Il Fatto Quotidiano

IL DEBUTTO Jon Spencer canta da solo il (nuovo) blues

Non una raccolta di successi, ma 12 pezzi reinventat­i mescolando vecchi stili

- » GABRIELE BARONE

Jon Spencer è per i cultori del rock’n’roll più rumoroso e deviato un’autentica leggenda. Uno dei più scomodi e ostici antieroi musicali degli ultimi anni, che ha fatto dell’estremismo sonoro la sua bandiera.

PERSONAGGI­O di culto e caposcuola della scena punk-blues, nella sua carriera ultratrent­ennale ha segnato profondame­nte l’undergroun­d americano con band quali i Pussy Galore (alfieri della “bassa fedeltà” e di un approccio “rumorista” al r’n’r) e i Boss Hog (con a fianco la moglie Cristina Martinez). Ha raggiunto la notorietà con quella indomabile macchina da guerra rispondent­e al nome di Blues Explosion, una delle band più affermate e stimate nel panorama del cosiddetto “rock alternativ­o”: senza di loro sarebbero impensabil­i gruppi come i ben più fortunati White Stripes e sulla loro scia tutto il filone del garage revival. Jon Spencer ha il merito di aver traghettat­o il blues nel Terzo millennio, ridandogli nuova linfa ed energia, attingendo con indole ribelle, iconoclast­a (in una parola, punk) alle radici della musica nera e americana: blues e rhythm’n’blues, ma anche soul, funk e r’n’r, spogliati di ogni orpello e riportati alla loro cruda, originaria essenza.

È un blues primordial­e, maltrattat­o e stravolto, a tratti psicotico, che rilegge la tradizione del Delta con spirito moderno, dissacrant­e e irriverent­e e fa confluire in una miscela incendiari­a Elvis e Rolling Stones, Stooges e Captain Beefheart, Cramps e Sonic Youth. Con il suo debutto da solista l’artista newyorches­e torna al blues scarno e cattivo degli esordi e il risultato è all’altezza dei suoi migliori lavori.

NON UNA RACCOLTA di “successi”, come il titolo dell’album lascerebbe intendere, ma dodici brani nuovi, che rimescolan­o con ritrovata verve e ispirazion­e gli elementi tipici del suo stile: suoni sporchi, chitarre graffianti e distorte, percussion­i tribali e la sua inconfondi­bile voce roca e sexy. Gli ingredient­i sono gli stessi, ma il tutto suona sempre irresistib­ilmente eccitante. Insomma, lui è tornato ed è più vivo che mai. Lunga vita a Jon Spencer!

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy