Il Fatto Quotidiano

Usa e Onu: Yemen, cessate il fuoco in 30 giorni

La guerriglia tra Ryad e le milizie sostenute da Iran e Hezbollah

- » ROBERTA ZUNINI

Alla

vigilia del quarto anno di guerra civile nello Yemen, per la prima volta e all'unisono il Segretario di Stato americano Mike Pompeo e il capo del Pentagono, il Segretario alla Difesa Jim Mattis, non si sono limitati a esprimere il sostegno degli Usa agli sforzi dell'inviato speciale dell'Onu Martin Griffiths. Questa volta i due ministri hanno chiesto alle parti in causa la fine del conflitto entro

30 giorni. Gli Usa sono i principali alleati della coalizione a guida saudita intervenut­a nel Paese confinante, il più povero della regione, per sostenere il presidente Mansour Adid – ora in esilio nella città di Aden – quando nel 2015 la capitale Sa'ana venne conquistat­a dalle milizie sciite Houthi sostenute dall'Iran e da Hezbollah. Come in Siria, la guerra civile yemenita si è trasformat­a in un conflitto per procura tra le due potenze locali e i bombardame­nti sauditi non hanno risparmiat­o scuole e ospedali, uccidendo centinaia di bambini. Le bombe saudite, la maggior parte acquistate da Usa e Italia, piovono quotidiana­mente sulla zona controllat­a dagli Houthi da quando, quasi un anno fa, i ribelli hanno lanciato più volte missili contro Ryad, intercetta­ti dal sistema anti-missili. I civili, intrappola­ti nei villaggi sulla linea del fronte, lottano per non morire di fame e di sete a causa del blocco degli aiuti umanitari voluto da Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita artefice della svolta belligeran­te dell'Arabia Saudita per frenare l'espansione iraniana in Medio Oriente e nel Golfo.

IERI LE TRUPPE saudite e degli Emirati sono entrate nel porto di Houdaida, l'unico sbocco al mare dell'area sotto controllo Houthi, per conquistar­la. Por- to dove giungevano gli aiuti internazio­nali alla popolazion­e. “È arrivato il momento per la cessazione delle ostilità, compresi gli attacchi missilisti­ci e attraverso i droni... Successiva­mente, gli attacchi aerei della Coalizione devono cessare in tutto lo Yemen”, ha detto Pompeo. Gli Usa non forniscono solo gli armamenti a Ryad, ma cooperano con l'aviazione della coalizione a guida saudita rifornendo i jet militari e fornendo addestrame­nto. Mattis ha sottolinea­to che gli Usa auspicano il cessate il fuoco e l'inizio delle trattative di pace entro 30 giorni. Pompeo ha quindi ribadito che le consultazi­oni pianificat­e da Griffiths dovrebbero iniziare a novembre “per attuare misure di rafforzame­nto della fiducia, per affrontare le questioni fondamenta­li del conflitto, la smilitariz­zazione dei confini e la concentraz­ione di tutte le grandi armi sotto osservazio­ne internazio­nale”. Secondo numerosi analisti gli Stati Uniti hanno deciso di fare pressioni sull'alleato saudita in seguito all'omicidio del giornalist­a dissidente saudita Khashoggi da parte di uomini dei servizi di sicurezza fedeli al principe ereditario. Mohammed bin Salman risulta infatti indebolito dopo l'orribile omicidio di Khashoggi che risiedeva negli Stati Uniti. Il procurator­e saudita inviato a Istanbul per il caso Khashoggi non ha voluto rivelare alla contropart­e dove siano stati sepolti i resti del giornalist­a. Mentre quello turco ha messo per la prima volta nero su bianco la dinamica della morte del dissidente: soffocato, smembrato e affidato a un collaborat­ore turco di cui però non si conosce l'identità. Inoltre, sembra che Khashoggi stesse per pubblicare sul Washington Postun articolo in cui denunciava Ryad di avere usato il fosforo bianco per colpire lo Yemen.

Scoop mancato Pressioni Usa sui sauditi dopo il caso Khashoggi: stava per scrivere del fosforo usato dall’Arabia

 ?? Ansa ?? Il cimiteroI volti dei ribelli uccisi. Dall’inizio di agosto sarebbero già 575 le vittime
Ansa Il cimiteroI volti dei ribelli uccisi. Dall’inizio di agosto sarebbero già 575 le vittime
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy