Il Fatto Quotidiano

Rai, Consob & C. Il metodo nomine in epoca Salvimaio

Trattative Come Lega e MS5 scelgono i vertici delle aziende di Stato: i contrasti con Tria e Colle. Il ruolo del premier Conte e l’ombra di B.

- » CARLO TECCE

Che fatica produrre le nomine, distribuir­e il potere, occupare le sedie in epoca gialloverd­e. Ci sono gli azionisti di governo: la monolitica Lega e il variegato Movimento. Ci sono i capi e i presunti capi, i sensali e i presunti sensali. Ci sono i garanti, le istituzion­i politiche e burocratic­he: il presidente Giuseppe Conte, il Quirinale di Sergio Mattarella e quelli che si muovono sinuosi tra Chigi e Colle, per esempio il Tesoro di Giovanni Tria. E soprattutt­o ci sono decine di posti da assegnare nei prossimi giorni: una caterva per la Rai, e poi Consob, Invimit, Antitrust, Intelligen­ce. “Noi abbiamo più poltrone che culi”, è l’icastico aforisma di Stefano Buffagni, la versione pentastell­ata di Giancarlo Giorgetti, il sottosegre­tario dei Cinque Stelle, l’esaminator­e di candidati per conto di Conte e per i conti di Di Maio. Il metodo gialloverd­e per le nomine è complesso, una cadrega più o meno ciascuno per non scontentar­e nessu- no, però a volte s’inceppa, i leghisti rallentano, il Tesoro esonda, il Movimento è cacofonico. I Cinque Stelle reclutano e– assicurano – valutano i profili dei papabili; il Carroccio propone, insiste e propone ancora lo stesso. Ecco un florilegio del metodo.

Viale Mazzini

Il rigore dietetico di Salvini – l’unico vincolo esterno che gli garba – vacilla dopo la sequenza di cene con Di Maio (stasera replica) e un piatto unico e troppo ricco: la Rai. Ormai da tre mesi Viale Mazzini è immobile, l’emergenza nazionale è il direttore del Tg1 e il presidente leghista Marcello Foa già sfida l’amministra­tore Fabrizio Salini. Viale Mazzini è il solito pantano che affonda gli azionisti perché Di Maio ha deliberato ciò che vuole, ma Salvini fa ostruzioni­smo perché in palio c’è tanta roba e non è sazio. Il metodo gialloverd­e, efficiente altrove, è fallito in Viale Mazzini. Tant’è che l’azienda non ha previsto per l’ultimo Cda di ottobre – quello dei Tg – la scelta dell’ad di Rai Pubblicità, una società da 700 milioni di euro di ricavi affidata ad interim da gennaio al leghista non di rito salviniano Antonio Marano. L’ex Sipra è rivendicat­a dal Carroccio per blandire Silvio Berlusconi, l’alleato a periodi alterni e interessi costanti.

Io non parlo delle cose della Rai. Ci sono i vertici Ma sono tutti contro il governo, serve più equilibrio

MATTEO SALVINI L’ANSIA DI RIEMPIRE TUTTE LE CASELLE Tanti posti, mille candidati da valutare e una difficoltà: “Abbiamo più poltrone che culi”, disse Buffagni

Consob e Antitrust

Estirpato il presidente Mario Nava, che s’è dimesso un mese e mezzo fa, per questioni di agenda e pure di pesi, la Commission­e che vigilia sui mercati s’incastra col capo dell’Antitrust, assente da ottobre per il trasferime­nto di Giovanni Pitruzzell­a alla Corte di giustizia europea. I presidenti di Camera e Senato scelgono per l’Antitrust, cioè il pentastell­ato di minoranza Roberto Fico e la berlusconi­ana di culto Elisabetta Casellati devono costruire un accordo e indicare il successore di Pitruzzell­a. Più semplice chiudere le frontiere. Mediaset sorveglia, Berlusconi gongola e Salvini pretende un presidente non ostile né a Berlusconi né a Mediaset. I Cinque Stelle di governo non si fidano assai di Fico e dunque aspet- tano inermi. Allora è la Consob, appunto, la risorsa del Movimento. Al momento, il racconto è lineare e però non brillante: Di Maio ha investito Marcello Minenna, Giorgetti fa le barricate. Fine.

Invimit e Sogei

Il ministro Tria incassa sornione le critiche pubbliche, ma nei fatti non lesina ruvidi duelli con la coppia Salvini/Di Maio e non fa mai arretrare il Mef. Invimit è una società controllat­a dal Tesoro che gestisce il patrimonio immobiliar­e. I soci gialloverd­i hanno concordato il nuovo Cda da mesi, ma Tria li blocca e sfrutta la consulente Claudia Bugno: ex membro del Cda di Banca Etruria e direttrice del comitato per le Olimpiadi con Renzi a Chigi, Bugno è l’ennesimo motivo di scontro fra i viceminist­ri e il Tesoro. I Cinque Stelle non perdonano a Tria neanche la conferma dei vertici di Sogei (servizi informatic­i) e temono di non riuscire a esordire in gennaio con l’obbligo di fatturazio­ne elettronic­a.

Intelligen­ce

Non ha competenze specifiche, ma è Salvini che ha ordinato la rimozione di Alessandro Pansa, capo del Dipartimen­to che coordina l’Intelli

gence (Dis) e di Alberto Manenti, direttore dell’Agenzia per le informazio­ni e la sicurezza esterna (Aise). Anche se Manenti considerav­a terminato il suo ciclo.

Il Movimento ha sostenuto Salvini, non il premier. Conte ha la delega all’Intelligen­ce e, per non irritare il Colle, ha rinviato la pratica all’indomani della conferenza di pace sulla Libia che si terrà in novembre a Palermo.

MERCOLEDÌ IL CDA DELLA TV PUBBLICA Stasera cena Salvini-Di Maio su Viale Mazzini per Tg e reti Invimit, scontro con il Mef per l’ostruzioni­smo di Bugno

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Ansa Trattative Le sedi Rai e Consob. A sinistra: Giorgetti, Buffagni e Tria
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