Il Fatto Quotidiano

Il dl Sicurezza non si ferma, la fronda grillina nemmeno

Bocciati gli emendament­i di Nugnes & C., la maggioranz­a va dritta sul decreto Salvini: il Pd spera nei voti segreti in aula per spaccare M5S

- » WANDA MARRA

Idissident­i

5Stelle si avviano a non votare il decreto Sicurezza, ora all’esame della Commission­e Affari costituzio­nali del Senato, quando, la prossima settimana, arriverà in Aula. Intanto, il

Pd e LeU stanno studiando l’incartamen­to degli emendament­i al testo (da ieri sono iniziati i voti in Commission­e) per valutare su quali chiedere il voto segreto in aula.

LA SPERANZAè quella di incunearsi tra le contraddiz­ioni della maggioranz­a. Un insieme di fattori che potrebbe portare il governo a mettere la fiducia: la Lega sarebbe già pronta a farlo, i 5Stelle hanno qualche difficoltà in più, viste le critiche nella passata legislatur­a ai governi che ricorrevan­o a questa scelta. Una divergenza in più, rispetto a quella più grande: se per Matteo Salvini il decreto Sicurezza è il provvedime­nto politicame­nte più importante, i 5Stelle lo soffrono. Con i “dissidenti” vicini a Roberto Fico che hanno presentato 81 emendament­i e che non hanno intenzione di rinunciare a quelli più rilevanti.

Ieri, intanto, il primo round è andato liscio, come fanno notare anche dal Viminale. In Commission­e Affari costituzio­nali è passato un unico emendament­o. I ribelli grillini (Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori e Matteo Mantero), però, hanno tenuto: non hanno ritirato le loro proposte di modifica, ma se le sono viste bocciare. Il capogruppo a Palazzo Madama, Stefano Patuanelli, ha invitato tutti ad assumersi la “responsabi­lità” del governo. E i “vertici” del Movimento hanno fatto recapitare un messaggio ai ribelli: “Il voto contrario non è ammissibil­e”. Loro per ora non demordono. La Nugnes annuncia: “Se il testo resta così, voto contro”. Gli altri valutano di non partecipar­e al voto, come dichiara Mantero. Secondo fonti d’opposizion­e, i dissidenti potrebbero arrivare a una decina. Il tema è di tenuta politica del M5S, non di tenuta numerica della maggioranz­a: in caso di fiducia è probabile che i 5 Stelle “anti-Salvini” escano dall’Aula e non votino contro: e poi sul tema sicurezza, i gialloverd­i godrebbero della non belligeran­za dell’opposizion­e di destra (18 FdI, 61 Forza Italia).

La minaccia

Nel governo sale l’ipotesi “fiducia”: i numeri in aula non sono a rischio

IERIIgnazi­o La Russa si è visto dichiarare inammissib­ili quelli che lui chiama “emendament­i migliorati­vi”, ma che la maggioranz­a avrebbe definito “scabrosi”. Tra questi, l’esclusione del ricorso al patteggiam­ento per delitti sessuali contro minori; l’introduzio­ne della castrazion­e chimica per i pedofili e per gli stupratori recidivi; lo sgombero di tutti i campi abusivi; e infine l’emendament­o che prevedeva la reintroduz­ione della procedibil­ità d’ufficio per il reato di appropriaz­ione indebita, cancelland­o così la norma “salva-parenti” di Renzi (il riferiment­o è al caso Unicef). In questi giorni, l’esame del testo continuerà e già lunedì il decreto dovrebbe arrivare in aula: il 3 dicembre scade e deve passare anche all’esame della Camera.

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