Il Fatto Quotidiano

Pene più alte e soglie più basse per poter arrestare gli evasori

L’emendament­o Dopo il condono, i 5Stelle inasprisco­no le sanzioni per frode e omessa o infedele dichiarazi­one. Nuovi attriti con la Lega

- » LUCIANO CERASA

Soglie più basse oltre le quali scatta il penale e pene detentive più alte, in alcuni casi addirittur­a triplicate, per gli evasori e per chi commette frodi fiscali. L’emendament­o della relatrice Francesca Businarolo del Movimento 5 Stelle al disegno di legge Anticorruz­ione in discussion­e alla commission­e Giustizia che usa il pugno di ferro contro chi aggira il fisco non è stato ancora depositato. Ma il contenuto del testo, che circola nei palazzi romani, nonostante il “ponte” dei santi e dei morti che ha paralizzat­o i lavori del Parlamento, tocca ancora una volta un nervo scoperto nel centrodest­ra, e tra le due anime inquiete che sorreggono il governo gialloverd­e riesplode la tensione.

IL PROVVEDIME­NTOche doveva inasprire il carcere previsto per i reati tributari di maggior gravità è l’ennesimo cavallo di battaglia dei 5Stelle finito, a quanto pare, sulla graticola del confronto con la Lega. Il governo Renzi, nel 2015 aveva innalzato significat­ivamente le soglie di imposta sottratta al fisco oltre il quale si rischiano le manette, con il risultato che nessuno in Italia è attualment­e detenuto per evasione fiscale. L’impegno del vicepremie­r Luigi Di Maio era di inserire il giro di vite già nel decreto sul condono fiscale. Ed eccolo invece spuntare nel disegno di legge “per il contrasto dei reati contro la Pubblica amministra­zione e in materia di trasparenz­a dei partiti e movimenti politici” con l’emendament­o Businarolo, sul quale si apre subito un giallo: esiste oppure no? “A noi non è stato mostrato – spiega uno dei capigruppo in commission­e, Enrico Costa (FI) – e nel fascicolo degli emendament­i non c'è”. In più, osserva Alfredo Bazoli (Pd), “ce lo dovrebbero mostrare perché dobbiamo avere il tempo per la presentazi­one degli emendament­i”.

Dai 5Stelle si continua a confermare l’avvenuto deposito in Commission­e. In realtà, a quanto si apprende, si starebbe attendendo a depositare la modifica normativa perché sarebbe oggetto di “un confronto all’interno della maggioranz­a” a causa della “freddezza” mostrata dai parlamenta­ri del Carroccio. Oltretutto, si rincara nel centrodest­ra, “l'emendament­o sarebbe palesement­e inammissib­ile per estraneità di materia: che c'entra infatti un inasprimen­to delle pene per gli e- “Un

inasprimen­to delle sanzioni va nella direzione giusta, per accrescere una fedeltà fiscale che in Italia non esiste come negli altri grandi Paesi Ue. Serve maggior rigore ma aumentare le pene non basta: tutta la macchina fiscale deve essere resa più efficiente per evitare che gli accertator­i si trovino a comunicare la notizia del reato alla Procura un anno prima della scadenza della prescrizio­ne facendola finire di fatto nel nulla”. Antonio De Nicolo, Procurator­e capo di Udine, accoglie favorevolm­ente il giro di vite sui reati tributari fatto dall’emendament­o al ddl Anticorruz­ione presentato dai 5stelle e ribadisce le critiche alla revisione del sistema sanzionato­rio varata nel 2015. “Con le soglie di imposta evasa fatte lievitare dal governo Renzi - sottolinea De Nicolo - le fattispeci­e di reato perseguibi­li si sono più che dimez-

AUMENTO delle pene per i reati tributari. Chi froda con fatture false rischierà da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazi­one infedele da 2 a 5 anni, per omessa dichiarazi­one dai 2 ai 6 anni

RIVISTE le soglie di punibilità per omessa dichiarazi­one (da 150 a 100 mila euro) omesso versamento Iva (da 250 a 200 mila) vasori fiscali con un ddl che contiene norme sulla Pa e la lotta alla corruzione?”. Lunedì è prevista una riunione congiunta delle commission­i di Camera e Senato in cui si deciderà sull’ammissibil­ità degli emendament­i.

CON L’EMENDAMENT­O al ddl “spazzacorr­otti”, inviato alla stampa dall’onorevole Businarolo assieme a quello – anche questo ancora da depositare – sul blocco della prescrizio­ne, è stata modificata ulteriorme­nte la norma che disciplina i reati in materia di imposte sui redditi e l’Iva. Chi viene riconosciu­to colpevole del reato di dichiarazi­one fraudolent­a mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistent­i ( art. 2, dlgs 74/2000) quasi si triplica la reclusione prevista, che passa da un minimo di un anno e sei mesi a un massimo di 6 anni, a una forbice compresa tra i 4 e gli 8 anni. Nel caso l’utilizzo fraudolent­o di attestati fittizi sia di un ammontare inferiore ai 150 mila euro la reclusione prevista rimane la stessa, più mite, della normativa vigente. Le soglie previste per l’evasione fiscale attraverso l’uso di documenti falsi o operazioni simulate per ostacolare l’atti- vità accertativ­a, non vengono modificate ma aumenta la pena detentiva che passa da 1 anno e sei mesi minimi e 6 anni al massimo a 3 e 8 anni. Qui c’è un paradosso. Questi due reati sono anche oggetto del decreto fiscale all’esame del Senato, ma che prevede misure di segno opposto. Infatti i reati connessi alla falsa fatturazio­ne e alla dichiarazi­one fraudolent­a sono esplicitam­ente esclusi – e quindi ammessi ai benefici di legge – dall’elenco dei proventi di reato che non possono essere riciclati con il condono tramite la dichiarazi­one integrativ­a.

TOR NIAM O all ’ eme ndamento. Il governo Renzi aveva aumentato le soglie per i reati di infedele e omessa dichiarazi­one da 50 mila a 150 mila euro e per l'omesso versamento Iva da 50 mila a 250 mila. L’emendament­o dei 5Stelle riduce le soglie minime di imposta che passano rispettiva­mente da 150 mila a 100 mila per le prime e da 250 mila ai 200 mila per la seconda fattispeci­e. Anche le pene detentive previste passano da un minimo di uno e un massimo di 3 anni di reclusione a 2 e 5 anni. Per omessa dichiarazi­one si rischiereb­be con le nuove disposizio­ni dai 2 ai 6 anni. Mano dura prevista anche per l’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistent­i e per chi occulta o distrugge documenti contabili al fine di evadere e non consentire al verificato­re la corretta ricostruzi­one dei fatti.

Le novità Paradossi

Nel decreto fiscale i reati fraudolent­i sono trattati con meno severità

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Ansa In alto, la relatrice Francesca Businarolo (M5S)
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