Il Fatto Quotidiano

“Merkel, la Germania è stanca Ora la Cdu può farla cadere”

Giovanni Di Lorenzo Il direttore di “Die Zeit”: “Fatale l’apertura delle frontiere ai profughi, ha risvegliat­o paure ataviche”

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

“La Cancellier­a è al potere da troppo tempo. Ormai è esausta. E molti tedeschi sono stanchi di lei. Ma soprattutt­o, hanno un desiderio molto forte, che si può esprimere solo con un termine: quello di cambiare”. Giovanni Di Lorenzo è direttore di Die Zeit, settimanal­e tedesco con sede ad Amburgo. Dopo le sconfitte in Baviera e Assia, Angela Merkel ha lasciato la presidenza del partito e annunciato l’uscita di scena nel 2021. Ma come potrà sopravvive­re politicame­nte con la leadership della Cdu non più nelle sue mani?

Una premessa: sono successe tante cose impensabil­i in Germania nell’ultimo anno, che non me la sento di fare una previsione affidabile. Tuttavia è molto difficile pensare che Merkel possa restare al governo, in queste condizioni. Intanto c’è l’incognita di chi avrà in mano il partito: almeno due dei tre candidati alla segreteria sono incompatib­ili con lei. Inoltre, nessuno può prevedere quanto convenga alla Spd restare nella Grosse Koalition. Se fossero proprio i socialdemo­cratici a staccare la spina, la Cancellier­a potrebbe addossare loro la colpa della fine del governo.

Il suo destino dipende dunque da chi sarà il successore alla guida della Cdu. Chi sono gli eredi possibili? Merkel si sentirebbe al sicuro solo se a sostituirl­a fosse la fedele Annegret Kramp-Karrenbaue­r. Al contrario, sia Jens Spahn che Friederich Merz rappresent­erebbero per lei una spina nel fianco. Sono due figure diverse – il primo più conservato­re, il secondo più di centro –, ma non è questo il punto. Il cambio della guardia consistere­bbe piuttosto nella modifica dello stile politico. Nella Cdu c’è molta nostalgia di leader sicuri di sé, forti nella comunicazi­one. E che sappiano parlare con la gente.

Merkel ha perso il suo popolo?

Guardiamo alla sua parabola. Tredici anni fa, l’arrivo al potere di questa ragazza della ex Germania Est ha coinciso con un cambiament­o radicale di stile politico a Berlino. Kohl e Schroeder erano chiamati i ‘politici basta’, a suggellare il loro modo patriarcal­e di gestire il potere. Merkel si è distinta non solo per competenza e intelligen­za, ma anche per le capacità di mediazione, moderazion­e e basso profilo che la rendono in parte o del tutto diversa dai predecesso­ri.

L’errore dove è stato? Quando nel settembre 2015 ha aperto le frontiere della Germania, aprendo le porte a quasi un milione di profughi, annunciand­o che non le avrebbe più chiuse. Una decisione che le ha alienato i consensi all’interno della Cdu e ha ottenuto come effetto quello di gonfiare le vele della destra di Alternativ­e für Deutschlan­d (AfD). Dire, come lei ha fatto in quell’occasione, che le migrazioni non Il crollo della coalizione della Merkel che in Baviera passa per la Csu (nel 2013 aveva il 47,7%). La Spd crolla al 9,7% (dal 20,6). I conservato­ri locali Freie Wähler al 11,6% (dal 9) e l’Afd al 10,2% (dal 2%). Boom dei Verdi al 17,5% Il crollo della Cdu in Assia (dal 38,3% del 2013). La Spd scivola al 19,8% (dal 30,7). Boom dei Verdi con il 19,8% (dall’11,1). Bene anche i nazionalis­ti dell’Afd: 13,1%. si possono controllar­e, non ha fatto che risvegliar­e paure ancestrali, legate soprattutt­o alla perdita di controllo anche a livello personale.

In Italia eravamo abituati a pensare che in Germania le famiglie politiche tradiziona­li – democristi­ani, socialisti, liberali – avessero retto all’urto. Poi, anche quel quadro politico ha iniziato a frantumars­i, con AfD a competere a destra e i Grünen (Verdi) a sinistra. Era già successo in Spagna (con Ciudadanos e Podemos), in Francia (con Front National e Insoumise) e in Italia (con M5S e Lega). Il quadro politico si complica anche a Berlino?

A destra, certamente è presente un partito populista e sempre più proiettato verso l’estremismo come AfD. Dall’altra parte, non vedo in Germania un movimento politico populista di sinistra. Ci sta provando Sarah Wegenknet, esponente dei Linke, che ha fondato il movimento Aufstehen (in tedesco “alzarsi”). Poi certo i Verdi sono in competizio­ne con Spd e a volte li superano nei consensi, come è accaduto in Baviera. Chi è Angela Merkel e quale eredità lascia?

È più una statista che una politica. Il suo interesse principale ha superato quelli delle parti e del suo stesso partito. Per questo l’eredità che lascia è ambigua. Ma senza dubbio, ne sentiremo la mancanza sia in Germania sia in tutta Europa.

Il suo interesse principale ha superato quello del suo stesso partito Per questo l’eredità che lascia è ambigua

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Dopo la batosta La cancellier­a tedesca, Angela Merkel
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