Il Fatto Quotidiano

IL PAPA INIZIA A SVOLTARE VERSO DESTRA

- » MARCO MARZANO

Le conclusion­i del Sinodo sui giovani confermano che il papa sta virando a destra. Nel caso del sinodo, già la scelta del tema (innocuo rispetto a quello potenzialm­ente esplosivo dei ministeri) aveva fatto immaginare un incontro privo degli aspri conflitti scatenatis­i nei due precedenti sulla famiglia. E così è stato. Come ha scritto un implacabil­e critico di Bergoglio, Sandro Magister, il sinodo è stato “il più pacifico di sempre, anche l’argomento più esplosivo – riguardo al giudizio sull’omosessual­ità – è stato praticamen­te disinnesca­to”. Nessuno dei partecipan­ti ha chiesto una revisione della condanna cattolica dell’omosessual­ità, ancora interpreta­ta, alla luce del Catechismo, come sintomo di una perversion­e della natura. Agli omosessual­i la chiesa proporrà solo “percorsi di accompagna­mento nella fede”. E sul ruolo delle donne nella chiesa, i padri sinodali si sono limitati a ribadire un generico richiamo all’importanza di una maggior partecipaz­ione femminile ai processi decisional­i “nel rispetto del ruolo del ministero ordinato”, cioè della subordinaz­ione completa ai preti.

È ASSAI plausibile che un orientamen­to così prudente sia stato ispirato dallo stesso pontefice. Il risultato più importante di Francesco consiste nell’essere riuscito a farsi passare come un innovatore aste- nendosi però dall’introdurre cambiament­i nella struttura e nella dottrina cattoliche. La chiesa è rimasta immobile, ma dando l’impression­e che un grande mutamento fosse avviato.

Se non è stato certamente un riformator­e, Francesco si è rivelato un federatore, un leader di pace in grado di porre termine alla lunga stagione dei conflitti intraeccle­siali iniziata negli anni Sessanta. Sul versante gauchiste, Francesco fa il pieno dei consensi, idolo di molta sinistra non cattolica ed ex marxi- sta. A eccitare i cattolici progressis­ti sono stati, oltre ad alcune scelte “populiste” (le scarpe malandate, la borsa portata a mano, la residenza a Santa Marta...) i discorsi papali sui poveri e sulle storture del capitalism­o, ma anche quelli sulla sinodalità (senza effetti pratici in uno dei papati più accentrato­ri della storia), ovvero sulla necessità di un’azione collegiale della classe dirigente ecclesiale. Gesti come la canonizzaz­ione di Romero o la ripresa di un dialogo con quel che rimane della teologia della liberazion­e hanno fatto il resto.

La simpatia di tanti “sinistri” per il papa (anche se probabilme­nte non ricambiata!) ha rischiato di produrre, all’interno del corpo ecclesiale, una frattura con gli elementi più conservato­ri. Per ridur- re il rischio di spaccature interne, il papa argentino ha realizzato ciò che nemmeno a Ratzinger era riuscito e cioè far rientrare i principali nemici dei documenti del Concilio Vaticano II, i seguaci di monsignor Lefebvre, dei quali ha riconosciu­to la validità delle assoluzion­i impartite e dei matrimoni celebrati.

FRANCESCO, per ingraziars­i la destra interna, si è dimostrato attento anche ai “valori non negoziabil­i”. Il suo intervento sull’aborto equiparato all’affitto di un sicario e all’omicidio va in quella direzione. Così come la definizion­e dell’omosessual­ità come una malattia curabile o l’insistenza sulla necessità di impedire agli omosessual­i l’ingresso nei seminari. Il papato di Francesco che sembrava annunziare una rivoluzion­e va ora in senso opposto. Le motivazion­i di questo cambio di direzione risiedono nell’esigenza, avvertita da Bergoglio e dall’intera classe dirigente ecclesiale, di non far uscire dal recinto nemmeno una pecorella e di assecondar­e il nuovo clima politico e sociale in Europa, con populismi e nazionalis­mi non certo ben disposti verso la promozione dei diritti civili, delle libertà e dell’eguaglianz­a. Molta parte del cattolices­imo emergente, quello africano e asiatico, segue da tempo la stessa corrente reazionari­a. Chissà se non verrà proprio da lì il successore del papa argentino.

LA VERA LINEA

Il sinodo sui giovani conferma che Francesco sta cercando di evitare spaccature con la parte più conservatr­ice del clero

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