Satira o censura? Apu via dai Simpson: al rogo anche “Hollywood Party”!
Certo che se a #Cartabianca l’opinionista politico diventa quel simpatico guascone di Mauro Corona, vuol dire che l’abbiamo davvero messa tutta in audience . L’informazione, dico. Che non a caso ha qualche problema. Figurarsi nella Rai che si prospetta per domani... Il bravo scultore e mediocre scrittore di Erto entrato in pieno nel personaggio alternativo, funzionale al sistema, che ha accettato gli fosse costruito su misura, è anche umanamente simpatico in quell’interpretazione di uomo selvaggio, ingenuo e schietto dei boschi e delle montagne. Ma oggi, sulle questioni politiche di un Paese disorientato e alla deriva è lecito scherzare solo fino a un certo punto. Informare per consentire di decidere: questa è l’essenza del giornalismo. Lo ricordava, al più inascoltato, Marco Pannella. Cerca di praticarla questa testata. Ma, oggi, registriamo troppe occasioni sprecate. Grandi firme e cognomi impegnativi compresi.
Questo non è l’esecutivo “del” M5S ma “con” il M5S
Vorrei proporvi una riflessione sul Movimento 5 Stelle, spesso al centro di critiche, a volte ben argomentate e fondate come le vostre, più spesso pretestuose e ingenerose, come in quasi tutti gli altri casi. Il M5S si sta muovendo fra iniziative lodevoli e compromessi dolorosi, ma non penso che si stia comportando da voltagabbana, come molti insinuano, anzi; secondo me non sono mancate le cose buone: il decreto dignità, l’accordo sull’Ilva a condizioni migliori, il progetto del reddito di cittadinanza, il taglio dei vitalizi, iniziative e affermazioni nel campo, non certo secondario, della giustizia, che con i precedenti governi non avremmo potuto nemmeno immaginare. Ogni valutazione, secondo me, deve partire da una considerazione: questo non è il “governo del Movimento 5 Stelle”, ma un “governo con il Movimento 5 Stelle”; un e- HO LETTO che il personaggio di Apu dei Simpson, gestore del minimarket di Springfield da 30 anni, verrà rimosso, dopo l’infinito dibattito sulla sua natura stereotipata e razzista. Il politically correct conta l’ennesima vittima. È giusto, davanti a simili eccessi di perbenismo pretestuoso, far arretrare il diritto di satira così tanto da lambire la censura? Mi sa che stiamo arrivando davvero al paradossale... CARA MONICA, che ti scandalizzi tanto, mi spiace per voi spregiatori della dignità dei popoli, ma è giunta l’ora di fare giustizia! Apu ce n’est qu’ un debut! Oggi fanno 50 anni tondi: è ora di parlare senza peli sulla lingua anche di Hrundi V. Bakshi! Ok, tu non hai colpa, nel ’68 magari non eri neanche nata (se eri nata e non hai protestato sei connivente).
Hrundi Bakshi, l’indiano di “Hollywood Party”, quella caricatura razzista e diffamante protagonista di un filmetto che non ha mai fatto ridere a nessuno! Hrundi, il terzomondista imbranato che distrugge una meravigliosa festa dopo aver mandato a puttane un film, tonto come lo dipinse quello sporco suprematista bianco di Peter Sellers che lo impersonava e che nessuno scrupolo si fece di far piangere gli abitanti del Kerala, del Punjab, del Pradesh e del Bengala Occidentale (gli altri non me li ricordo, ma sono sicuro che anche per loro l’umiliazione fu cocente, le caste inferiori ricorsero al suicidio, le superiori a psicoterapie pluriennali). La terribile scena della distruzione del bagno, compreso il w.c., cos’era se non un capzioso suggerimento dell’inadeguatezza delle razze inferiori di fronte alle conquiste culturali e tec- secutivo in cui ogni giorno il M5S, oltre ad affrontare la quotidiana corrida dei mercati e dell’establishment europeo, deve trovare un difficile equilibrio con un interlocutore, la Lega, a cui elezioni locali e sondaggi danno una forza molto maggiore di quella, pur consistente, acquisita nelle elezioni del 4 marzo.
Una grande responsabilità, senza dubbio, è nelle mani di Di Maio, che non è quello sprovveduto che molti si ostinano a dipingere, ma nologiche della razza bianca? Oh, certo, alla fine Hrundi V. Bakshi si portava a casa la più carina della festa. Ma fu sicuramente un’imposizione del marketing preoccupato delle reazioni degli indiani residenti nel Regno Unito, che potevano sfociare in una Londra messa a ferro e fuoco. Perciò, a casa Apu e tutto il Jet Market! Si facciano roghi politically correct dei Dvd di Hollywood Party! E visto che oggi siamo liberi di essere italiani con orgoglio, terrei d’occhio le storie di Amalia la Fattucchiera che Ammalia, malefica papera in odore di stregoneria, lontanissima dalla donna italiana, ben più nobilmente moglie e madre. Ti saluto. deve imparare a controllare certe impulsività giovanili che lo portano talora a errori grossolani (richiesta di impeachment, attacco a Draghi).
Al tempo stesso, deve definire sempre meglio l’area dei “valori non negoziabili”, come ha fatto nel caso del condono esteso dalla “manina”. Siamo ancora in tanti a guardare con fiducia a questa forza politica, anche perché la mancanza di alternative lontanamente credibili la rende l’unica possibilità per chi spera in un Paese un po’più giusto. Non ci deludano.
Droga, lo Stato deve dare una risposta forte e integrata
La droga colpisce tutti e fa sì che la ragione cada nel pozzo profondo di un orrore senza senso. Questa considerazione solo per raccontarvi ciò che trovano i nostri figli adolescenti lì fuori. L’età del primo contatto si sta abbassando: per il consumo di alcolici è tra gli 11 e i 14 anni, mentre per le sostanze stupefacenti tra i 12 e i 15 anni. Alla temibile eroina tornata in auge, si arriva intorno ai 14- 15 anni. È un mercato del venditore, che sta costruendo dosi e modalità di vendita su misura per i nostri figli. I casi di Alice e Desirée, ci dimostrano che i nostri ragazzi si espongono da soli a rischi enormi, in contesti di spaccio che raramente sono in grado di gestire. Il nodo è come ridurre la “domanda”. La risposta dello Stato deve essere forte e integrata: prevenzione, riduzione del danno, contrasto del traffico, cura e recupero non possono più essere pensati da soli, serve un tavolo integrato in cui gli operatori di polizia discutono con gli operatori dei Sert e delle comunità.