Il Fatto Quotidiano

Con B., da sola o coi 5 Stelle? Così la scelta della Lega cambierebb­e il Parlamento

- » LORENZO GIARELLI

Lega

al 30,6 per cento; M5S al 28,1; Pd al 16,6 e Forza Italia ormai adagiata nella sua caduta libera, poco sotto al 9 per cento. La supermedia Youtrend/Agi di questa settimana restituisc­e proiezioni indicative sulla salute dei partiti, ma non basta a chiarire come si comporrebb­e il Parlamento in caso di nuove elezioni.

La fluidità del contesto politico, con una maggioranz­a alleata da Palazzo Chigi ma che si presenta divisa alle elezioni locali, richiede che i risultati del sondaggio siano tradotti in numeri – e quindi in seggi alla Camera e al Senato – tenendo conto di almeno tre pos- sibili scenari, a seconda dei diversi confini delle coalizioni.

Nel primo, che mostra cosa accadrebbe se si votasse con le stesse alleanze dello scorso 4 marzo, Youtrend evidenzia come stavolta il centrodest­ra conquister­ebbe la maggioranz­a sia alla Camera sia al Senato, grazie al traino della Lega. I 334 seggi a Montecitor­io e i 168 a Palazzo Madama – tenuto conto anche dei collegi uninominal­i – strappereb­bero parlamenta­ri ai 5 Stelle (187 deputati invece che 221, 93 senatori anzi che 112), costretti all’opposizion­e insieme al Pd (135 eletti anzi che 169) con l’estinzione di LeU, naufragato sotto la soglia di sbarrament­o. Nessun bisogno di contratti di governo tra forze rivali, dunque. Ma per quanto atipica, l’alleanza gialloverd­e di questi mesi ha un consenso alto. Pur restando difficile una simile coalizione alle urne, Youtrend fa i conti anche in caso di intesa pre-elettorale tra M5S e Lega. Il risultato sarebbe netto, con l’attuale maggioranz­a che sfiorerebb­e il 60 per cento nel proporzion­ale facendo man bassa dei collegi uninominal­i. Tradotto in seggi: 457 su 630 alla Camera, 231 su 309 al Senato. A perderci più di tutti, al fronte di un Pd più o meno stabile, sarebbe Forza Italia, divorata dal Carroccio e ferma alla miseria di una ses- santina di parlamenta­ri.

C’è poi un altro possibile scenario. Se la Lega decidesse di staccare la spina al centrodest­ra potrebbe provare a correre da sola, accontenta­ndo quella parte di elettorato che non vuole più dipendere dalle lune di Berlusconi ma che, allo stesso tempo, teme uno snaturamen­to del Carroccio nel tentativo di rincorrere i grillini.

Due forni addio Con il crollo del Pd il Movimento potrebbe governare solo con gli attuali alleati

A QUEL PUNTOsi avrebbe la situazione più incerta: la Lega otterrebbe la maggioranz­a relativa alla Camera (230 deputati), ma difficilme­nte

potrebbe formare un governo senza tener conto del Movimento 5 Stelle (203). Una situazione simile, seppur ribaltata, a quanto avvenuto dopo il 4 marzo, con il Movimento che era costretto a trovare un alleato tra le altre forze politiche per poter far partire un esecutivo.

I gialloverd­i potrebbero così riproporre il patto di governo escludendo il Pd, che più di tutti guadagnere­bbe dalla divisione del centrodest­ra ( 186 parla- mentari) pur senza impensieri­re nei numeri le due maggiori forze politiche, che si spartirebb­ero i collegi uninominal­i. Impossibil­e, per ovvie ragioni politiche, immaginare un accordo tra Lega e Pd (già escluso da Salvini nei giorni successivi al 4 marzo).

ALLO STESSO MODO, sarebbe impensabil­e un’intesa tra grillini e dem, che pure nelle proiezioni Youtrend avrebbero una risicata maggioranz­a sia alla Camera che al Senato: a differenza di quanto accaduto nei mesi scorsi, M5S e Pd non potrebbero neanche valutare un’intesa, essendo improbabil­e che la Lega finisca all’opposizion­e da primo partito, restando a guardare il governo di chi è arrivato secondo e terzo.

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Le proiezioni­Negli ultimi rilevament­i, la Lega stacca il Movimento 5 Stelle di un paio di punti percentual­i

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