Tap, i risarcimenti si basano su contratti che però il governo non ha mai verificato
20 miliardi di Conte? Stime del consorzio basate su documenti mai resi pubblici
Non
c’è alcuna trasparenza alla base della decisione dell’attuale governo di procedere con la costruzione del gasdotto Tap, il Trans Adriatic Pipeline che deve portare in Europa il gas dell’Azer baigian, via Grecia e Albania, fino a Melendugno, nel Salento.
COME NOTOil motivo è che l’Italia, se si tirasse indietro, potrebbe dover versare al consorzio Tap somme ingenti se perdesse la battaglia dei risarcimenti. La questione insomma non è più politica, ma tecnica: l’ammontare, mostruoso, di un eventuale risarcimento (minimo 20 miliardi) impone di proseguire col Tap, anche se il M5S aveva promes- so lo stop. Eppure la questione degli eventuali risarcimenti è nota da quattro anni. Nel 2013 l’Italia ha sottoscritto un accordo intergovernativo (detto Iga) con Grecia e Albania (ma non con le aziende del Tap): non prevede penali, ma ritirando l’autorizzazione si potrebbe aprire un arbitrato i nt er na z io na le . Se l’Italia perdesse, dovrebbe pagare. Quantificare la cifra è perciò dirimente. Come emerge dai documenti di accesso agli atti effettuati dalle associazioni No Tap a fine agosto 2018, nessun ministero pare però aver avuto accesso ai contratti che il consorzio Tap ha stipulato per vendere il gas azero. Se dovessero saltare – sebbene non saranno in vigore fino al completamento dell’opera – la società azera Socar del gruppo Tap ha dichiarato che perderebbe 11 miliardi di euro di gas venduto. È intorno al 23 luglio scorso, nei giorni della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Azerbaigian, che Socar inizia a far circolare cifre “tra i 40 e 70 miliardi di euro” di risarcimento in caso di marcia indietro (Mattarella ha rassicurato che il progetto non avrebbe subito ritardi).
Ma il governo ha verificato la cifra per conto proprio? Stando ai documenti ottenuti col Foia ( Freedom of informaction act) no. La confusione regna sovrana. Per motivare il via libera, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha parlato perfino dei presunti rispar- mi del 10% che il Tap porterebbe nelle bollette dei cittadini grazie alla nuova fonte di approvvigionamento del gas. Dichiarazioni non confermate neppure dalla segreteria del suo ministero: “Questa amministrazione non detiene alcuna informazione pertinente su quelle dichiarazioni”.
Nella sua lettera aperta di domenica, il premier Giuseppe Conte spiega che “gli accertamenti compiuti e gli impegni già assunti ci precludono persino una più compiuta valutazione dei costi/benefici che il progetto Tap trae con sé. Non ha senso elencare e approfondire i benefici che l’opera ap-
Tutto noto
È da quattro anni che tutti sapevano di dover ricorrere a un arbitrato internazionale in caso di stop