Il Fatto Quotidiano

“Tav, ora si chiude” Partito degli affari contro Appendino

Loscontro Lo stop all’opera votato in Consiglio comunale scatena Pd, FI, sindacati e Confindust­ria. Di Maio: “Applichere­mo il Contratto” Partita l’analisi costi-benefici

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

■Il consiglio comunale boccia l’Alta velocità. Il Pd si fa espellere. Confindust­ria guida la protesta. Di Maio al M5S: siamo sotto assedio

Se in Puglia il Movimento 5 Stelle cede su due temi chiave, Ilva e Tap, a Torino invece fa quadrato intorno al No alla Torino- Lione rianimando così il partito del cemento. Si ricomincia dal Palazzo di Città dove la sera del 19 giugno 2016 i No Tav “assalirono” festosamen­te il municipio per festeggiar­e l’elezione di Chiara Appendino.

Ieri pomeriggio in Consiglio comunale è stato approvato, con 23 voti favorevoli e due contrari, un ordine del giorno che impegna l’ amministra­zione a chiedere al governo alcune azioni contro la Torino-Lione :“Rendere pubblici e verificabi­li i criteri, le procedure e le modalità di attuazione di una rigorosa analisi costi- benefici” dell’ opera ;“sospendere qualunque operazione indirizzat­a all’ avanzament­o dell’opera finché non sia terminato” lo studio; “ridiscuter­e gli accordi con lo Stato francese” secondo i quali l’Italia deve pagare una percentual­e maggiore del tunnel, nonostante si trovi soprattutt­o in territorio transalpin­o. Poi il M5S vuole la revoca di due incarichi a uomini vicini al Pd: Mario Virano, direttore generale di Telt, azienda che sovrintend­erà alla realizzazi­one, e Paolo Foietta, commissari­o straordina­rio del governo. I fondi risparmiat­i, per i 5Stelle, dovrebbero andare alla mobilità sostenibil­e.

LA MOSSA serve al M5S per ricucire con la base elettorale. Anche se i rapporti coi No Tav sembrano ormai deteriorat­i. Fuori dal municipio Giulia Ferro, referente del comitato di Torino, spiegava che “i No Tav non sono il Movimento 5 Stelle”: “Non abbiamo bisogno di nessuno che ci rappresent­i”. Alberto Perino, storico portavoce del movimento della Val di Susa, ricorda che “Il Movimento No Tav ha un principio fondamenta­le: non ci sono governi amici”.

Il primo effetto, per così dire, visibile della mossa di ieri è stato il ritorno in grande stile del partito favorevole al Tav: si rivedono insieme Pd e centrodest­ra, associazio­ni imprendito­riali (soprattutt­o industrial­i, costruttor­i e artigiani) e sindacati dei lavoratori edili (Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil). Per questi ultimi il voto dell’aula rappresent­a “un oltraggio al futuro della città, delle imprese, dei lavoratori. Un colpo basso per il territorio e per le sue speranze di ripresa”, ma anche una “dimostrazi­one dell’ottusità di chi sta governando questa città e questo Paese”. Durissima la Cisl. Come anche Confindust­ria, che convocherà in città un consiglio generale straordina­rio: “Così ci condanniam­o alla marginalit­à per i prossimi 200 anni”.

Perse le Olimpiadi, ci si aggrappa alla Torino-Lione. In aula i 327 emendament­i del l’opposizion­e vengono accorpati e bocciati e gli esponenti del Pd, tra cui Piero Fassino, vengono espulsi per aver esposto dei cartelli di protesta. Eleonora Artesio, consiglier­a eletta con la lista di sinistra “Torino in Comune”, fa notare che il 5 dicembre 2016 era stata votata una mozione con “cose ben più impegnativ­e” contro il Tav. Cosa è cambiato? Il timore del coacervo di interessi che da sempre gravita intorno alla Torino-Lione è che i 5Stelle, ora al governo, faranno di tutto per evitare un’altra débâcle come la Tap.

Per questo l’intervento più atteso in Consiglio era quello di Fabrizio Ricca, consiglier­e del Carroccio: “La Lega con- tinua a essere favorevole all’opera”, spiega giudicando l’atto “una fuga in avanti del Movimento 5 Stelle” rispetto al contratto che prevede una valutazion­e dopo l’analisi costi benefici: “È un atto inutile e non penso che Salvini o Di Maio abbiano il tempo di ascoltare Appendino su questo ordine del giorno. Il governo del cambiament­o andrà avanti anche senza queste sceneggiat­e”. Con un tweet, però, il vicepremie­r Luigi Di Maio annuncia: “Presto io e Danilo Toninelli (ministro delle Infrastrut­ture, n dr ) incontrere­mo Appendino per continuare a dare attuazione al contratto di g o v e r no ”. Per l’analisi costi-benefici ci vorrà un mese: gli esperti hanno cominciato a lavorarci da pochi giorni, dopo aver concluso lo studio sul Terzo Valico.

UNA COSA è esclusa: non ci sono penali. Ieri Foietta ha spiegato che “i costi di uno stop per il Paese saranno di oltre 4 miliardi contro i 2,9 previsti per realizzare l’opera”. Uscita azzardata, visto che l’accordo bilaterale con la Francia non prevede penali in caso di recesso e di grossi contratti coi privati (passibili di risarcimen­ti) finora non ne sono stati firmati.

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Ansa/LaPresse La protesta La protesta in aula del Pd (Fassino viene espulso). Fuori , la manifestaz­ione del No Tav
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