Il Fatto Quotidiano

Tav e Terzo valico, i veri dati dietro i due pesi e misure

Larealtà M5S vuole lo stop alla Torino-Lione, ma cederà sull’altra opera i cui lavori sono andati spediti. L’utilità di entrambe smentita dai numeri

- » CARLO DI FOGGIA

Industrial­i, sindacati e politici si sfidano a colpi di bufale sulla reale utilità

Il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, è in una posizione difficile. Non ha ancora pubblicato l’analisi costi-benefici sul Terzo Valico – conclusa dalla task force di esperti economisti nominata al ministero – che non offre appigli per salvare l’opera. Ma i lavori andranno avanti lo stesso per accontenta­re la Lega. Il M5S vuole però almeno fermare il Tav Torino-Lione, la cui analisi è appena iniziata (finirà quasi certamente con una bocciatura) ma è già partito il fuoco di fila di industrial­i, sindacati e politici bipartisan a colpi di bufale sulla reale utilità e i costi di uno stop. Come stanno davvero le cose?

I COSTI. 1) Tav. Secondo il commissari­o governativ­o per la Torino-Lione, Paolo Foietta, che serve lo Stato come lobbista del tunnel, fermare il Tav costa “4 miliardi, più dei 2,9 miliardi che ci servono per finirlo”. Non è vero. Finora sono stati spesi 1,4 miliardi. Per Foietta, con lo stop, Ue e Francia ci chiederebb­ero indietro il miliardo speso, poi si perderebbe­ro gli 813 milioni di ulteriore finanziame­nto europeo. Premesso che non esistono “penali”, come Foietta ha finalmente ammesso (nessun grande appalto è stato assegnato), gli accordi bilaterali non prevedono alcuna clausola che compensi le spese per lavori fatti dall’altra parte sul proprio territorio. Non si capisce poi come un finanziame­nto Ue mancato si possa considerar­e una spesa. In ogni caso, andare avanti costerebbe all’Italia almeno 3 miliardi (il 35% del costo previsto per il tunnel, 8,6 miliardi, secondo il costruttor­e italo-francese Telt), più i 2 per il collegamen­to finale al tunnel da parte italiana: 5 miliardi per un’opera inutile.

2) Terzo Valico. “Credo che lo stato di avanzament­o sia tale che bloccarlo costerebbe più che mandarlo avanti”, ha spiegato Toninelli nel nuovo libro di Bruno Vespa ( sic). La realtà è più complessa. Finora per la linea ferroviari­a di 53 km – es- senzialmen­te merci – che dovrebbe collegare Genova e il suo porto alla Pianura Padana (arriva a Tortona, passando per Novi Ligure) sono stati spesi 1,5 miliardi. È stato concluso il 30% dei lavori. Toninelli ha scoperto che, sotto l’occhio vigile del predecesso­re, Graziano Delrio, il consorzio Cociv (Salini Impregilo, Condotte e gruppo Gavio) si è mosso con una rapidità impression­ante, avanzando con più talpe per scavare le gallerie e aprendo cantieri multipli. In questo modo i costi per fermare i lavori sono lievitati. A questi si aggiungono le penali per la rescission­e dei contratti. È l’appiglio che verrà usato per giustifica­re un via libera che le reali stime di traffico suggerisco­no invece di evitare.

L’UTILITÀ. 1) Tav. Secondo Confindust­ria Piemonte fermarlo “c o n d a n n erebbe la manifattur­a italiana a 200 anni di marginalit­à”. Le merci però non cercano la ferrovia ma la evitano. Le stime di traffico non giustifica­no l’opera. Pochi mesi fa Foietta ha ammesso che quelle su cui sono stati firmati i trattati erano sballate, ma “in buona fede”. Tra Francia e Italia passano circa 42 milioni di tonnellate di merci ogni anno, solo 3,9 via treno. La linea ferroviari­a che passa per il traforo del Frejus è sottoutili­zzata e prevedere, come si è fatto negli studi preliminar­i, 15 milioni di tonnellate di merci su rotaia non è realistico. Il solo modo per ottenerlo – come auspicava l’accordo italo-francese del 2012 – è aumentare i pedaggi sull’autostrada del Frejus. Oppure dirottare di 200 chilometri il traffico di Ventimigli­a, da dove passa il grosso del traffico merci su strada. Confindust­ria lo sa che per fare il Tav i costi di trasporto su gomma saliranno?

2) Terzo valico. Per la Lega è indispensa­bile. Toninelli è invece consapevol­e che l’analisi costi- benefici la boccia senza appello, anche solo per i costi necessari a finirla (4,7 miliardi) e anche consideran­do che il tratto già fatto non potrà essere collegato alla linea esistente per le differenze di altitudine delle gallerie. Sull’utilità dell’opera i numeri sono impietosi. Non a caso nel 2014 fu Mauro Moretti, capo delle Ferrovie, a definirla inutile: “Da Genova a Milano è giusto che le merci vadano in camion. In nessun altro Paese per fare 150 chilometri si va con le ferrovie”. Già in passato le analisi indipenden­ti, seppur con dati parziali, avevano bocciato l’opera.

4 mld

Secondo il commissari­o Foietta fermare il Tav è più dispendios­o che finirlo 200

La condanna per la manifattur­a italiana secondo Confindust­ria

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