Tunisia, torna lo spettro dell’Isis: una giovane donna si fa esplodere e muore nel centro della Capitale
Solo nove feriti in seguito all’attentato. Unica vittima la kamikaze velata
Atre
anni dagli attentati targati Isis che hanno insanguinato la Tunisia, quello di ieri, compiuto da una giovane donna velata nel cuore della Capitale, lungo la centralissima Avenue Habib Bourguiba, non è stato rivendicato e si è rivelato molto meno cruento.
SI È CONCLUSO fortunatamente solo con la morte della kamikaze e nove feriti, tutti agenti, tranne un civile, delle forze dell'ordine che pattugliano giorno e notte l'area. La sorveglianza è stretta essendo la zona molto frequentata per la presenza di negozi, del teatro municipale e, soprattutto, dell'ambasciata francese. I poliziotti non hanno sospettato che sotto la giacca la trentenne avesse del materiale esplosivo, forse perché non si erano ancora verificati attentati realizzati da donne. Il materiale utilizzato si è rivelato essere una sorta di granata rudimentale con una bassa carica. Se- condo fonti vicine agli inquirenti, la kamikaze potrebbe aver agito per vendicare la morte di un ragazzo causata da una pallottola vagante sparata da un poliziotto la scorsa settimana.
IN TUNISIA vige lo stato di emergenza dal 2015 quando ci furono le stragi del museo del Bardo e di Sousse compiute da affiliati tunisini dello Stato islamico.
Parliamo del paese col più alto numero di persone fuoriuscite per entrare nell'Isis in Siria e Iraq. Secondo le stime più attendibili sono almeno tremila. Tra loro anche ragazze ingannate dalle promesse degli uomini di Al Baghdadi che le richiamano via web per poi trovarsi a fare le schiave sessuali. Sulla sorte di tutti questi giovani non ci sono informazioni ufficiali. Si tratta di una questione che preoccupa non solo le autorità tunisine già gravate dalla crisi economica acuita dal collasso del turismo, voce principale del bilancio statale.