Sale piene e Monda “ubriaco”: la Festa salvata dal pubblico
Che Festa che ha fatto? Si chiude oggi con la sorellanza di Alba e Alice Rohrwacher in dialogo pubblico, ma il bilancio è tratto: numeri, allori, colpi di fulmine, pollici versi, casi e casini della tredicesima edizione.
I premi. Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis vince il Premio del pubblico, il direttore artistico Antonio Monda conciona: “Il pubblico va da una parte, la critica dall’altro: va fatta una riflessione, per primo dalla critica”. Ad Alice nella Città, sezione divergente della Festa, vince J el ly fi sh de ll ’ inglese James Gardner, gloria anche per Ben Is Back di Peter Hedges, con Julia Roberts che lotta per il figlio tossicodipendente.
Doc è meglio. They Shall Not Grow Old di Peter Jackson è la cosa migliore vista in Festa: un documentario sulla Grande Guerra, con il materiale di repertorio degli Imperial War Museums colorato ex post e le voci dei soldati sottratte all’oblio per narrarlo come fosse un film tout court. L’effetto è straniante, sono gli effetti speciali più efficaci mai impiegati da Jackson, e al cospetto del Signore degli Anelli non è cosa di poco conto: sembra di stare sulla Luna e in trincea nello stesso tempo, che qualcuno ce lo porti in sala. Analoga invocazione merita il doc Co r l e o ne del franco-bulgaro Mosco Levi Boucault, che in due parti, Il potere e il sangue e La caduta, smitizza il Capo dei capi, sopra tutto grazie ai suoi sicari, da Giovanni Brusca a Francesco Paolo Anzelmo: non c’è solo perizia e dovizia di informazioni storiche, ma affondo antropologico prezioso.
Soledad. La storia di Sole (Soledad Rosas) e Baleno (Edoardo Massari), accusati di atti di terrorismo NoTav, suicidi e quindi scagionati post mortem, nel dramma diretto dalla figlia del presidente argentino Agustina Macri, in cartellone ad Alice. Gli anarchici non gradiscono, e all’Auditorium recensiscono con lo spray a caratteri cubitali: “Contro il vostro sporco business per l’anarchia per Sole e Baleno”.
Moore il mattatore. La sua parola magica è Fa h r en he it , ora l’abbiamo capito: invertendo l’ordine, dal 9/11 dell’11 settembre 2001 all’11/9 d el l ’ elezione ( 9 novembre 2016) di Donald J. Trump, il risultato non cambia, sono due documentari informati, debordanti, faziosi meno che preziosi, e godibilissimi. Fahrenheit 11/9 – il 5 novembre verrà trasmesso da La7 – non bastona solo The Donald, ma mette alla gogna l’e stablishment democratico, da Hillary Clinton in giù. La lezione di cinema di Moore non è da meno: dal gusto inimitabile dei pomodori italiani al Salvini “razzista e bigotto”, istrioneggia senza tema di smentita. E ci dà un avvertimento, lui che fu l’unico a mettere in guardia sulle possibilità di vittoria di Trump, da non lasciare disatteso: “A ttenti a Steve K. Bannon, è un genio e ha puntato l’Europa”.
I numeri. Per quel che contano, e se contano bene, alcuni dati: + 6% di riempimento delle sale sul 2017, 266 proiezioni, 91 titoli, 4 sale all’Auditorium e 10 in città, + 1% di articoli su quotidiani nazionali e locali, +13% di copertura dei media internazionali. Quelli di Alice: 7mila euro di incasso in più rispetto all’anno scorso, pubblico cresciuto del 9.87 % con sala dedicata, 10mila ragazzi delle scuole.
Bu dget . Tre milioni e 419mila euro di budget, il vicepresidente della Fondazione Cinema per Roma Laura Delli Colli e Monda concor- dano: “Servirebbe il 15, 20% in più”. Con maggior danaro a disposizione, osserva il direttore, avremmo avuto due star in più sul red carpet. Insomma, tre milioni e 419mila euro di budget posson bastare.
Ahi, che male! Licenziando il programma, Monda plaude all’anteprima mondiale del film e scrive sul catalogo: “Canal + scommette sulla Festa per Mia et le Lion Blan c”. Il giorno prima la proiezione, Canal + ufficializza un embargo per le recensioni di Mia e il leone bianco al 27 ( ventisette) dicembre. E la Festa muta.
Scorsese. Prima che riveli una volta ancora i suoi film italiani preferiti, la Festa lo accoglie con un medley dei suoi titoli: sulle immagini di Toro scatenato, Scorsese si commuove, la Sala Sinopoli de ll ’ Auditorium è un’u ni ca standing ovation. E Martin non si risparmia: concede il bis per introdurre San Michele aveva un gallo dei Taviani – Paolo l’ha premiato.
Musica, maestri! Cinema in concerto: da Ennio Morricone, con un omaggio a Luigi Pestalozza, a Nicola Piovani, con repertorio morettiano, sotto l’orecchio vigile di Pivio ( Ha ma m ), i nostri meglio compositori fanno ensemble questa sera alla Sinopoli.
La chiusura Oggi l’ultimo appuntamento: incontro con le sorelle Alba e Alice Rohrwacher