri, e ritengo il vostro lavoro e il vostro impegno preziosiss­imi. Unici nello smontare la controinfo­rmazione che mai come in questi anni era arrivata ad un tale livello di bassezza. Avete molti, moltissimi nemici, ma vi assicuro che gli amici non sono pochi, e siamo pronti ai sacrifici, se necessari, per impedire che sentenze discu- tibili, oltre al mainstream imperante, possano privarci dell’unica voce credibile del panorama giornalist­ico italiano, mai così scadente dai tempi dell’Istituto Luce. Lunga vita al Fatto Quotidiano. PAOLO SANNA

Le querele non limiterann­o la nostra informazio­ne

È insopporta­bile quello che sta accadendo a un giornale libero e letto da moltissimi. Aiutarvi economicam­ente – se fosse necessario – è uno dei modi per cercare di creare un mondo migliore. Un mondo in cui certe persone non hanno alcun potere di impedire la libera informazio­ne. Vi seguo dal primo numero e non vorrei che mi fosse impedito di farlo per ingiuste questioni di querele. FRANCA NICOLETTI

Ci siamo noi a difendere il giornalism­o libero

Caro Marco e cara redazione tutta, col cavolo che voi chiudete! Ci siamo noi a non permetterl­o. È una sentenza folle che verrà sicurament­e ribaltata in appello. Me lo auguro. Ho una tale stima e fiducia nel vostro gruppo e nel vostro modo di fare giornalism­o che nei prossimi giorni mi muoverò per sostenervi. Anche perché senza Il

Fatto perdiamo tutti qualcosa. ALBERTO FORNI

Cara redazione, avanti così: hanno sbagliato bersaglio

Sono una vostra abbonata dal primo numero. Ho seguito il consiglio di Travaglio. Ieri non avevo monete da mettere nella macchinett­a del parcheggio. Ho cambiato 20 euro in edicola acquistand­o una copia del Fatto e l’ho lasciata su una panchina.

Caro Tiziano Renzi, hai sbagliato bersaglio: il Fatto Quotidiano non è solo un giornale, è una comunità, un punto di riferiment­o per tanti che hanno voglia di un’informazio­ne libera e non sarai né tu né nessun altro a far sì che sparisca. Avanti così ragazzi, la mia stima per voi è sempre intatta.

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