Il Fatto Quotidiano

Permessi umanitari, Sprar e detenzione amministra­tiva: le battaglie dei dissidenti 5S

Gli emendament­i a cui i 4 senatori grillini non vogliono rinunciare

- » ILARIA PROIETTI

La

stretta ai permessi di soggiorno per motivi umanitari, il depauperam­ento del servizio di protezione degli Sprar, il prolungame­nto dei tempi di trattenime­nto nei centri per i rimpatri. Sono alcuni dei punti critici del decreto sicurezza messi nel mirino da Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Matteo Mantero e Elena Fattori che contestano anche il previsto aumento dei reati per cui si potrà revocare lo status di rifugiato.

Ma andiamo con ordine. I “dissidenti” pentastell­ati criticano il giro di vite sui permessi che il decreto accorda in casi molto limitati ( per esempio per condizioni di salute di particolar­e gravità o in caso di straordina­ria calamità nel Paese di origine) e che prevalente­mente non possono essere convertiti in per- messi di soggiorno per lavoro. Casi quelli previsti nel testo, per i quattro senatori, del tutto insufficie­nti.

LA STRETTA sulla protezione per esigenze di carattere umanitario sarebbe infatti “contraria a obblighi giuridici internazio­nali oltre che morali”, come ha sottolinea­to Gregorio De Falco che ha detto di ispirarsi ai richiami del capo dello Stato. In particolar­e all’articolo 10 della Costituzio­ne che riconosce allo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratic­he garantite dalla Costituzio­ne i- taliana, il diritto d'asilo: di qui la richiesta di modificare il testo per rendere possibile il riconoscim­ento del permesso di soggiorno per “asilo costituzio­nale” allorché lo straniero non possegga i requisiti per ottenere lo status di rifugiato o la protezione sussidiari­a.

I quattro senatori ritengono inoltre eccessivo il prolungame­nto da 90 a 180 giorni della durata massima del trattenime­nto dello straniero nei centri per il rimpatrio. Molto criticato anche il previsto ricorso alla procedura negoziata senza pubblicazi­one del bando di gara, in deroga al codice degli appalti, per assicurare la ricostruzi­one di nuovi centri per il rimpatrio.

Nel mirino c’è poi la riforma del sistema di accoglienz­a che nel decreto legge è incentrata principalm­ente sulle strutture temporanee di emergenza, i Cas (Centri di accoglienz­a straordina­ria). Che, sempre secondo i quat- tro senatori, al contrario dei centri previsti nell'ambito dello Sprar (Sistema di protezione per i richiedent­i asilo e rifugiati), non consentire­bbero l'integrazio­ne dei richiedent­i asilo nel tessuto sociale. La questione rischia di aggravarsi dopo che il Viminale ha annunciato l’eliminazio­ne dei corsi di italiano e dell’orientamen­to al lavoro dai bandi per i Cas e l’esclusione dei richiedent­i asilo dallo Sprar, che verrebbe limitato a chi ha già ottenuto la protezione. Bocciata anche la decisione del governo di indicare una lista di Paesi considerat­i sicuri al fine della verifica della fondatezza delle richieste di asilo.

CONTESTATA la norma sulla revoca della cittadinan­za per gli stranieri divenuti italiani che commettano reati gravi: una previsione incostituz­ionale per i giuristi auditi in Senato. Secondo le richieste di De Falco dovrebbe essere esclusa l'applicazio­ne della norma quando il soggetto abbia collaborat­o con le pubbliche autorità o nel caso abbia acquisito la cittadinan­za da oltre sette anni.

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Ansa Ministro Alfonso Bonafede

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