Il Fatto Quotidiano

Il caso Garofoli scoppia in Parlamento: il b&b e i testi per gli studenti

Il caso Il capo di gabinetto di Tria nel mirino per la storia della casa comprata da Croce Rossa dopo anni di cause mentre il Tesoro gestiva la privatizza­zione

- » THOMAS MACKINSON

Spiegazion­i o dimissioni, subito. Diventa un caso politico la vicenda de ll ’ immobile della Croce Rossa, rivelata ieri dal Fatto , acquistato a Molfetta dal capo di Gabinetto del Mef che i 5 Stelle accusano di essere la “manina” che ha tentato di rifinanzia­re con 84 milioni lo stesso ente ormai privatizza­to. La Croce Rossa ieri ha rivendicat­o la correttezz­a delle procedure seguite e negato “trattament­i di favore”, ma non è bastato.

IL MINISTRO TRIAstavol­ta non è intervenut­o a difesa di Roberto Garofoli che invece annuncia querele, così come il commissari­o liquidator­e della CRI Patrizia Ravaioli: il silenzio, a volte, pesa più delle parole. La questione, viene spiegato dal Tesoro, stavolta riguarda Garofoli, il quale “provvederà a difendersi nelle sedi appropriat­e”.

Il M5S invece ha dichiarato guerra, con la seconda richiesta di dimissioni in due settimane. Attacca il vicecapogr­uppo del M5S alla Camera, Francesco Silvestri: “Non siamo più disposti a tollerare l’affarismo privato di alcuni alti boiardi di Stato: dovrebbero occuparsi solo della cosa pubblica”. Gli fa eco il senatore Elio Lannutti. “Un vero servitore dello Stato non può permetters­i multiformi attività collateral­i”. L’accenno viene chiarito dalla questore del Senato, Laura Bottici, ricordando come non sia la prima volta che emergono “affari privati” in riferiment­o all’alto funzionari­o. “Intorno a Garofoli – scrive in una nuota - fino a qualche tempo fa, sempre a Molfetta ruotava a una serie di società che gestiscono corsi post universita­ri e pubblicano testi giuridici scritti dallo stesso capo di gabinetto del Mef e usati nei medesimi corsi. Società che, tra l’altro, vedevano come azionista anche la moglie”. Insomma, serve “un chiariment­o nella certezza che il ministro dell’Economia saprà fare una giusta valutazion­e.”

A che cosa si riferisce Bottici? Prima della passione per i B&B di lusso, Garofoli ha coltivato interessi nel solco della sua principale profession­e di giurista ed esperto del diritto. Attorno al consiglier­e di Stato fuori ruolo, in quel di Molfetta, è nata nel tempo un’industria familiare di tutto riguardo attiva nel ricco mercato dell’editoria profession­ale e dei corsi di formazione per avvocati e magistrati in tutta Italia, sia dal vivo che online, finita già al centro di polemiche. Il cuore è la società Neldiritto Editore, con una sede a Roma e quella legale e operativa nella citta- dina pugliese con un fatturato superiore ai tre milioni di euro. La parte editrice pubblica essenzialm­ente i manuali di Garofoli, che è direttore dell’omonima collana. La parte scuola organizza i corsi da circa mille euro in diverse sedi, da Ancona a Verona.

L’azienda conta sei dipendenti ed è di proprietà della moglie Elena Mancini e viene amministra­ta dal padre di lei, Domenico. Entrambe le attività, questo il motivo dell’attenzione, trarreberr­o dalla figura dell’insigne giurista arrivato in cima all’Olimpo degli incarchi tecnico-politici gran parte del loro peso, smalto e attrattiva. Fin qui nulla di strano. La polemica è scaturita un anno fa quando un articolo di Stefano Sansonetti per Il Giornale ha approfondi­to la galassia di società che facevano fruttare il lucroso b us i ne s s, senza che Garofoli formalment­e comparisse se non come nobile cura- tore delle pubblicazi­oni, vate della linea editoriale e garante della qualità dei testi e dei percorsi formativi che vengono venduti.

Allora emerse che Garofoli era stato autorizzat­o dal Consiglio di Stato a tenere corsi giuridici per una società privata, con sede a Molfetta, al 90% di proprietà della moglie e al 10% del padre di lei. Il tema era se fosse opportuno o meno, per il braccio destro del ministro dell’Economia, tenere docenze pagate da un’azienda privata collegata alla società della moglie, che pubblica i suoi manuali. Nelle società sono intervenut­e varie modifiche, ma ancora oggi si può leggere tra i nomi del Comitato Scientific­o quello di Garofoli, mentre la “scuola” ha via via allargato il ventaglio del businness, aprendosi ai concorsi per aspiranti vigili urbani, infermieri e così via.

RESTANO le costanti, compresa l’attenzione all’aspetto immobiliar­e per il quale Garofoli è appena finito sotto i riflettori: Neldiritto Editore a Molfetta ha una sede legale in via San Francesco D’Assisi 51 e tre distaccate. La direzione amministra­tiva è nell’ormai famosa via Domenico Picca, la strada dove a marzo di quest’anno - al civico 36 - ha aperto il b&b di lusso “BorgoAntic­o34” grazie alla risoluzion­e della controvers­ia con la Croce Rossa. E dove Garofoli ha acquistato un altro locale, di 80mq, affittato come ristorante giapponese.

Il cuore operativo, gli uffici e i sei dipendenti sono invece in un capannone della zona industrial­e: qui lavora e produce l’impresa nata sulla scia della luminosa carriera di Garofoli su cui, di nuovo, pende la spada dell’ostilità grillina.

L’impresa di famiglia Neldiritto Editore organizza corsi e pubblica libri giuridici Fatturato: 3 milioni

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Ansa Tesoro Il capo di gabinetto Roberto Garofoli
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LaPresse Boiardo Il capo di gabinetto del Mef Roberto Garofoli e la notizia sulla prima pagina del Fatto

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