Salvini vuole tutto il merito, ma Bonafede ora lo ferma
Matteo Salvini “non vede l’ora di andare a prendere” Cesare Battisti in Brasile. Il ministro dell’Interno ha colto al balzo l ’ o pp o rtunità che la vittoria di Jair Bolsonaro, espressione della destra reazionaria e legata ai vecchi militari golpisti, può offrire per una nuova campagna sul caso Battisti. Del resto, la vicenda d e l l’ex terrorista rosso, condannato in Italia per quattro omicidi ma rifugiatosi prima in Francia e poi in Brasile, tiene viva la polemica e il nuovo governo italiano ha già fatto sapere che punta a ottenere l’estradizione di Battisti.
Oltre la propaganda, però, esiste una procedura giuridica internazionale già avviata. Lo ricorda il ministro della Giustizia: “Il Tribunale Supremo Federale del Brasile ha già concesso l’estradizione in Italia – spiega Alfonso Bonafede – chiedendo di commutare la pena al massimo di trent'anni di reclusione considerato che nell’ordinamento brasiliano non esiste l’ergastolo. Istanza che è stata già accolta dal mio predecessore nell’ottobre dell’anno scorso. Come tutti sanno, fu l’ex presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, a bloccare tutto, ponendo un veto al suo rientro in Italia”, spiega.
Il lavoro per riportare Battisti in Italia in realtà è iniziato mesi fa quando gli uffici del ministero hanno avviato contatti con le autorità brasiliane, anche perché si capiva che la vittoria di Bolsonaro, e quindi il cambio di atteggiamento del Brasile, era nell’aria. “Avevamo già chiesto di rivedere la decisione di Lula – spiega ancora Bonafede – e abbiamo attivato anche i canali diplomatici: seguiamo la situazione con la massima attenzione. Lo dobbiamo alle famiglie delle vittime di Battisti, lo dobbiamo anche al Paese”. Che Battisti abbia poche chancedi rimanere in Brasile sembra chiaro. Salvini vuole andare a “prenderselo”, Bonafede gli spiega che basta seguire la legge.