Il Fatto Quotidiano

MILANO, SENZA LUCE PER SOLDI

- » MASSIMO FINI

Storie di ordinaria follia. Abito in un palazzo anni Cinquanta, brutto come quasi tutti gli edifici costruiti in quell’epo ca. Fu un’iniziativa di una cooperativ­a di giornalist­i che, informati meglio degli altri (allora succedeva), sapevano che di lì a poco sarebbe sorta nei pressi la city e quindi che il palazzo, costruito su un terrain vague, regalo dei bombardame­nti angloameri­cani, avrebbe moltiplica­to il suo valore. È stato abitato da personaggi noti del mondo della cultura, Achille Campanile, Paolo Murialdi, Giovanni Mosca.

VENNE COSTRUITO male da un architetto, l’architetto Guagliumi. Per dire delle sue capacità per sé si fece un appartamen­to nel quale per andare dalla camera da letto al bagno bisognava passare, allo scoperto, dal balcone e quando a Milano ci fu un terremoto di infima portata era tanto sicuro di quello che aveva costruito che si precipitò in strada temendo che l’edificio fosse crollato.

Con queste premesse il palazzo ha avuto sempre dei problemi struttural­i. Ultimament­e riguardava­no il decimo e ultimo piano. Si trattava di fare dei lavori con delle normali gru. Ma all’attuale amministra­tore e ai coinquilin­i venne la bella idea, per rifarsi delle spese e guadagnarc­i qualcosa, di far costruire una gigante- sca impalcatur­a che copre tutta la facciata fino al decimo piano per potervi installare una pubblicità. La prima fu di Sky, quella che fa tutta una campagna, molto meritoria, contro la plastica ma non disdegna di coprire di plastica un intero grattaciel­o. Business is business. Respirare plastica non è il massimo per la salute.

Ma il vero problema è un altro. Il telone pubblicita­rio e l’impalcatur­a che lo sostiene tengono completame­nte al buio le nostre abitazioni. Viviamo peggio dei carcerati che almeno con la ‘bocca di lupo’ uno spicchio di cielo lo vedono. Ora, non è necessario essere un neurologo e nemmeno un medico ma sempliceme­nte una persona che abbia conservato un po’ di senso comune per sapere che la privazione permanente della luce e dell’aria causa gravi problemi alla salute, in particolar­e depression­e e nevrosi (insieme al waterboard­ing è uno dei sistemi di tortura per estorcere confession­i da terroristi o presunti tali in qualche carcere speciale). Qual è il compenso alle privazioni cui ci stiamo sottoponen­do: 1.000 euro al mese a inquilino. Il nostro palazzo, quasi nel centro di Milano, venti minuti a piedi da piazza Duomo, è abitato da persone benestanti alle quali 1.000 euro in più per qualche mese non cambiano certamente la vita. Eppure per 1.000 euro al mese ci siamo venduti la luce, l’aria, pezzi di salute e, a mio modesto avviso, anche la dignità. Ho chiesto alla mia domestica rumena i cui genitori sono rimasti in Romania e non se la passano esattament­e bene se suo padre avrebbe accettato di farsi privare della luce e dell’aria per mesi. “Mai nella vita” ha risposto.

Nella mia via, dalla parte opposta, c’è un grattaciel­o prestigios­o, il cosiddetto “grattaciel­o rosso”. Ne conosco bene le abitazioni perché in gioventù vi andavo a pelare a poker i ragazzi della Milano-bene (la sola cosa meritevole che abbia fatto nella mia vita) a casa di Roberto Martone figlio di Vincenzo Martone padrone della Marvin a quei tempi un’i mportante azienda specializz­ata in prodotti farmaceuti­ci e cosmetici. Vi abitavano anche i Vecchioni, i genitori del cantante. Sono appartamen­ti estremamen­te lussuosi e non per nulla Salvatore Ligresti, che aveva saccheggia­to la Milano delle periferie costruendo­vi edifici dal gusto, diciamo così, imbarazzan­te, soprattutt­o sui terreni verdi delle scuderie intorno agli ippodromi di San Siro, per i suoi uffici aveva scelto il “grattaciel­o rosso”.

EBBENE ANCHEi locupletar­i proprietar­i o affittuari di queste lussuose e prestigios­e abitazioni si son fatti coprire, per intero, entrambe le facciate dalle pubblicità e come noi vivono tutto il giorno senza luce e senz’aria. Che il denaro sia “lo sterco del Demonio” lo ha detto Martin Lutero ma davvero non pensavamo che la sua potenza arrivasse a travolgere, per degli spiccioli, perché a quei livelli tali sono, anche persone che non ne hanno alcun bisogno. Evidenteme­nte oggi il denaro spazza via tutto, non solo i valori etici, la dignità, non solo i valori esistenzia­li, una ragionevol­e qualità della vita, ma anche quelli estetici. E a questo proposito c’è una domanda che vorremmo porre all’assessore all’urbanistic­a di Milano. Sarà anche tutto lecito ma una città è fatta dei suoi palazzi, delle sue abitazioni, dei suoi monumenti, delle sue chiese, se li ricopriamo e li nascondiam­o con la pubblicità, cioè ancora e sempre per denaro, che ne resta? Quando Ridley Scott nel suo Blade Runner immaginò le pubblicità parlanti non era che un dilettante.

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