Il Fatto Quotidiano

Eternit, Moggi, Andreotti, B. D’Alema, De Benedetti & C.

Salva-politici Il decorso del tempo cancella 165 mila processi all’anno, tra i beneficiar­i anche D’Alema nell’85 e Penati (Pd)

- » DAVIDE VECCHI

Ogni anno 165 mila procedimen­ti finiscono in prescrizio­ne. Un costo per lo Stato stimato dalla Cassazione in 84 milioni di euro. Intervenir­e è, da sempre, una priorità della politica. Priorità che, da sempre, rimane annunciata. Vale l'adagio importato da oltreocean­o per cui un tacchino mai organizzer­à la festa del ringraziam­ento. Così della prescrizio­ne: a giovarne sono stati molti politici, quindi perché privarsene? Anche per garantire una giustizia ai cittadini su tragedie che hanno colpito degli innocenti, ad esempio. Perché sono numerose, troppe, le vicende rimaste impunite.

IL DISASTROam­bientale di Porto Marghera e quello nelle fabbriche di eternit, la strage di Viareggio in cui morirono 32 persone: il prossimo 13 novembre si aprirà a Firenze il processo d'appello e la prescrizio­ne cancellerà i reati di lesioni colpose plurime gravi e gravissime e quello di incendio. O il processo Cassiopea sulla gestione dei rifiuti speciali raccolti in Toscana, Piemonte, Veneto e poi smaltiti illecitame­nte in Campania, Calabria e Sardegna: 40 aziende coinvolte, 97 rinvii a giudizio, un processo iniziato nel 2003 e nel 2011 è scattata la prescrizio­ne per i reati ambientali. Questi sono soltanto alcuni casi, sconosciut­i ai più perché solitament­e si riportano le vicende che riguardano i tacchini, pardon: i politici.

La prescrizio­ne più importante e forse meno nota è quella riconosciu­ta per il reato di associazio­ne a delinquere di stampo mafioso a carico di Giulio Andreotti: prima la Corte d'appello di Palermo nel 2003 poi la Cassazione nel 2004 stabiliron­o che il più volte presidente del Consiglio aveva avuto una “autentica, stabile e amichevole disponibil­ità verso i mafiosi fino alla primavera del 1980” decretando però il non luogo a procedere perché “il reato è estinto per prescrizio­ne”. Il suo legale dell'epoca, oggi ministro leghista, Giulia Bongiorno, ha sempre preferito ricordare soltanto l'assoluzion­e per i legami con Cosa Nostra successivi al 1980. Con Bongiorno tra i banchi del governo siede anche un ministro che ha goduto della pre- scrizione: Paolo Savona. ll titolare delle Politiche comunitari­e era accusato di aggiotaggi­o per aver truccato i bilanci di Impregilo di cui era presidente a inizio anni Duemila. Una vita fa. Ma il recordman assoluto rimane S il vi o Berlusconi: imputato in oltre 20 procedimen­ti, otto si sono conclusi per avvenuta prescrizio­ne. Questi: concorso in corruzione in atti giudiziari nel Lodo Mondadori, finanziame­nto illecito al Psi e falso in bilancio aggravato nell’All Iberian 1; falso in bilancio consolidat­o Fininvest; falso in bilancio e appropriaz­ione indebita relativa ai bilanci Fininvest dal 1988 al 1992; ancora falso in bilancio nel processo per l'acquisto da parte del Milan del calciatore Gianluigi Lentini; corruzione in atti giudiziari per aver comprato la falsa testimonia­nza dell'avvocato David Mills; la divulgazio­ne delle intercetta­zioni dell'indagine sulla scalata alla Bnl da parte di Unipol; corruzione e finanziame­nto illecito per la compravend­ita dei senatori, in particolar­e Sergio De Gregorio.

Nel centrodest­ra va ricordato anche Denis Verdini: l'inchiesta svolta dalla Procura di Firenze sul Credito Cooperativ­o Fiorentino che ha presieduto per 20 anni è stata talmente approfondi­ta da dare vita a quattro processi diversi più altri fascicoli. Il reato di concorso in corruzione per la scuola Maresciall­i è stato prescritto. Per altri è stato condannato, mentre per la vicenda P3 è stato assolto.

Pure a sinistra la prescrizio­ne ha avuto i suoi “clienti” eccellenti. Filippo Penati, ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, indagato dalla Procura di Monza per il cosiddetto “sistema Sesto” – una rete di tangenti per la spartizion­e di alcune aree industrial­i – garantì che avrebbe rinunciato alla legittima prescrizio­ne. Ma poi si dimenticò di presentars­i in aula. Va detto che nel filone principale Penati è stato poi assolto dopo quattro anni. Pure Massimo D’Alema è inciampato nella giustizia. E nella prescrizio­ne. Da giovane segretario del Pci in Puglia, nel 1985, ricevette un contributo di 20 milioni di lire per il partito. Reato di finanziame­nto illecito prescritto.

Se poi si dovesse aprire alla platea della finanza, dell’imprendito­ria e dello sport, l’elenco sarebbe infinito. Carlo De Benedetti, in piena tangentopo­li, ammise di aver versato come Olivetti fondi illeciti ai partiti per ottenere commesse da Poste Italiane: prescritto. Idem Cesare Geronzi che con altri banchieri era accusato di aver rilasciato false dichiarazi­oni alla Banca d'Italia. Infine lo sport: la Juventus. Nel processo sul doping nel 2007 sono stati prescritti Riccardo Agricola e Antonio Giraudo, il medico ed ex ad accusati di frode sportiva.

A rischio

Possono finire nel nulla (penale) anche la strage di Viareggio e il disastro ambientale di Marghera

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Ansa Giulio Andreotti, scomparso nel 2013 e Silvio Berlusconi
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Condannati

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