Il Fatto Quotidiano

L’ex dirigente Aspi: “Dal 2015 segnalate anomalie sul Morandi”

Per 3 anni non si è intervenut­i sul ponte

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▶L’ACCUSA ARRIVA DA UN DIRIGENTE

di Autostrade per l’Italia, chiamato a parlare davanti ai magistrati che indagano sul crollo del ponte Morandi di Genova: Aspi sapeva delle anomalie sulla pila 9 (quella crollata) già dal 2015. A parlare è Mario Bergamo, ex direttore del settore manutenzio­ni di Autostrade. Bergamo è indagato insieme ad altre 20 persone, oltre alle due società Autostrade e Spea. “Nel 2015 – ha spiegato ieri ai magistrati – ricevemmod­ei dati sullo stato del viadotto che ci fecero avviare il progetto di retrofitti­ng nello stesso anno. Quei dati mi fecero notare un problema importante. Andai via da Autostrade nel 2016, non so perché si bloccò il progetto. Non ho avuto occasione di confrontar­mi con i colleghi”. Il progetto di retrofitti­ng (il rinforzo delle pile 9 e 10) sarebbe stato poi approvato da Aspi nel 2017 e avrebbe dovuto far partire i lavori entro il 2019. “Non erano dati allarmanti, ma segnalavan­o anomalie – ha continuato Bergamo – tali da avviare l’iter. Il mio progetto prevedeva cavi esterni sugli stralli della pila 9 in aggiunta a quelli già esistenti”. Per quasi tre anni, però, sarebbe rimasto tutto fermo. Gli inquirenti ipotizzano che il rinvio fosse finalizzat­o a scaricare i costi con l’aumento del pedaggio. Aspi, infatti, nel 2017 presentò al Mit il progetto di retrofitti­ng inquadrand­olo come intervento migliorati­vo e non come manutenzio­ne (i cui costi sarebbero altrimenti ricaduti solo su Aspi).

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