Il surreale dibattito su banche e spread che agita il governo
La Lega dice che è pronta a ricapitalizzare, contrari i grillini Ma il problema non è il capitale, semmai la stretta creditizia
Alla fine la tanto temuta tempesta delle agenzie di rating è passata con meno danni del previsto (un declassamento con outlook stabile e un rating confermato con outlook negativo), ma adesso domina nella politica e sui giornali un surreale dibattito sulle banche e una loro eventuale ricapitalizzazione per mano pubblica, scelta su cui Lega e 5 Stelle avrebbero differenti visioni. Non è un caso che se ne parli visto che da qualche giorno nel Transatlantico della Camera, l’universo concentrazionario in cui razzola il particolarmente inconsapevole animale politico d’oggidì, ci si rimpalla da un divanetto all’altro la voce di una grande crisi bancaria tra gennaio e febbraio non si sa legata a cosa, forse a una crescita dello spread (ipotesi assai improbabile).
NON AIUTANO dichiarazioni inconsulte di membri del governo, anche d’alto rango, come Giancarlo Giorgetti: “Se lo spread va verso quota 400 in automatico gli attivi delle banche vanno in sofferenza quindi serve ricapitalizzare”, aveva buttato lì – martedì sera da Bruno Vespa – il sottosegretario dando avvio a un dibattito francamente autolesionista alimentato, da ultimo, dal viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia su Repubblica di ieri (“non posso anticipare nulla” di come interverremo per ricapitalizzare, ma “se serve si farà e velocemente”). Su queste preoccupazioni non meglio declinate dei leghisti – almeno di quelli dell’ala “governista”, ma rilanciate con una mezza frase pure da Matteo Salvini – s’innesta la comunicazione un po’ pazzotica dei 5 Stelle e, in particolare, di Luigi Di Maio: la ricapitalizzazione delle banche, ha detto qualche giorno fa, “può avvenire in tanti modi, in questo momento posso dire che è tutto sotto controllo”. Frase un po’ anodina e un po’ insensata dietro cui, secondo lo spin dei grillini, si cela una preferenza per le fusioni (di chi? con chi?) rispetto all’intervento pubblico diretto. Ieri in Sicilia, infine, Di Maio è passato al niet vero e proprio: “Siamo vicini alle banche ma non ci metto un euro degli italiani. Ce ne abbiamo già messi troppi in questi anni”. Impettita dichiarazione che, semmai dovesse servire un intervento, gli sarà giustamente rinfacciata.
Ma di che stiamo parlando? Davvero il capitale delle banche italiane (Cet1) rischia di finire sotto i limiti obbligatori per colpa dello spread? In realtà, almeno per quanta riguarda gli istituti più grandi, questo pericolo non esiste: per i primi 7 – l’80% del settore – questo accadrebbe solo a livelli oggi impensabili (il triplo o più di adesso). Per Credit Suisse - ha scritto Il Sole- ogni 100 punti di spread in più valgono 2,8 miliardi di capitale, sicuramente non una buona notizia, ma un livello gestibile per il sistema. In sostanza, il dibattito sulla ricapitalizzazione non ha alcun senso a meno che non si pensi a livelli di differenziale coi bund tedeschi tali che le banche diventerebbero quasi un problema secondario. Anche i tassi per le famiglie, che sono ancora assai bassi nonostante i (piccoli) aumenti di una dozzina di istituti, sono influenzati solo molto indirettamente dallo spread.
LE TENSIONI sui titoli di Stato, e più in generale sulle prospettive dell’economia italiana, non sono ovviamente senza conseguenze: la prima, più ovvia, sono i pessimi risultati in Borsa per le quotate (Mps e Carige soprattutto, che a breve potrebbero pure dover chiedere soldi al mercato), ma i cali in corso da giugno sono ancora nulla rispetto al crollo del settore seguito all’introduzione del bail-in e alla risoluzione di Etruria & C nel 2016. La seconda conseguenza è quella più preoccupante: una diminuzione del capitale, anche se non sotto i livelli di guardia, comporta comunque una contrazione dei crediti concessi e, dunque, problemi per imprese e famiglie. In questo senso, ha ragione il ministro Giovanni Tria: così non si può restare a lungo. Ma tanto bisogna arrivare solo fino alle Europee.