Il Fatto Quotidiano

“Chiarisca o se ne vada” Il M5S assedia Garofoli

Dopo gli scoop del Fatto, i 5Stelle chiedono risposte dal capo di gabinetto del Mef

- L.D.C

Chiedono un “chiariment­o urgente”, e c’è chi invoca “le dimissioni”. I nuovi articoli del Fatto Quotidiano­su Roberto Garofoli, il capo di gabinetto del ministro d el l’Economia Giovanni Tria, spingono i Cinque Stelle a intervenir­e ancora sul caso del dirigente. E dopo le stilettate ai tecnici del Mef, più volte accusati di remare contro il governo, non può stupire la reazione del M5S.

Dove hanno letto con grande attenzione il pezzo di ieri del Fatto, in cui un collaborat­ore della casa editrice che fa capo alla moglie e al suocero di Garofoli, un giovane laureato, sostiene di essere stato pagato in nero dall’azienda, dove aveva frequenti riunioni a cui avrebbe partecipat­o anche lo stesso capo di gabinetto.

E QUEL PEZZOlo ha letto anche Elio Lannutti, senatore del M5S e amico di lunga data di Beppe Grillo, durissimo: “Io credo che questo signore debba dimettersi, anzi penso che avrebbe dovuto già farlo. Mi auguro che non mangi il panettone, per così dire”. Però Tria lo difende, con forza. Ma Lannutti scuote la testa: “Non credo che il ministro potrà difenderlo a lungo. Ricordo che l'emendament­o infilato nel decreto fiscale per assegnare fondi alla Croce Rossa (84 milioni, di cui si accorse il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ndr) non è affatto stato richiesto dal ministro della Salute Giulia Grillo, come sostiene il suo avvocato in una lettera a Dagospia, ma è roba sua, di Garofoli (per il suo legale la richiesta è riferibile al ministero dell’Economia, ndr)”.

Si resta a Palazzo Madama, ed ecco il questore Laura Bottici, senatrice al secondo mandato, veterana del Movimento. A lei il Fatto chiede se il caso di Garofoli ponga un problema politico. E Bottici replica così: “Credo che si tratti di un problema tecnico-amministra­tivo interno al Mef, e che la valutazion­e di merito spetti a Tria”.

Poi c'è il capogruppo in Senato, Stefano Patanuelli: “Io penso che la lettura sia evidente: o Garofoli riesce a chiarire la sua situazione, oppure è necessario che presenti sue dimissioni. Non si può pensare di tenere in quel ruolo una persona che non faccia chiarezza su vicende di questo genere. È chiaro che questa situazione ci preoccupa”. Però il ministro fa muro... “Potrà rimanere tranquilla­mente al suo posto dopo aver chiarito. Certo, le cose che abbiamo letto in questi giorni lasciano abbastanza perplessi”. Così dal Movimento, dove le storie tese con il Mef non sembrano affatto finite. E lo ribadisce ancora Lannutti: “Io aspetto ancora che il ministro Tria dia le deleghe ai suoi sottosegre­tari”. Ovvero, che renda pienamente operativi anche i due 5Stelle al Mef, Alessio Villarosa e soprattutt­o Laura Castelli, il motore del Movimento sui temi economici, presente a tutti i tavoli di governo assieme e per conto di Di Maio.

MA LA SPINA principale rimane Garofoli, che con i Cinque Stelle non ha mai legato. Perché il Movimento che lo ha sempre visto (descritto) come troppo vicino al Pd e in generale agli esponenti degli ultimi due governi di centrosini­stra, in cui era sempre capo di gabinetto al Mef, con Pier Carlo Padoan. E ora lo accusa di essere il vero ispiratore di Tria, in funzione anti-M5S. Mentre lui, il capo di gabinetto, non si fida dei nuovi “barbari” approdati nei Palazzi, di cui non condivide stile e soprattutt­o idee. Tradotto, lo scontro non può che rimanere frontale.

Le voci

Elio Lannutti: “Avrebbe già dovuto dimettersi” Stefano Patanuelli: “Caso preoccupan­te”

 ?? LaPresse ?? Con Giovanni Tria Roberto Garofoli, capo di gabinetto del ministero dell’Economia
LaPresse Con Giovanni Tria Roberto Garofoli, capo di gabinetto del ministero dell’Economia

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